Prospettive svizzere in 10 lingue

La Svizzera fa abbastanza per sostenere le sue numerose lingue

Le député PDC Stefan Engler, entouré de deux autres parlementaires
Per il deputato popolare-democratico Stefan Engler, la Confederazione dispone attualmente «di risorse limitate nell’ambito della politica linguistica». Keystone

Non ci sarà alcuna commissione speciale per sostenere la Confederazione nella promozione delle lingue. È quanto ha stabilito la Camera bassa del parlamento, nonostante le crescenti sfide poste dal plurilinguismo in Svizzera.

Il governo sta facendo abbastanza per sostenere e incoraggiare la diversità linguistica in Svizzera, secondo il Consiglio nazionale. La Camera bassa del parlamento ha respinto lunedì, con 100 voti contro 80, una mozioneCollegamento esterno che chiedeva l’istituzione di una commissione incaricata di gestire la questione delle lingue nazionali e minoritarie in Svizzera.

L’autore del testo, il deputato del Partito popolare democratico (PPD, centro) Stefan Engler, sostiene che la Confederazione disponga attualmente «di risorse limitate nell’ambito della politica linguistica». Per far fronte a queste sfide, proponeva quindi l’istituzione di una commissione extraparlamentare, incaricata di «promuovere la comprensione e gli scambi tra comunità linguistiche» e di consigliare il governo in materia.

La commissione non si sarebbe occupata unicamente delle lingue nazionali (tedesco, francese, italiano e romancio), ma anche dell’inglese e di altri idiomi parlati dagli immigrati, come ad esempio il portoghese.

Già troppe commissioni

Il campo rosso-verde non è tuttavia riuscito a convincere la maggioranza del parlamento della necessità del progetto. «Una commissione permetterebbe di sostenere ufficialmente le iniziative in favore del plurilinguismo e di riconoscere ciò che già si fa», ha dichiarato invano il deputato socialista Jacques-André Maire.

«È evidente che la comprensione tra le diverse comunità linguistiche è essenziale in Svizzera», ha riconosciuto dal canto suo Verena Herzog, deputata dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Come altri rappresentanti della destra, Verena Herzog ha però sottolineato che la Confederazione si impegna già molto in favore delle lingue e non ha bisogno di una commissione speciale. Anche il ministro dell’interno, il socialista Alain Berset, si è opposto al progetto, ricordando che esistono già 119 commissioni e che il parlamento vorrebbe ridurre il loro numero.

Questo dibattito si inserisce in un contesto particolare. Negli ultimi anni, infatti, diversi cantoni svizzero-tedeschi hanno lanciato delle proposte per rendere obbligatorio l’insegnamento di una sola lingua “straniera” alle elementari, con il rischio che l’inglese sarebbe favorito al francese o all’italiano.

+ Le lingue nazionali non sono più il collante della Svizzera?

Lingue straniere in aumento

Malgrado le divergenze sul progetto, i parlamentari si sono mostrati uniti sul fatto che la diversità linguistica fa parte del DNA della Svizzera e deve essere preservata. Oltre alle lingue nazionali, le statistiche mostrano d’altronde che la percentuale di idiomi stranieri parlati nella Confederazione non ha cessato di crescere dagli anni Settanta.

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Per quanto riguarda le lingue più rappresentate, variano molto a seconda delle epoche e del profilo degli immigrati. Se nel 2000 in cima alla classifica vi erano il serbo-croato e l’albanese, dal 2010 la lingua straniera più parlata in Svizzera è l’inglese. Un’evoluzione legata però anche a un cambiamento statistico, poiché dal 2010 le persone intervistate possono citare più lingue principali. Da qui, probabilmente, la grande popolarità dell’inglese.

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Lingue in pericolo in Svizzera

Per quanto riguarda le lingue minoritarie, citate nella mozione, la Svizzera deve fare il possibile per preservarle. Nel 1997 ha infatti ratificato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarieCollegamento esterno e ogni tre anni deve rendere conto della situazione in un rapporto. Il Consiglio d’Europa, dal canto suo, emette critiche, elogi, ma anche raccomandazioni, che la Svizzera è tenuta a seguire. È sulla base delle valutazioni del Consiglio d’Europa che la Confederazione e il cantone dei Grigioni hanno ad esempio sviluppato ciascuno una legge sulle lingue.

Oltre al romancio, la Carta si applica anche ad altre lingue minoritarie in Svizzera, come l’italiano in Ticino e nei Grigioni, il francoprovenzale, la lingua walser, lo jenischCollegamento esterno e lo yiddishCollegamento esterno.

Traduzione dal francese, Stefania Summermatter

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