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“Dobbiamo trovare soluzioni che uniscano le persone”

dibattito televisivo dei presidenti dei principali partiti svizzeri
Marco Chiesa e Thierry Burkart durante il dibattito televisivo al termine della domenica di elezioni federali. © Keystone / Peter Klaunzer

Al termine della domenica di elezioni federali, i presidenti dei sei principali partiti della Svizzera hanno chiesto di promuovere una cultura del compromesso nella prossima legislatura. Ecco le loro reazioni.

Con il 29% dei voti e nove seggi conquistati, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) è la grande vincitrice delle elezioni federali di domenica. Durante il tradizionale dibattito televisivo di fine giornata, il suo presidente Marco Chiesa è stato comunque modesto: “Abbiamo ricevuto un chiaro mandato dal popolo per mettere sul tavolo questioni importanti, come l’immigrazione illegale e le sue conseguenze, e un approvvigionamento energetico sicuro”, ha detto.

Al secondo posto, il Partito socialista (PS) si è detto soddisfatto dei risultati, in particolare nella Svizzera francese, dove “sono piuttosto impressionanti”, secondo il co-presidente Cédric Wermuth. Per la prima volta in otto anni, il PS è leggermente progredito a livello nazionale, guadagnando due seggi. “È chiaro che il popolo ci ha dato il mandato di fare da contrappeso all’UDC”, ha affermato.

>> Guarda il dibattito (in francese):

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Verdi moralisti

I presidenti dei partiti ecologisti hanno espresso la loro ovvia delusione, visto che il numero di voti ottenuto è in netto calo. “Manteniamo comunque i due terzi dei nostri seggi in Parlamento, mentre l’UDC ha recuperato solo due terzi dei seggi persi nel 2019”, ha dichiarato Balthasar Glättli, presidente dei Verdi. Il partito ha perso cinque seggi nel Consiglio nazionale e la sua forza elettorale è scesa sotto il 10%. Il Partito verde liberale (PVL) ha perso sei seggi.

Mentre il 2019 ha visto un’ondata verde senza precedenti, il 2023 ha deluso le speranze di molti candidati e candidate ecologiste. Per il quotidiano in lingua francese La Tribune de Genève, i Verdi si sono smarriti con il loro discorso moralista sul clima, le questioni di genere e il consumo di carne. La Basler Zeitung scrive che le azioni degli attivisti e delle attiviste per il clima hanno avuto un impatto negativo sul risultato del partito ecologista.

La migrazione come vettore di mobilitazione

In questo contesto di aumento dei prezzi e di instabilità della situazione geopolitica globale, sono usciti vincenti i partiti che si sono concentrati sulle preoccupazioni quotidiane, come l’UDC, che ha incentrato gran parte della sua campagna sulla migrazione.

Durante il dibattito televisivo, Marco Chiesa ha ripetutamente insistito sulla “caotica” politica di asilo della Svizzera e sull’immigrazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici ogni anno, affermando che sono la causa di molti dei mali del Paese. Questi temi hanno chiaramente fatto breccia tra l’elettorato.

Con la nuova composizione del Parlamento, il quotidiano economico L’Agefi teme una mancanza di pragmatismo. Rispondere con una retorica rassicurante ma semplicistica alle preoccupazioni della popolazione di fronte a problemi reali – come quelli causati dall’immigrazione – può certamente aiutare a farsi eleggere, osserva L’Agefi. Il compito di un parlamentare, prosegue, è quindi quello di rispondere alle sfide che deve affrontare la Svizzera.

Per il presidente del Partito liberale radicale (PLR) Thierry Burkart, la questione dell’asilo ha acquisito importanza durante la campagna elettorale. “Se non vogliamo che l’UDC guadagni ancora più terreno tra quattro anni, dobbiamo affrontare seriamente la questione”, ha avvertito. Il partito della destra liberale ha ottenuto il 14,6% dei voti, perdendo 0,5 punti percentuali.

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Cultura del compromesso

L’aumento dei costi sanitari, in particolare dei premi dell’assicurazione sanitaria (cassa malati), è stato un altro dei temi principali della campagna elettorale.

In questo ambito, il PS “non si aspetta il sostegno dei partiti di destra e lancerà una nuova iniziativa per una cassa malati unica”. Ma secondo Cédric Wermuth, “le discussioni con tutte le parti sono sempre possibili” per trovare soluzioni.

Un’opinione condivisa da Gerhard Pfister, presidente del Centro. Secondo lui, la popolazione svizzera vede il suo partito e il PS come i più competenti nel campo della sanità. “Il nostro obiettivo è fermare l’aumento dei costi. Per raggiungere questo obiettivo, creeremo alleanze con i partiti che condividono alcune delle nostre idee”, ha detto.

Al di là di questo tema specifico, i presidenti dei partiti sono sembrati propensi a promuovere una cultura del compromesso. “Dobbiamo trovare soluzioni che uniscano le persone”, ha dichiarato Michel Matter, vicepresidente del PVL, per il quale la transizione ecologica e l’invecchiamento della popolazione devono diventare le priorità del Parlamento. Balthasar Glättli ha aggiunto: “Dobbiamo trovare il modo di proteggere il clima anche in questo contesto più difficile, perché il clima non aspetta nessuno”.

Il quotidiano Le Temps ritiene che i buoni risultati dell’UDC la costringeranno ad assumersi le proprie responsabilità e a smettere di essere solo un partito di opposizione che soffia sulle braci e si rifiuta di stringere alleanze realmente costruttive.

La composizione del Consiglio federale di nuovo in discussione

Con Il Centro alla pari con il PLR in quanto terza forza politica del Paese, è stata nuovamente sollevata la questione della composizione del Consiglio federale. Ci sono due seggi per l’UDC, due per il PS, due per il PLR e uno per Il Centro.

Sebbene Gerhard Pfister ritenga che la distribuzione dei seggi all’interno del Consiglio federale debba essere discussa in modo approfondito per verificare se sia ancora giustificata, la questione della ripresa di uno dei due seggi del PLR da parte del Centro non è di attualità nel contesto attuale. Il PLR si è detto sollevato di non doversi aspettare che i suoi due seggi siano messi in discussione.

Michel Matter ritiene che “la distribuzione dei seggi in Consiglio federale sia obsoleta”. Ma come ha sottolineato Stéphane Deleury, esperto di politica presso la Radiotelevisione svizzera di lingua francese, per cambiare la composizione del Governo, un partito deve essere politicamente forte e ottenere voti senza alleanze. Inoltre, “oggi, a parte i Verdi, il PVL e il Centro, nessun partito vuole toccare questa formula magica”, secondo il giornalista.

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Traduzione di Luigi Jorio

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