Il Parlamento svizzero slitta decisamente a sinistra
La composizione definitiva delle due camere del Parlamento svizzero è ormai nota. Il legislativo è ora più giovane, più femminile e più di sinistra e potrebbe deviare il corso di alcuni dibattiti già durante la sessione di dicembre.
Il volto definitivo del Parlamento svizzero è finalmente svelato: i cantoni di Basilea Campagna, Argovia e Svitto sono stati gli ultimi domenica ad eleggere i loro rappresentanti al Consiglio degli Stati (la camera dei cantoni).
Il secondo turno ha riservato qualche sorpresa in Ticino e a Friburgo: la socialista Marina Carobbio ha soffiato il seggio al popolare democratico uscente Filippo Lombardi e la liberale radicale Johanna Gapany ha fatto altrettanto con il seggio del popolare democratico Beat Vonlanthen. La quota femminile nel Consiglio degli Stati, con 12 donne elette, è la più alta della storia, anche se raggiunge solo il 26%.
Nel Consiglio nazionale, d’altro canto, le donne occupano ora il 42% dei seggi. Anche qui si tratta di un record, sebbene la parità non sia ancora stata raggiunta. L’aumento della rappresentanza femminile nella camera del popolo è particolarmente marcato tra i socialisti (25 donne/14 uomini) e i verdi (17 donne/11 uomini), molto meno nel PPD (7 donne/18 uomini) e nell’UDC (13 donne/40 uomini).
Entrambe le camere sono anche diventate più giovani: l’età media è di 55 anni nel Consiglio degli Stati contro i 59 della precedente legislatura. Nel Consiglio nazionale è di 49 anni, mentre in precedenza era di 53 anni. Il membro più giovane della camera del popolo è il liberale radicale di Zurigo Andri Silberschmidt, che ha 25 anni. Il più vecchio è il 72enne deputato vodese dell’UDC Jean-Pierre Grin. Il numero dei consiglieri nazionali con meno di 30 anni è quasi raddoppiato rispetto al 2015, passando da 4 a 7 membri.
Con il successo dei verdi (+17 seggi nel Consiglio nazionale e +4 nel Consiglio degli Stati) e dei verdi liberali (+9 seggi nel Consiglio nazionale) in queste elezioni, il parlamento ha svoltato a sinistra. La destra (UDC, PLR, UDF, Lega) ha perso 17 seggi in Consiglio nazionale rispetto al 2015, la sinistra (PS, PES, PDL-SOL) ne ha guadagnati 14 e il centro (PPD, PEV, PVL, PBD) altri tre.
“Lo spostamento a sinistra è molto chiaro, non è mai stato tanto forte prima d’ora”, afferma Michael Hermann, direttore dell’istituto di ricerca SotomoCollegamento esterno di Zurigo. L’UDC e il PLR hanno perso più del 5% dei voti. Anche il PS ha perso, ma molto meno del 6,2% vinto dai verdi. “A livello internazionale, può sembrare uno spostamento minimo, ma per la Svizzera un tale movimento da un campo all’altro è molto significativo”.
Questo spostamento a sinistra si nota anche al centro, con i verdi liberali che guadagnano seggi a spese del PBD e del PPD. “Le analisi mostrano che i verdi liberali sono più a sinistra del PPD e del PBD nella maggior parte dei temi”, afferma il direttore di Sotomo. “Abbiamo quindi un chiaro spostamento nel Consiglio nazionale: la sinistra è diventata molto più forte e il centro è andato più a sinistra. È un cambiamento unico nel suo genere e molto marcato, trattandosi di elezioni federali.”
Questo sconvolgimento nella camera del popolo si spiega con il comportamento più elastico degli elettori, che sono meno fedeli a un partito, dice Michael Hermann. Anche il clima politico è cambiato radicalmente in quattro anni: migrazione, terrorismo e insicurezza, temi che mobilitano l’elettorato di destra, hanno dominato il dibattito nel 2015. Oggi sono il clima e la parità a dominare il dibattito, questioni che preoccupano maggiormente l’elettorato di sinistra.
Nel Consiglio degli Stati, tradizionalmente dominato dai partiti conservatori, i rapporti di forza sono mutati di poco. La sinistra guadagna un seggio a spese del centro, ma il PPD rimane il gruppo più grande con 13 seggi, seguito dal PLR con 12 seggi.
La ridistribuzione delle forze in seno al Consiglio nazionale potrebbe avere conseguenze già durante la prossima sessione parlamentare, che si aprirà il 2 dicembre. Sono all’ordine del giorno diverse questioni caratterizzate da notevoli divergenze tra le due camere o in seno alle commissioni parlamentari.
“Durante questa legislatura, è probabile che il Consiglio nazionale voti più spesso come il Consiglio degli Stati, forse anche in modo un po’ più progressista”” Michael Hermann
La prima, che sarà trattata subito dopo l’insediamento dei nuovi eletti, riguarda la trasparenza rispetto ai lobbistiCollegamento esterno accreditati presso il Parlamento federale. La bozza è stata dapprima respinta dal Consiglio nazionale, per essere poi accettata dal Consiglio degli Stati e tornare alla commissione della camera del popolo, la quale ne ha nuovamente raccomandato il rigetto, ma con un solo voto di scarto. La nuova sensibilità del Parlamento potrebbe indurlo ad approvare misure di controllo più severe per i lobbisti.
Gli eletti freschi di giuramento potrebbero anche mostrarsi più aperti verso una maggiore trasparenza nel finanziamento dell’attività politicaCollegamento esterno e inasprire il controprogetto all’iniziativa popolare sulla trasparenzaCollegamento esterno. È possibile anche che accettino di discutere la possibilità di condurre studi scientifici sull’uso della cannabisCollegamento esterno, contrariamente a quanto raccomandato da una maggioranza risicata della commissione.
“Durante questa legislatura, è probabile che il Consiglio nazionale voti più spesso come il Consiglio degli Stati, forse anche in modo un po’ più progressista”, conclude Michael Hermann.
UDC: Unione democratica di centro, destra conservatrice
Lega: Lega dei Ticinesi, destra conservatrice
UDF: Unione democratica federale, destra conservatrice
PLR: Partito liberale radicale, destra liberale
PPD: Partito popolare democratico, centro
PBD: Partito borghese democratico, centro
PEV: Partito evangelico svizzero, centro
PVL: Partito verde liberale, centro
PS: Partito socialista, sinistra
PES: Partito ecologista svizzero/i Verdi, sinistra
PDL-Sol: Partito svizzero del lavoro e SolidaritéS, sinistra
Traduzione dal francese: Andrea Tognina
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