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“Occorre agire subito per salvare il clima e invece ci prendiamo il tempo di riflettere”

Verdi a colloquio: Lisa Mazzone, Regula Rytz (al centro) e Balthasar Glättli. Keystone / Anthony Anex

I Verdi sono delusi del risultato della loro candidata all'elezione del governo federale svizzero e in particolare del mancato sostegno dei Verdi liberali. Gli ecologisti hanno perso l'occasione di accedere al Consiglio federale, ma metteranno tutto il loro impegno nel far sentire le loro voce in Parlamento.

L’atmosfera che prevaleva a Palazzo federale prima delle elezioni lo faceva presagire: i sette membri del governo svizzero sono stati riconfermatiCollegamento esterno al primo turno di elezione. Sembrava che tutto fosse già deciso: nessun conciliabolo, nessuno complotto dell’ultimo minuto o nessun incontro carico di tensione.

La tradizionale “notte dei lunghi coltelli”, l’elaborazione di strategie di attacco o difesa nei bar di Berna la sera prima dell’elezione, si è ridotta quest’anno a un gioioso brindisi tra colleghi.

Eppure la posta in gioco era alta: cambiare la composizione fissa del governo per includere i Verdi e quindi seguire la volontà degli elettori, che hanno ampiamente sostenuto gli ecologisti in occasione delle ultime elezioni parlamentari.

La sinistra era intenzionata a tentare il colpo e ha sostenuto la candidata ecologista Regula Rytz, ma la destra ha deciso di optare per la continuità, per darsi il tempo di valutare nei prossimi anni la possibilità di modificare la “formula magica” che regola la composizione del Consiglio federale.

“Questa lentezza è al contempo la forza e la debolezza del sistema svizzero”, osserva il deputato socialista Mathias Reynard. “Questa volta non ci è piaciuto, ma è anche la garanzia di una certa stabilità”.

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​​​​​​​Il clima non aspetta

L’immobilismo però delude molto i Verdi. “La situazione climatica è drammatica, occorre agire immediatamente e invece ci prendiamo il tempo di riflettere “, dice Céline Vara, consigliera di Stato ecologista. “Ho paura per il futuro, stiamo davvero perdendo un’opportunità.”

I Verdi sapevano di avere poche possibilità, ma si aspettavano un maggiore sostegno da parte dei Verdi liberali. “Hanno avuto l’occasione senza precedenti di eleggere un’ecologista al Consiglio federale e hanno preferito dare la precedenza agli interessi economici”, dice Céline Vara.

“Nel sistema svizzero, il governo alla fine ha poco potere” Isabelle Chevalley, deputata verde liberale

Isabelle Chevalley, deputata verde liberale, precisa che il suo gruppo era diviso: “Vogliamo lavorare con le aziende per preservare il clima, i Verdi vogliono lavorare contro le aziende, il nostro approccio non è lo stesso.” Ritiene che le decisioni a favore dell’ambiente saranno prese in Parlamento e che saranno comunque i cittadini ad avere l’ultima parola.

“Nel sistema svizzero, il governo alla fine ha poco potere”, osserva Isabelle Chevalley. “Come pensare che l’elezione di un’esponente dei Verdi nel Consiglio federale abbia effetti importanti e riduca per esempio di colpo le emissioni di CO2”?

Céline Vara ritiene, al contrario, che la maggior parte delle decisioni siano prese dal governo e che per agire efficacemente sul cambiamento climatico, i Verdi debbano fare tutto il possibile per essere rappresentati. “Soprattutto perché l’attuale Consiglio federale non si è distinto per le sue posizioni sul clima”, ricorda la senatrice. “Cercheremo naturalmente di fare tutto il possibile in Parlamento per far sentire la nostra voce, ma siamo una minoranza e abbiamo visto dove si situano oggi i Verdi liberali”.

“Niente poltrona per i verdi”, nota il quotidiano Le Matin. “A parte i socialisti (e neppure tutti), Regula Rytz non ha convinto nessuno degli altri gruppi parlamentari a portare la voce dell’ambiente in Consiglio federale. Questo rifiuto piuttosto secco può essere visto come una reazione contro i grandi vincitori delle elezioni del 20 ottobre. Anche se hanno triplicato la loro rappresentanza a Berna, sono state addotte tutte le ragioni più o meno buone per chiudere loro la porta del Consiglio federale: l’assenza di posti vacanti, il rispetto per la minoranza ticinese, la formula magica o la stabilità delle istituzioni”.

“Con 82 voti, la presidente degli ecologisti, la bernese Regula Rytz, ha addirittura ottenuto un risultato inferiore alle aspettative (…..). L’assalto è stato insufficiente. Non c’è stato nemmeno un secondo round (….). Da un punto di vista strettamente matematico, la bernese non ha nemmeno fatto il pieno di voti del suo schieramento”, scrive dal canto suo laconico il quotidiano Le Temps.

Il Tages-Anzeiger sostiene che Berna si sta allontanando dai cittadini. “Che lo si voglia chiamare ‘cambiamento climatico’ o meno, i partiti in seno al Consiglio federale devono riconoscere che non rappresentano più la popolazione nella stessa misura di quanto facevano in passato. Questa considerazione dovrebbe pesare sulla formazione del governo. Con il mutare delle circostanze, i nostri predecessori hanno ripetutamente dimostrato la loro capacità di adattare il sistema in modo intelligente. Anche questa è una forma di stabilita’.”

La Neue Zürcher Zeitung invece sottolinea che Berna ha bisogno di tempo per adattarsi alle preoccupazioni espresse nelle urne e sulla strada. “Come reagisce il sistema di concordanza quando l’equilibrio dei poteri in Parlamento viene significativamente modificato? Cosa succede alla ‘vecchia’ formula magica quando non corrisponde più alla realtà? L’Assemblea federale ha dato la risposta mercoledì mattina: niente”.

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