Prospettive svizzere in 10 lingue

La Posta offre una versione ‘test’ – Più di una trovata pubblicitaria?

La Posta invita tutti a provare il suo sistema di voto online, promettendo facilità e sicurezza. Keystone

Gli svizzeri all'estero in alcuni cantoni possono votare tramite Internet. Attualmente sul mercato elvetico sono in competizione tre sistemi. Uno di essi è offerto dalla Posta, che ora ha messo in rete una versione di prova, con la quale chiunque può simulare una partecipazione al voto. swissinfo.ch ha fatto un test.

Tutto è filato liscio come l’olio. Parafrasando con un’espressione tipicamente elvetica, potremmo assicurare che “è andato come una lettera alla posta”…

In primo luogo, dall’apposita pagina webCollegamento esterno abbiamo scaricato una scheda di voto, disponibile in tutte le quattro lingue nazionali, che solitamente viene recapitata per posta ad ogni persona iscritta nei cataloghi elettorali.

Chi non ama i codici, se vuole approfittare dell’opportunità di votare con qualche semplice click, dovrà fare buon viso a cattivo gioco. Il materiale di voto digitale ne contiene infatti quattro: di inizializzazione, di verifica, di conferma e di finalizzazione.

Dopo avere introdotto il primo codice e un anno di nascita fittizio, il gioco è fatto: possiamo votare sui vari oggetti in votazione, esattamente come siamo abituati a fare con le solite schede cartacee. L’unica differenza è che si utilizzano tasti e mouse al posto della penna.

Siamo quindi passati alla seconda fase: i nostri dati sono stati “sigillati”. Con i numeri di controllo abbiamo potuto verificare che essi siano stati trasmessi correttamente a un server.

Ed eccoci all’ultimo passo: con l’introduzione di un altro codice abbiamo potuto “mettere nell’urna” la nostra scheda di voto virtuale. In sintesi: un gioco da ragazzi!

La Posta all’offensiva

La competizione nel mercato del voto elettronico in Svizzera è agguerrita, perché c’è un enorme potenziale di crescita. La Posta è in concorrenza con il cantone di Ginevra e la società privata emineoCollegamento esterno.

“La versione ‘demo’ non è una trovata pubblicitaria”, afferma Oliver Flüeler, portavoce della Posta. “Vogliamo mostrare alla gente cos’è realmente l’e-voting e com’è facile il funzionamento del nostro sistema”.

L’iniziativa della Posta rallegra l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE). “Così si può dimostrare alla popolazione che questo sistema è molto facile da usare”, osserva il portavoce Sasha Edelmann. Egli rammenta che anche il funzionamento pratico del sistema di Ginevra, denominato “CHVote”, è stato mostrato lo scorso autunno a parlamentari svizzeri, rappresentanti cantonali e giornalisti.

Friburgo è stato il primo cantone, lo scorso novembre, ad utilizzare il sistema di voto online sviluppato dalla Posta in collaborazione con la società spagnola Scytl. Friburgo per ora offre solo agli aventi diritto di voto nel cantone che risiedono all’estero la possibilità di utilizzare l’e-voting.

Dalla votazione del 12 febbraio, anche Neuchâtel usa il “Post E-Voting”. Neuchâtel, che già dal 2005 utilizzava un sistema di e-voting sviluppato con la Scytl, offre la possibilità di votare online, tramite il suo “sportello virtuale centrale” (“Guichet uniqueCollegamento esterno“), a tutto l’elettorato neocastellano all’estero e a buona parte di quello residente nel cantone.

Il terzo cantone ad adottare il “Post E-Voting” potrebbe essere Basilea Città, che finora utilizzava il concorrente “CHVote” di Ginevra. Quest’ultimo sistema è utilizzato anche dai cantoni di Berna e Lucerna. A questi, se tutto proseguirà secondo i piani, dall’autunno di quest’anno dovrebbero aggiungersi San Gallo e Argovia, che hanno già concluso un accordo con Ginevra nel 2016.

La sicurezza del voto è l’aspetto centrale dell’e-voting. Secondo i critici, il rischio di manipolazione del voto è ancora troppo elevato. La Posta, invece, si dice “convinta che soltanto le soluzioni di voto online trasparenti possono avere successo nel lungo termine”, secondo quanto scrive il “gigante giallo” in un comunicato.

Il terzo incomodo

Quello che sembrava profilarsi come un duello tra La Posta e il cantone di Ginevra per sedurre nuovi cantoni con i rispettivi sistemi di voto elettronico, dall’anno scorso si è trasformato in una partita a tre. In gioco è infatti entrata anche emineo, un’azienda informatica zurighese, che propone un sistema sviluppato in collaborazione con una società partner tedesca.

La società zurighese aveva inoltrato ricorso contro le procedure d’appalto per l’e-voting dei cantoni di San Gallo e Argovia, poiché nei bandi di concorso avevano messo come condizione che il sistema doveva già essere autorizzato in Svizzera. Ciò equivaleva a precludere qualsiasi concorrenza, poiché gli unici due sistemi già autorizzati nella Confederazione sono il “CHVote” e il “Post E-Voting”, aveva indicato il co-fondatore di emineo, Werner Zecchino, lo scorso novembre a swissinfo.ch, spiegano i motivi dei ricorsi.

Nel frattempo, dopo avere attentamente soppesato gli interessi, la società zurighese li ha ritirati, ha detto a swissinfo.ch il CEO Thomas Zwahlen. Ha infatti valutato che le possibilità di successo erano troppo scarse, a fronte di investimenti finanziari e di tempo troppo elevati per una società privata dalle dimensioni della emineo. L’azienda prosegue però i “contatti esplorativi con altre amministrazioni cantonali in Svizzera”, ha puntualizzato Zwahlen.

Esigenza della Quinta Svizzera

L’Organizzazione degli svizzeri all’estero si batte da anni per l’introduzione del voto elettronico in tutti i cantoni per gli espatriati. Per molti di costoro è infatti l’unica possibilità di esercitare i loro diritti civici, poiché in certi paesi i tempi di consegna postali del materiale di voto sono troppo lunghi.

Il senatore Filippo Lombardi e il deputato Tim Guldimann hanno depositato ciascuno una mozione in cui chiedevano di obbligare per legge i cantoni a mettere l’e-voting a disposizione di tutti gli svizzeri all’estero entro le elezioni federali del 2019. La Camera dei cantoni ha respinto la mozioneCollegamento esterno di Lombardi nel marzo 2016, seguendo la raccomandazione del governo, il quale rammentava che lo svolgimento di elezioni e votazioni è di competenza dei cantoni. Dopo il rifiuto alla Camera dei cantoni, Guldimann ha ritirato la propria mozioneCollegamento esterno alla Camera del popolo.


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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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