Numero record di candidati per un seggio in parlamento
Quasi 3’800 candidati sono in lizza per conquistare in ottobre uno dei 200 seggi nella Camera bassa del parlamento svizzero. Un numero da primato, in crescita di quasi il 10% rispetto a quattro anni fa. Così come è da primato il numero delle liste presentate dai partiti nei 26 cantoni.
In Ticino, 123 candidati si disputano uno degli otto seggi attribuiti al cantone in Consiglio nazionale. Quattro anni fa gli aspiranti parlamentari erano poco più della metà (68). Stesso scenario in Vallese, con 173 candidati (151 nel 2011) per otto posti a disposizione. A Lucerna a contendersi uno dei 10 seggi nella Camera bassa sono invece 159 (129 nel 2011). In tutti e tre i casi si tratta di un record e l’elenco potrebbe continuare.
Nello spazio di 40 anni, il numero di candidati è infatti più che raddoppiato: nel 1971 erano poco meno di 1’700, quest’anno sono 3’788, stando ai datiCollegamento esterno pubblicati mercoledì dall’Ufficio federale di statistica. Rispetto alle ultime elezioni del 2011, l’aumento è stato di circa il 10%.
Più elettori uguale più candidati?
Uno dei fattori cui potrebbe essere legato questo aumento è strutturale: più persone aventi diritto di voto (e quindi di eleggibilità) significa anche più candidati. Sicuramente esiste una correlazione tra queste due variabili. Non è però sufficiente per spiegare il fenomeno. Se nel 1975 vi era un candidato ogni 1’918 elettori, quattro anni fa ve ne era uno ogni 1’481.
Liste ‘esotiche’
Oltre ai tradizionali partiti, un po’ in tutti i cantoni sono in lizza formazioni più o meno ‘esotiche’.
A Zurigo, ad esempio, un candidato si presenta sulla lista ‘Antipower Point’. Nello stesso cantone, gli elettori possono anche dare il loro voto a una lista composta esclusivamente di artisti e letterati o a un’altra denominata «Stop alle colonne e al terrorismo dei radar».
La lista «della scheda bianca» si presenta invece in alcuni cantoni della Svizzera francese, mentre a sempre a Zurigo si può optare per «Hanf Ueli», ovvero «Ueli la canapa».
La ragione di questa crescita esponenziale va però piuttosto ricercata nella congiuntura politica. «Oggi vi sono molti più partiti. Ai quattro tradizionali, che esistono dal 1919, quando è stato introdotto il sistema proporzionale, sono andati ad aggiungersi i Verdi [entrati in parlamento per la prima volta nel 1979, ndr.], i Verdi liberali [2007], il Partito borghese democratico [2011] e altri piccoli partiti, che cercano un posto al sole», rileva Georg LutzCollegamento esterno, politologo all’Università di Losanna.
Liste per tutti i gusti
Non è però l’unico motivo. La moltiplicazione del numero di candidati è andata di pari passo con la crescita del numero di liste. Nel 1975, ve ne erano complessivamente 170. Oggi sono oltre 400.
A Zurigo, ad esempio, gli elettori possono scegliere tra 35 liste differenti, cinque in più rispetto al 2011. Ve ne è un po’ per tutti i gusti: oltre alla lista principale, i più grandi partiti presentano spesso una lista composta di giovani, a volte anche un’altra di anziani, oppure di donne o di svizzeri all’estero.
Grazie al gioco delle congiunzioni – che permette di sommare i risultati di tutte le liste apparentate – i partiti cercano così di rosicchiare qualche punticino o qualche frazione di punto, attirando ad esempio il voto dei giovani. A volte, anche una minima differenza percentuale può fare la differenza per conquistare un seggio.
«La politica svizzera è diventata più competitiva, vi è una maggiore rivalità tra i partiti e l’elettorato è diventato un po’ più volatile. Vi sono più variazioni tra un’elezione e l’altra. Ciò dà la possibilità ai partiti di racimolare qua e là qualche frazione di punto supplementare, rivolgendosi a segmenti ben specifici dell’elettorato», osserva Pascal SciariniCollegamento esterno, politologo all’Università di Ginevra.
Georg Lutz sottolinea anche un altro aspetto: «Con più liste, i partiti possono avere un numero maggiore di candidati che fa campagna elettorale».
Dalla metà degli anni ’90 vi è inoltre stata «una forma di politicizzazione in Svizzera», rileva ancora Sciarini. Il tasso di partecipazione, che nel 1995 aveva toccato il punto più basso (42,2%), è lentamente e costantemente tornato a salire, raggiungendo il 48,5% nel 2011. Quest’anno, stando ai sondaggi dell’istituto gfs.bern, dovrebbe attestarsi attorno al 50%. «La campagna elettorale è diventata più intensa. È quasi un effetto benefico dell’ascesa dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e della polarizzazione della politica svizzera. Le elezioni sono diventate più competitive, più aperte». Ciò che ha favorito la crescita del numero di candidati.
Quarto d’ora di celebrità?
Vi sono poi probabilmente tutta una serie di fattori personali. «Alcuni pensano forse che è divertente lanciarsi in una campagna elettorale, altri che desiderano aiutare il partito, altri ancora che magari ritengono che candidarsi possa favorire la propria carriera professionale. Onestamente, però, non riesco a capire cosa motivi tutti questi candidati. La maggior parte di loro non ha nessuna chance di essere eletta», sottolinea Georg Lutz.
Sapendo che i 174 consiglieri nazionali uscenti che si ripresentano partono con una lunghezza di vantaggio, saranno solo una manciata i nuovi candidati che riusciranno a conquistare un seggio.
La proliferazione dei canali d’informazione e di campagna può anche essere una chiave di lettura? «È un’ipotesi che andrebbe confermata – osserva Sciarini. È vero però che fino a qualche anno fa tutto era più istituzionalizzato. Vi era una televisione nazionale e poco più. Ciò limitava le probabilità di un candidato secondario di mettersi in mostra. Oggi, con le reti sociali, le televisioni regionali e così via, anche questi candidati hanno una chance di farsi vedere. A Ginevra, ad esempio, la tv regionale vuole intervistare tutti i 178 candidati al Nazionale». Il famoso quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol favorirebbe forse nuove vocazioni?
Il parlamento svizzero è composto di due camere, il Consiglio nazionale (camera del popolo) e il Consiglio degli Stati (camera dei cantoni).
Dal 1919 il Consiglio nazionale (200 seggi) è eletto col sistema proporzionale. Ogni cantone ha diritto ad almeno un seggio e ha un numero di deputati proporzionale alla popolazione di residenza. Zurigo, ad esempio, ha 35 seggi, mentre Glarona uno.
Il Consiglio degli Stati è invece composto dai 46 ‘senatori’ dei cantoni. Ogni cantone ha diritto a due deputati; sei semicantoni a uno solo. Salvo nel Giura e a Neuchâtel, in tutti i cantoni i consiglieri agli Stati vengono eletti col sistema maggioritario. Quest’anno 160 candidati (6 in più rispetto al 2011) si presentano per le elezioni in Consiglio degli Stati.
Gli aventi diritto (tra cui anche gli svizzeri all’estero iscritti nei registri elettorali) possono votare esclusivamente i candidati in lista nel rispettivo cantone di domicilio.
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