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«Merkel è un fenomeno sorprendente»

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Anche al termine del duello televisivo, Merkel ha avuto la meglio. AFP

Angela Merkel è ritenuta imperturbabile, oggettiva, prudente, modesta. Tim Guldimann, ex-ambasciatore svizzero a Berlino, socialista e unico svizzero all'estero a sedere in Consiglio nazionale, considera la cancelliera federale tedesca, al potere da 12 anni, una persona dotata di grande intelligenza e di senso dell’umorismo, priva di vanità e «naturalmente» una donna di potere.

 

swissinfo.ch: Se si vuole credere ai sondaggi, i giochi sono fatti. La cancelliera Angela Merkel dispone di un vantaggio confortevole sul suo sfidante Martin Schulz della SPD. Una situazione che le deve dispiacere, come membro di lunga data dal Partito socialista svizzero…

Tim Guldimann: Naturalmente fa male, soprattutto dopo che all’inizio dell’anno nel Partito socialdemocratico tedesco c’era aria di rinnovamento. Merkel ha annunciato la sua candidatura in novembre senza grande entusiasmo, senza che fosse chiaro perché lo faceva. Sembrava stanca della sua carica e per breve tempo pareva che ci fosse aria di cambiamento. In quel momento è arrivato Schulz, il san Martino salvatore della SPD. Per breve tempo nei sondaggi ha raggiunto risultati migliori di Merkel. Oggi invece Merkel ha un enorme vantaggio, il risultato appare chiaro e la campagna è noiosa.

Tim Guldimann
Tim Guldimann, consigliere nazionale socialista. Keystone

swissinfo.ch: Il candidato alla cancelleria Martin Schulz promette nella sua campagna elettorale giustizia sociale, opportunità di formazione uguali per tutti, salari corretti e garanzie per le pensioni. Perché non riesce a ottenere consensi?

T. G.: Nella grande coalizione la SPD ha avuto un enorme successo dal punto di vista dei contenuti. Questo successo è iniziato già dopo la sconfitta elettorale del 2013, quando Sigmar Gabriel ha potuto negoziare un accordo di coalizione su un piede di parità con Merkel. Nel governo la SPD ha ottenuto molto. Ciononostante, come partner di minoranza della coalizione, non riesce a tradurre questo successo in buoni risultati nei sondaggi in vista delle elezioni. Inoltre Merkel incarna continuità e stabilità, condizioni che al momento non devono far fronte a problemi davvero minacciosi. Rispetto alla questione dei profughi, la situazione è abbastanza tranquilla, c’è la piena occupazione e la crisi dell’euro sembra superata. E così Merkel può continuare ad amministrare il paese con successo.

swissinfo.ch: La 63enne Merkel è considerata poco carismatica, poco appariscente e scontrosa, ma le viene attribuita anche grande durezza nella difesa del suo potere. Che persona è?

T. G. Non è scontrosa, ha anzi un grande senso dell’umorismo, è dotata di grande intelligenza, è molto precisa e nel suo lavoro politico è molto professionale. Con la sua conoscenza approfondita dei dossier ha sempre la risposta pronta. Naturalmente è anche una donna di potere, altrimenti non sarebbe lì dov’è. Rimane però una persona di poche pretese e quindi inattaccabile.

“Angela Merkel è una donna che assume il ruolo di una mamma che si preoccupa per tutti”.

swissinfo.ch: Durante la campagna elettorale dalla parte di Merkel non sono arrivate né ingiurie né calunnie. La cancelliera non risponde agli attacchi, lascia che le critiche le rimbalzino addosso. È una scelta strategica o si tratta semplicemente della sua personalità?

 T. G.: Le due cose. E fa entrambe le cose con molta abilità.

swissinfo.ch: Da dove arriva l’ampia fiducia di cui gode – al di là delle divisioni fra i partiti – la cancelliera “eterna”, la “mamma” Merkel?

T. G.: Merkel è riuscita, con la sua capacità di governare senza scosse, approfittando di un quadro politico stabile, a far valere di nuovo l’idea di continuità. È un fenomeno sorprendente. Inoltre è una donna che assume il ruolo di mamma che si preoccupa per tutti.

swissinfo.ch: L’economia tedesca va a gonfie vele. Il governo in carica approfitta sempre della situazione economica favorevole?

T. G.: In generale sì, ma naturalmente il successo della Germania è anche un successo della SPD nella grande coalizione. Ma tutto questo non va a favore della SPD, mentre contribuisce invece al sostegno per Merkel.

swissinfo.ch: Una vittoria di Merkel è un boccone amaro per un socialista come lei…

T. G.: Ci si potrebbe consolare con il fatto che con la sua politica Merkel si è spostata molto a sinistra. Nella politica per i rifugiati non la si può attaccare da sinistra, nella politica del pieno impiego neppure. A questo si aggiunge il fatto che Schulz non è l’uomo di potere che sarebbe servito ad attaccare Merkel. Il duello televisivo di domenica scorsa si è tramutato in un duetto, una sorta di ouverture per la prosecuzione della grande coalizione.

Elezioni federali in Germania

Angela Merkel della CDU (Unione cristiano democratica tedesca) è cancelliera federale dal 2005. La poltica 63enne, cresciuta nella DDR, si candida per assumere per la quarta volta la guida del governo federale tedesco. Il suo sfidante è Martin Schulz, della SPD (Partito socialdemocratico tedesco), ex presidente del Parlamento europeo. Le elezioni si terranno il 24 settembre 2017.

swissinfo.ch: Cosa significa per la Svizzera e per le sue relazioni con la Germania se tutto rimane com’è?

