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Finisce lo sciopero, ma le Officine restano vigili

Gli sposini delle Officine con i sigilli dei binari, saldati il 7 marzo scorso, in mano swissinfo.ch

Esattamente quattro settimane dopo l'inizio dell'agitazione, il sette marzo scorso, l'assemblea dei lavoratori delle Officine di Bellinzona ha dunque seguito le indicazioni del proprio Comitato: da mercoledì si torna al lavoro.

Non sono ancora le dieci del mattino. La pittureria, cuore pulsante delle Officine e crocevia di solidarietà e di lotte sindacali, si sta a poco a poco riempiendo. Vediamo spuntare René Rizzi, responsabile della sicurezza durante lo sciopero. Da lontano sorride, anche se visibilmente stanco.

“Abbiamo vinto una battaglia – dice a swissinfo con la calma che lo contraddistingue – ma la strada da percorrere è ancora lunga. Questo sciopero, che non è stato facile da vivere anche se ci abbiamo messo tutta la nostra forza e determinazione, è solo una tappa, anche se molto importante”.

Sospiri di sollievo, dunque, ma nessuna euforia. “Certo, siamo tutti sollevati. Molti di noi non vedevano l’ora di tornare a lavorare. Del resto tutti noi vogliamo lavorare. Dobbiamo tuttavia essere prudenti. La tavola rotonda sarà sicuramente impegnativa e non si può dare nulla per scontato”.

Vicino al bar delle Officine Pierre-Alain Gentil, presidente del Sindacato del personale dei trasporti (SEV), sta scambiando quattro chiacchiere con il suo vice Giorgio Tuti. “Con la fine di questo sciopero – spiega a swissinfo Gentil – entriamo in una nuova fase”.

“Una fase verosimilmente meno conflittuale, con altri rapporti di forza perché alla tavola rotonda siederanno, oltre alle FFS e al Comitato di sciopero, anche cantoni, Confederazione e politici. Ci apprestiamo ad intavolare le trattative con la stessa motivazione che ci ha consentito di reggere lo sciopero”.

Ricucito lo strappo con Leuenberger

Presentando all’assemblea l’esito degli incontri di sabato, il riconfermato presidente del Comitato di sciopero Gianni Frizzo ribadisce quanto in cuor loro tutti i dipendenti sanno: “Un mese di sciopero non è stato vano, ma ci ha permesso di arrivare al traguardo. Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Dobbiamo restare vigili se vogliamo garantire reali prospettive alle Officine”.

Alla fine di un mese di passione, gli scioperanti hanno ritrovato fiducia anche nel consigliere federale Moritz Leuenberger, grazie soprattutto ai talenti diplomatici di Marco Solari che ha svolto un ruolo prezioso nel ricucire uno strappo fin troppo doloroso. Un avvicinamento che ha spinto il consigliere federale ad assicurare che sarà lui a prendere le decisioni e non le FFS.

Un segno tangibile del dialogo ritrovato non ha, del resto, tardato a manifestarsi. “Questa mattina – spiega Frizzo all’assemblea – Leuenberger mi ha chiamato personalmente per confermare i punti dell’accordo firmato sabato. Una conferma resasi necessaria dopo le dichiarazioni contraddittorie rilasciate da Thierry Lalive d’Epinay. Leuenberger mi ha ribadito che la sua parola vale molto di più di quella del presidente del CdA delle FFS”.

Da mercoledì si torna al lavoro

E poi, al termine di un’introduzione di una quarantina di minuti, il momento tanto atteso giunge puntuale: alle 11.13 l’assemblea vota all’unanimità la fine dello sciopero. “Uno sciopero – confessa a swissinfo il vice presidente del SEV Giorgio Tuti – che non solo resterà nella storia, ma che è servito ad esempio anche oltre San Gottardo. Le Officine di Bellinzona hanno mostrato quanto può pesare il valore della mobilitazione, dell’unità e della solidarietà”.

Ancora preso da mille pensieri, Sandro Marci, del comitato di sciopero, guarda già avanti. “Ora dobbiamo concentrare le nostre energie sulla tavola rotonda. Dopo aver visto il nuovo atteggiamento di Moritz Leuenberger, affronteremo questa fase con un altro spirito”. Ma che effetto farà vedere la pittureria vuota? “Riprendere il lavoro – dichiara Marci – non significa spegnere la voce ‘Giù le mani dalle Officine’. Il legame con la popolazione dovrà restare vivo”.

Certo non sarà facile ricominciare, perché un mese di sciopero comporta anche tensioni. “È vero – ci conferma Marci – dovremo fare in modo che il gruppo degli scioperanti resti unito, ben saldato. E chi si era distanziato da noi, dovrà fare delle scelte”. Un appello all’unità è stato in ogni caso lanciato da Gianni Frizzo.

… e gli sposi tolsero i sigilli ai binari

L’assemblea si è conclusa con la rimozione dei sigilli dai binari, dopo che erano stati saldati all’inizio dello sciopero. Un atto simbolico per il quale il leader sindacale Matteo Pronzini, che si è speso enormemente in questo mese di lotta, ha chiamato gli sposini delle Officine, un coppia di lavoratori convolata a nozze sabato scorso.

E poi c’è la foto ricordo, con tutti gli scioperanti sui binari e tra le bandiere. Quasi a fissare nella storia un momento di grande liberazione “Grazie a voi – afferma Pronzini – questo paese non sarà più come prima. Avete data a tutti una grande lezione”. Emozionato l’ex consigliere nazionale socialista Werner Carobbio. “Non ho mai pensato che alla mia età potessi assistere ad un evento storico di questa portata”.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

Per ora niente trasferimento della manutenzione delle locomotive a Yverdon (che comportava la soppressione di 126 posti di lavoro) e nessuna esternalizzazione della manutenzione dei carri: questo l’accordo che ha permesso di gettare la basi per la tavola rotonda.

Il consigliere federale Moritz Leuenberger ha precisato che essa ha lo scopo di garantire un futuro duraturo delle Officine di Bellinzona. Se entro due mesi non si riuscisse però a trovare una soluzione, il Comitato di sciopero e le FFS saranno nuovamente chiamati a discutere con il ministro dei trasporti.

Secondo l’agenzia AP Leuenberger nominerà nei prossimi giorni un mediatore con il compito di condurre la tavola rotonda. Questo ruolo potrebbe essere assunto dall’urano Franz Steinegger, già consigliere nazionale, presidente del partito liberale-radicale svizzero ed esperto nel campo dei trasporti.

Il Comitato di sciopero – riconfermato dall’assemblea – si impegna, ogni venerdì della settimana, ad informare compiutamente i dipendenti sullo stato delle trattative.

Lo sciopero è finito, ma la pittureria non si tocca: striscioni e altro materiale simbolico rimarranno affissi ancora per un po’ a dimostrazione di quanto gli operai hanno vissuto in questo mese di sciopero

Mercoledì alle 7, per la ripresa del lavoro, riunione ai cancelli d’entrata delle Officine con bandiere e striscioni. Sabato grande pranzo per i dipendenti e le loro famiglie. Mentre la sera tutta la capitale del Ticino si vestirà di festa.

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