La Brexit costa miliardi alla Banca nazionale svizzera
Per frenare il repentino rafforzamento del franco in seguito al risultato del votazione in Gran Bretagna, la banca centrale elvetica è dovuta intervenire in modo massiccio sul mercato dei cambi, stando a quanto si desume dalle statistiche pubblicate lunedì.
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swissinfo.ch e tvsvizzera.it (TG 4.7.2016)
Nell’ultima settimana, gli averi in conto giro delle banche sono cresciuti di 6,8 miliardi di franchi a 430,3 miliardi, mentre gli averi a vista (ovvero incluse Confederazione e istituzioni estere) sono aumentati di 6,3 miliardi a 507,5 miliardi.
Il dato è collegato all’acquisto di valuta estera poiché, per indebolire il franco rispetto alla moneta unica europea, la BNS acquista euro e accredita alle banche il rispettivo importo in franchi.
Subito dopo il “sì” all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (Ue) il franco aveva iniziato a guadagnare notevolmente di valore. La BNS non è però rimasta a lungo a guardare ed è intervenuta per calmare la situazione.
L’iniziativa per la responsabilità ambientale vuole che l’economia svizzera rispetti i limiti planetari. Un passo necessario o la prosperità della Confederazione ne risentirebbe troppo?
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