T. G.: Niente di nuovo, anche se la SPD dovesse guidare il governo, ciò che ormai è impossibile. Nella politica estera tedesca c’è una continuità, indipendentemente dalla coalizione o dal partito. Con Merkel, per la Svizzera non cambia niente dal punto di vista dei rapporti bilaterali.

Non dobbiamo cedere all’illusione che la Svizzera sia molto importante per Berlino. Non siamo sull’agenda. La questione fiscale è stata risolta con lo scambio automatico di informazioni. E le divergenze sul rumore degli aerei a Zurigo Kloten non sono una questione su cui Merkel voglia chinarsi, nonostante le illusioni di alcuni politici svizzeri. La questione è piuttosto quel che succederà in Europa.

swissinfo.ch: L’Europa si trova davanti a grandi sfide: Brexit, crisi dei rifugiati e finanziaria, problemi tra nord e sud, est e ovest. Chi è meglio per l’unità dell’Europa, Merkel o Schulz?

T. G.: La questione non si pone. Non ci sarà un cancelliere Schulz. Merkel rimane cancelliera.

Rispetto alla tenuta dell’Europa, due sono le questioni centrali che influiscono anche sul nostro rapporto con la Germania. La prima riguarda la cooperazione con Parigi. Riuscirà Macron a far passare la sua riforma del mercato del lavoro? Se sì, ha buone possibilità di affrontare insieme alla Germania, su un piede di parità, una riforma dell’Europa. Se fallisce, sarà  indebolito anche nel ruolo che vorrebbe svolgere in Europa.

La seconda questione è l’Inghilterra. Qui si tratta di vedere se ci sarà una Brexit ordinata, se l’uscita sarà un fiasco o se alla fine l’Inghilterra rimarrà in qualche modo nell’UE. In ogni caso la Germania avrà un ruolo importante.

La politica della Germania verso la Svizzera dipenderà quindi anche da come andranno le cose in Europa. Se l’Europa percorrerà la via di un rafforzamento del mercato interno, questo sarà positivo anche per la nostra economia. Dobbiamo però risolvere la questione istituzionale. Se l’Europa punta maggiormente ad accordi tra governi diversi – com’era già avvenuto per Schengen – allora nascono nuove opportunità anche per la Svizzera – sempre premesso che risolviamo il problema istituzionale.

swissinfo.ch: Allora alla Svizzera non resta che attendere?

T. G.: No, dovremmo impegnarci attivamente nel contesto europeo per difendere i nostri interessi. Per far questo possiamo approfittare della buona volontà tedesca. La Germania è pronta più di altri paesi dell’UE a coinvolgerci, a parlare con noi, a guardare ai nostri problemi. Non dobbiamo però farci illusioni. Questa disponibilità al dialogo non significa che Berlino condivida le nostre posizioni. Dobbiamo capire che abbiamo un grande interesse a rimanere agganciati al mercato interno europeo. Ma questo non si può avere a costo zero. Per farlo dobbiamo risolvere le questioni aperte con l’UE. La questione non è: ‘Se rimane la signora Merkel, lei ci aiuterà?’ No! Dobbiamo aiutarci da soli.


Tra diplomazia e insegnamento

Tim Guldimann nasce nel 1950 a Zurigo. I suoi studi di economia lo conducono poi in Cile, in Messico e a Stoccolma.

Dal 1976 al 1979 lavora all’istituto Max Planck di Starnberg (Germania), codiretto da Jürgen Habermas. Nel 1976 pubblica “I limiti dello Stato assistenziale”, poi, nel 1979, il dottorato su “La politica del mercato del lavoro in Svezia”, sostenuto all’università di Dortmund.

Tra il 1979 e il 1981 compie vari soggiorni di ricerca a Mosca, Leningrado, Novosibirsk, Londra e New York.

Nel 1982 entra al servizio del Dipartimento degli affari esteri svizzero. Tra il 1991 e il 1995 è responsabile dei negoziati con l’Unione europea sulla ricerca. Inoltre insegna nelle università di Berna, Zurigo e Friburgo.

Tra il 1996 e il 1997 dirige il gruppo di sostegno dell’OSCE in Cecenia e negozia il cessate il fuoco. Nei due anni successivi guida la missione OSCE in Croazia.

Tra il 1999 e il 2004 è ambasciatore svizzero a Teheran. In quanto tale è anche rappresentante degli interessi statunitensi in Iran. Il suo progetto di ristabilire le relazioni diplomatiche tra Stati uniti e Iran però fallisce.

Tra il 2004 e il 2007 insegna in varie università europee. Nel 2007 riprende servizio presso l’OSCE; per un anno dirige la missione in Kosovo, nelle vesti di inviato speciale del segretario generale dell’ONU.

Dal maggio 2010 alla fine di maggio 2015 è ambasciatore svizzero a Berlino.

Nel 2014 il presidente della Confederazione Didier Burkhalter lo ha nominato inviato speciale dell’OSCE in Ucraina.

Nel 2015 è stato il primo svizzero all’estero eletto nel Consiglio nazionale. Guldimann vive a Berlino.

Traduzione dal tedesco, Andrea Tognina

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