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«Dare seguito alla tradizione umanitaria svizzera»

Manuel Bessler, il nuovo delegato per l'aiuto umanitario svizzero. swissinfo.ch

Manuel Bessler è stato nominato nuovo delegato per l'aiuto umanitario svizzero. Lo zurighese, da diversi anni attivo in Pakistan per le Nazioni Unite, intende dare seguito all'importante tradizione umanitaria svizzera.

Il Consiglio federale ha comunicato il 4 maggio di aver nominato il nuovo delegato per l’aiuto umanitario della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). Manuel Bessler succede a Toni Frisch che ha assunto questa carica più di dieci anni or sono.

Attualmente, Bessler è capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Pakistan (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs, OCHA).

La nomina di Bessler arriva dopo un lungo periodo di silenzio da parte del Ministero degli affari esteri svizzero (Dipartimento federale degli affari esteri) che ha preoccupato l’ambiente dell’aiuto umanitario. Si temeva infatti che il Corpo Svizzero d’aiuto umanitario potesse essere integrato nel settore sviluppo del dipartimento.

Manuel Bessler è attivo da oltre 20 anni in ambito umanitario e si dichiara lieto di poter portare avanti l’importante lavoro dell’aiuto umanitario elvetico. Lo abbiamo incontrato a Islamabad poco dopo la comunicazione della sua nomina.

swissinfo.ch: Cosa vorrebbe raggiungere in quanto delegato per l’aiuto umanitario svizzero?

Manuel Bessler: Il mio scopo principale è assicurare la continuità dell’attività umanitaria svizzera. La Confederazione ha una ricca tradizione in questo ambito grazie alla sua esperienza, il know how e le capacità di cui dispone per alleviare la sofferenza umana.

swissinfo.ch: Dopo tanti anni sul terreno, come si sente all’idea di tornare in Svizzera per lavorare nella sede della DSC?

Manuel Bessler: È sicuramente una sfida. Ma dopo tanti anni alle Nazioni Unite a New York,  lavorare alla sede principale non è qualcosa di completamente nuovo per me. Anche questo fa parte dell’azione umanitaria. Senza sede principale, l’attività umanitaria sul campo non ha senso e senza lavoro sul campo la sede principale risulta inutile. Si tratta di operazioni che necessitano di entrambe le attività.

Dopo tre anni di lavoro sul campo sono lieto di poter condurre una vita un po’ più strutturata e sono particolarmente contento di rientrare nel mio paese dopo così tanti anni all’estero.

swissinfo.ch: Nell’ambito della sua attività umanitaria ha mai collaborato con la DSC?

M.B.: La DSC è un partner con cui ho avuto il privilegio di lavorare. Non solamente in Pakistan ma anche a Gerusalemme e nel dipartimento politiche della sede ONU di New York. Sono stato in contatto stretto con la DSC che ha finanziato diversi progetti a cui ho partecipato.

Dunque, la DSC non mi è nuova. Ma lavorare in questa organizzazione e fare parte del gruppo è qualcosa di nuovo. Sono molto lieto e motivato di poter affrontare questa nuova sfida.

swissinfo.ch: Subentrerà a Toni Frisch che è stato a capo dell’aiuto umanitario per dieci anni. Ci saranno probabilmente dei cambiamenti al suo arrivo: quali sono i progetti?

M.B.: All’inizio dovrò conoscere la DSC, l’Amministrazione federale e il lato operativo dell’organizzazione.  

Sono lieto di conoscere i miei futuri colleghi e di discutere con loro l’importante ruolo della DSC nelle politiche estere svizzere, per proseguire la sua grande tradizione umanitaria.

swissinfo.ch: Per la DSC lo sviluppo riveste un ruolo più importante dell’aiuto umanitario. Si è anche temuto che il lato umanitario sarebbe stato integrato nello sviluppo. Pensa che l’aiuto umanitario rimarrà così com’è o crede che sarà ridotto?

M.B.: Penso che sarà improntate lavorare a stretto contatto con i colleghi dello sviluppo della DSC. Secondo me non si tratta di due attività separate. L’aiuto umanitario e l’aiuto allo sviluppo devono lavorare mano nella mano.
 
In ogni caso, poiché sono stato attivo nel campo umanitario, spero che il lavoro in tale senso continui a fare parte delle politiche estere svizzere. Si tratta principalmente di salvare vite: ciò deve accadere in fretta, essere ben coordinato e ci vogliono delle risorse importanti.

In tale ambito, la Svizzera non solo ha una profonda tradizione, ma dispone anche di molta esperienza e know how. Penso sia primordiale mantenere il ruolo essenziale a livello internazionale che la Svizzera svolge. Farò del mio meglio per mantenere alti i nostri valori e le nostre competenze.

swissinfo.ch: C’è un ambito in particolare su cui occorre concentrare l’aiuto umanitario della DSC?

M.B.: La Svizzera ha molto da offrire per quanto riguarda un impiego veloce ed efficiente di squadre di ricerca. Si tratta di un dispositivo che dobbiamo mantenere tale. È anche molto importante mantenere la presenza sul posto e lasciare traccia del nostro intervento. Non deve essere solo una toccata-fuga.

Un altro importante contributo dell’aiuto umanitario della DSC riguarda le attività a medio e a lungo termine e il mantenimento degli sforzi congiunti con i partner.

 
Ci sono tre elementi su cui ci dovremo concentrare: l’impiego immediato e rapido di risorse umanitarie, un lavoro a medio e a lungo termine volto a creare sostenibilità e riabilitare le strutture danneggiate e infine le attività a lungo termine in materia di sviluppo.

L’aiuto umanitario fa parte della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC). Sottostà al Dipartimento federale degli affari esteri.
 
Il suo braccio operazionale è il Corpo svizzero di aiuto umanitario. Si tratta di un corpo di milizia di cui fanno parte 700 specialisti.
 
È il primo attore ad intervenire in caso di catastrofi naturali, crisi e conflitti. L’aiuto umanitario si occupa anche di ricostruzione e prevenzione.
 
Il budget per il 2011 ammonta a 312milioni di franchi.
 
L’aiuto umanitario della Confederazione collabora con le Nazioni unite, il Comitato internazionale della Croce rossa, diverse ONG e istanze statali.

Nato nel 1958 a Zurigo, ha studiato diritto all’Università di Zurigo e alla Harvard Law School. Ha esercitato l’attività di avvocato a Zurigo e nel 1991 è entrato a far parte del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).

È stato tra l’altro consulente legale della delegazione del CICR in Israele e nei Territori palestinesi occupati, capo della sottodelegazione del CICR a Gerusalemme, delegato all’informazione e alle relazioni ad Haiti nonché capo della Missione del CICR in Cecenia e della delegazione del CICR in Iraq.

Nel 1994 è stato collaboratore militare dell’ispettore generale della Forza di protezione delle Nazioni Unite nell’ex Jugoslavia (UNPROFOR). Dal 2000 Manuel Bessler lavora alle Nazioni Unite, nell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), prima nella sezione per la politica umanitaria a New York e successivamente come capo dell’Ufficio OCHA a Gerusalemme. Dall’aprile del 2009 è capo dell’Ufficio OCHA in Pakistan.

Fonte: Comunicato stampa dell’Amministrazione federale

(traduzione e adattamento dall’inglese, Michela Montalbetti)

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