Dieci mesi dopo, gli svizzeri rivotano sull’immigrazione
Il popolo svizzero era chiamato ancora una volta alle urne questo fine settimana per esprimersi sull’immigrazione. Un’iniziativa popolare chiede di limitare la crescita demografica per proteggere le risorse naturali. I votanti si sono pronunciati anche sull’abolizione dei forfait fiscali per ricchi stranieri e sull’aumento delle riserve auree della banca nazionale.
Il 9 febbraio scorso, i votanti accettavano l’iniziativa «Contro l’immigrazione di massa». Promossa dalla destra conservatrice, la modifica costituzionale prevede l’introduzione di contingenti e tetti massimi all’immigrazione. L’iniziativa «Ecopop», su cui si vota domenica, è nata invece in cerchie che si richiamano all’ecologia, pur non trattandosi di partiti tradizionalmente attivi nella difesa dell’ambiente (ecologisti e verdi liberali).
Il testoCollegamento esterno di questa iniziativa chiede che la popolazione residente in Svizzera sia «compatibile con la conservazione a lungo termine delle basi naturali della vita». Concretamente, viene proposto che il saldo migratorio netto in Svizzera non superi lo 0,2% della popolazione residente su una media di tre anni. L’iniziativa domanda anche che il 10% dei fondi per l’aiuto allo sviluppo sia investito in progetti di pianificazione famigliare nei paesi in via di sviluppo.
Altri sviluppi
L’iniziativa Ecopop verso un probabile rifiuto, ma…
L’iniziativa dell’associazione Ecopop (Ecologia e popolazione) si scontra con un ampio fronte di contrari. Tutti i partiti politici, da destra a sinistra, così come una lunga lista di organizzazioni (sindacati, associazioni economiche, chiese e ONG), si oppongono al progetto. L’iniziativa – sostengono – è troppo estremista, colonialista, mette in pericolo la tradizione umanitaria della Svizzera e rappresenta un freno allo sviluppo economico del paese.
Anche l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), all’origine dell’iniziativa «contro l’immigrazione di massa», ufficialmente chiede di respingere il progetto. Lo stesso vale per i movimenti ecologisti tradizionali, anche se manifestano una certa comprensione per l’obiettivo di Ecopop di ridurre l’impronta ecologica dell’umanità.
Dalle urne uscirà con grande probabilità un ‘no’. Questa iniziativa potrebbe però registrare uno score più che onorevole, tenuto conto di questa opposizione quasi unanime. Dall’ultimo sondaggio è emerso che il 39% delle persone intervistate è favorevole, il 56% contrario mentre gli indecisi sono il 5%.
Questo buon risultato si spiegherebbe soprattutto per una ragione tattica: molti votanti accetterebbero il testo solamente per far pressione sul governo affinché applichi veramente l’iniziativa «Contro l’immigrazione di massa», spiegano gli autori del sondaggio.
Equità contro attrattiva
La seconda iniziativa sottoposta al voto emana dai ranghi della sinistra. Essa chiede l’abolizione dei forfait fiscali per ricchi stranieri.Collegamento esterno
Questo sistema permette a facoltosi stranieri residenti in Svizzera che non esercitano attività lucrative, di essere tassati unicamente sulla base delle loro spese e non sulle loro entrate e sul patrimonio reale. Più di 5’600 persone ne approfittano, tra cui grandi nomi dello spettacolo o dello sport, come l’ex pilota di Formula 1 Michael Schumacher o il giocatore di tennis francese Jo-Wilfried Tsonga.
I forfait sono utilizzati principalmente nei cantoni latini, Vaud in testa. Certi cantoni, come Zurigo, hanno già abolito questa pratica, mentre altri, tra cui Berna, hanno rifiutato di sopprimerli. Con l’iniziativa «Basta ai privilegi fiscali dei milionari» il dibattito è ora su scala nazionale.
Il progetto provoca uno scontro destra-sinistra piuttosto classico. A sinistra si ritiene che questo sistema, piuttosto opaco, non sia equo. Non è normale che uno svizzero della classe media paghi percentualmente più imposte di un milionario straniero che beneficia di un forfait. La sinistra denuncia anche le perdite che questi esiliati fiscali causano nei loro paesi d’origine.
A destra gli argomenti sono più pragmatici. L’abolizione dei forfait diminuirebbe l’attrattiva fiscale ed economica della Svizzera. Diversi paesi, tra cui ad esempio il Belgio o il Portogallo, cercano pure di attirare persone facoltose. Secondo la destra, abolire i forfait fiscali in Svizzera non cambierebbe nulla a livello globale. Al massimo servirebbe a «tirarsi la zappa sui piedi».
Secondo i sondaggi, la maggioranza degli svizzeri potrebbe lasciarsi convincere da questi argomenti. Stando alle ultime cifre, il 46% degli intervistati rifiuta l’iniziativa, il 42% l’accetta e il 12% è indeciso.
I mercati osservano
L’ultima iniziativa, lanciata da un comitato di esponenti dell’UDC, s’intitola «Salvate l’oro della Svizzera» e chiede di ricostituire le riserve aureeCollegamento esterno della Banca nazionale svizzera (BNS). All’inizio degli anni 2000, la BNS aveva venduto oltre la metà delle sue riserve d’oro. Da molto tempo, infatti, il metallo giallo non serve più a garantire la copertura della massa monetaria e ha perso la sua funzione di valore rifugio.
Secondo l’UDC, questa politica equivale a dilapidare il patrimonio nazionale. Nella sua iniziativa, il partito di destra chiede quindi di vietare nuove vendite e di aumentare le riserve auree affinché esse rappresentino almeno il 20% degli attivi della BNS, contro il 7,6% attualmente. Inoltre, tutto l’oro dovrebbe essere custodito in Svizzera e non in parte all’estero come accade oggi.
Gli altri partiti si oppongono all’iniziativa. Ritengono che diminuirebbe fortemente il margine di manovra della BNS. I contrari fanno anche valere che non bisogna sopravvalutare l’importanza dell’oro: questo metallo prezioso non genera interessi e può rapidamente perdere valore.
I mercati finanziari osservano con attenzione l’evoluzione della situazione. Se l’iniziativa fosse accettata, la Svizzera dovrebbe acquistare grandi quantità d’oro, ciò che avrebbe ripercussioni sul mercato mondiale. Le borse non hanno però molte ragioni di agitarsi: stando all’ultimo sondaggio, l’iniziativa è respinta dal 47% dei votanti, contro il 38% di ‘sì e il 15% di indecisi.
(traduzione di Daniele Mariani)
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