Lotta per il fucile d’assalto svizzero
La Svizzera deve adottare la direttiva sulle armi dell'Unione europea, che tra l'altro prevede il divieto di armi semiautomatiche? Il dibattito alla camera bassa del parlamento elvetico si annuncia acceso. Due membri della commissione della politica della sicurezza espongono le loro opinioni divergenti.
La nuova direttiva sulle armiCollegamento esterno è una diretta conseguenza degli attentati terroristici che hanno colpito l’Europa negli ultimi anni. Essa intende in particolare rendere più difficile l’accesso alle armi semiautomatiche.
La Svizzera non è membro dell’Ue. Ha però sottoscritto l’accordo di SchengenCollegamento esterno, ciò che obbliga la Confederazione ad adattare le proprie leggi.
Il governo elvetico ha già ottenuto una deroga: i militari svizzeri potranno continuare a mantenere le loro armi d’ordinanza e in particolare il fucile d’assalto semiautomatico. Il fatto che ogni soldato ha il diritto di portarsi a casa la sua arma, incluse le munizioni, al termine dell’obbligo militare – così da essere pronto in caso di emergenza – rappresenta uno dei cardini del sistema di milizia svizzero.
Quattro domande a Werner SalzmannCollegamento esterno, contrario a un inasprimento della legge sulle armi
swissinfo.ch: Quando è stata l’ultima volta che ha utilizzato un’arma a fuoco?
Werner Salzmann: Martedì scorso durante l’allenamento con la società di tiro Mülchi.
swissinfo.ch: Perché ritiene che sia così importante possedere un’arma?
W. S.: Il fatto che noi, in quanto soldati, possiamo difendere il Paese con l’arma personale fa parte della nostra lunga tradizione. Ciò impedisce di creare un fossato tra i militari e la società civile.
swissinfo.ch: L’adeguamento alla nuova direttiva Ue sulle armi non prevede alcun cambiamento né per i soldati né per i cacciatori. In futuro, soltanto i tiratori sportivi avranno l’obbligo di allenarsi con regolarità. Sarebbe così tragico?
W. S.: Sarebbe un’assurdità burocratica e una tipica tattica del salame, il cui scopo è di abolire presto o tardi il tiro e quindi di disarmare gli svizzeri. Si inizierebbe inserendo l’arma di ordinanza nella categoria delle armi proibite.
swissinfo.ch: La strada che porta al disarmo degli svizzeri è però ancora molto lunga…
W. S.: I numerosi tentativi di inasprire la legge sulle armi ci hanno mostrato che l’intenzione è soprattutto quella di ostacolare il tiro. Mi mostri un solo articolo della nuova legislazione europea sulle armi che consentirà di evitare un attentato terroristico.
Qui si tratta solamente di inginocchiarsi di fronte all’Ue.
Quattro domande a Pierre-Alain FridezCollegamento esterno, favorevole a un inasprimento della legge sulle armi
swissinfo.ch: Quando è stata l’ultima volta che ha utilizzato un’arma a fuoco?
Pierre-Alain Fridez: Sono stato un fuciliere dell’esercito svizzero. Durante il servizio militare ho sparato con il fucile d’assalto. Il tiro obbligatorio non è mai stato un problema. All’età di 42 anni [quindi circa 20 anni fa, ndr] ho restituito l’arma di ordinanza dell’esercito. Da allora non ho mai più utilizzato un’arma da fuoco.
swissinfo.ch: Perché vuole imporre una legge sulle armi più severa a decine di migliaia di tiratori sportivi?
P.-A. F.: Per i tiratori svizzeri non è previsto alcun inasprimento di rilievo. Nell’Ue, le armi semiautomatiche – tra cui ci sono anche i fucili d’assalto dell’esercito svizzero – sono proibite. Durante i negoziati, il governo elvetico è però riuscito a convincere Bruxelles della particolarità storica della Svizzera in quest’ambito.
swissinfo.ch: Chi possiede un’arma semiautomatica necessiterà però di un’autorizzazione eccezionale. Per ottenerla si dovrà essere membri di una società di tiro oppure dimostrare di praticare il tiro con regolarità.
P.-A. F.: L’Ue ha deciso di inasprire la legislazione sulle armi. Se la Svizzera intende rimanere nello spazio Schengen, deve adeguarsi.
swissinfo.ch: Adeguarsi alle nuove direttive significa aumentare i controlli. Aumenterà anche la sicurezza?
P.-A. F.: È dimostrato che dall’inasprimento della legislazione svizzera sulle armi nel 1998 il numero dei morti per arma da fuoco è calato da 460 a circa 200 all’anno. Meno armi sono in circolazione, meno casi ci sono.
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Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio
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