Perincek mette alla prova la libertà di espressione in Svizzera
Giunto martedì a Zurigo, il nazionalista turco Dogu Perinçek ha chiesto alle autorità svizzere di annullare la decisione della Camera del popolo, che nel 2003 aveva riconosciuto il genocidio armeno. L’anno scorso il Tribunale federale era stato costretto a revocare una condanna per discriminazione razziale, imposta contro il presidente del Partito dei lavoratori turco.
Dogu Perinçek continua a provocare e a prendere posizione anche in Svizzera sul genocidio armeno. Già oltre una decina di anni fa, il nazionalista turco aveva negato questo evento storico, parlando tra l’altro di “menzogna internazionale”, nel corso di una serie di conferenze tenute a Losanna, Opfikon (canton Zurigo) e Köniz (canton Berna).
In seguito ad una denuncia dell’associazione Svizzera-Armenia, nel 2007 Perincek era stato condannato ad una pena pecuniaria sospesa e a una multa, per aver negato il genocidio armeno. L’ultra nazionalista aveva però fatto ricorso, portando la vertenza giudiziaria fino dinnanzi alla Corte europea dei diritti umani.
Nell’ottobre 2015 la Grande Camera della Corte europea era però arrivata alla conclusione che le affermazioni del politico turco “non erano assimilabili a un appello all’odio o all’intolleranza” e che la sua condanna era contraria alla libertà di espressione. Il Tribunale federale ha quindi deciso l’anno scorso l’annullamento della condanna per discriminazione razziale inflittagli dalla giustizia vodese.
Nuovo intervento
Approfittando di questa decisione, martedì Perincek si è espresso di nuovo sul genocidio armeno a Zurigo, incontrando la stampa nella sede del consolato turco, dove si è tenuta una riunione del Partito dei lavoratori della Turchia, di cui è presidente.
Il 74enne politico ha inoltre dato il suo sostegno ad un’iniziativa del consigliere nazionale ginevrino Yves Nidegger, rappresentante dell’Unione democratica di centro (UDC), che chiede di stralciare la menzione genocidio dall’articolo 216bis del Codice penale. Questo articolo prevede, tra l’altro, una pena detentiva o una pena pecuniaria per chiunque disconosce, minimizza grossolanamente o cerca di giustificare il genocidio o altri crimini contro l’umanità”.
L’iniziativa, che non è ancora stata esaminata dal parlamento, propone di introdurre in alternativa il principio che un genocidio “debba venir constatato da un tribunale competente”. Nessun tribunale ha mai considerato gli avvenimenti del 1915 in Armenia alla stregua di un genocidio, ha dichiarato Perinçek.
Articoli più popolari
Altri sviluppi
Affari esteri
La Svizzera coi nervi a fior di pelle dopo la vittoria di Trump
Come si può evitare che l’IA sia monopolizzata da Paesi e aziende potenti?
L'intelligenza artificiale ha il potenziale per risolvere molti dei problemi del mondo. Ma i Paesi e le aziende tecnologiche più ricche potrebbero cercare di accaparrarsi questi benefici.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Svizzera ha violato libertà d’espressione negazionista genocidio armeno
Questo contenuto è stato pubblicato al
La sentenza, emessa con una maggioranza di dieci giudici contro sette, è definitiva. Puntualizzando che le affermazioni del nazionalista turco “non erano assimilabili a un appello all’odio o all’intolleranza”, la Corte di Strasburgo ha concluso che, “in una società democratica, non era necessario condannare penalmente Perinçek, al fine di proteggere i diritti della comunità armena…
Stampa svizzera divisa sulla sentenza di Strasburgo
Questo contenuto è stato pubblicato al
“La norma penale è indebolita”, titola il Walliser Bote, secondo il quale la sentenza della Corte europea (CEDU) sul caso Perinçek, pur non mettendola in discussione, avrà delle conseguenze sulla normativa antirazzismo svizzera: “in futuro potrebbe essere sottoposta a revisione oppure essere applicata con più ritegno”, scrive il giornale dell’Alto Vallese. “Che conseguenze avrà la…
Questo contenuto è stato pubblicato al
All’inizio del nuovo millennio, la Turchia era sull’orlo della bancarotta. Un decennio più tardi, il paese sospeso tra Asia ed Europa fa parte delle 15 economie più vigorose del mondo. «Industrializzazione e islamizzazione»: così Kurt R. Spillmann definisce l’orientamento seguito dal premier Recep Tayyp Erdogan. swissinfo.ch: In che misura il boom senza precedenti che conosce…
Questo contenuto è stato pubblicato al
In un sistema democratico, nessun tema è tabù. Quando però il dibattito politico diventa un pretesto per propagare parole e scritti che stigmatizzano chi cerca rifugio in Svizzera, la democrazia è in serio pericolo. È in sostanza quanto afferma la Commissione federale contro il razzismo (CFRCollegamento esterno), che in un recente comunicato ha invitato i…
Turchia: Abdullah Gül in visita di Stato in Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
La coppia sarà accolta a Zurigo giovedì mattina con gli onori militari. In seguito Abdullah e Hayrünnisa Gül si sposteranno a Berna, dove saranno ricevuti dai sette consiglieri federali e dalla cancelliera della Confederazione con i rispettivi coniugi. «Berna e Ankara possono contare su relazioni bilaterali eccellenti», ha commentato il portavoce del Dipartimento federale dell’ambiente…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Ali Mercan è stato riconosciuto colpevole di violazione della norma penale antirazzismo per le affermazioni proferite durante una manifestazione pubblica a sostegno del nazionalista turco Dogu Perinçek, tenuta nel giugno 2007 a Winterthur. Condannato in primo grado nell’ottobre 2008 dal tribunale distrettuale di Winthertur a una pena pecuniaria di 150 aliquote giornaliere da 30 franchi,…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.