Gli scandali politici dell’Ucraina offuscano l’Euro 2012
In vista dei campionati europei di calcio, la Svizzera si è unita ad altri paesi europei per lanciare un appello affinché l’Ucraina proceda rapidamente a delle riforme del suo sistema giudiziario. L’incarcerazione della leader dell’opposizione Yulia Tymoshenko getta ombre sull'Euro 2012.
Anche se la Confederazione non ha aderito ufficialmente alla richiesta di boicottaggio lanciata da alcuni paesi europei, nessun membro del governo svizzero assisterà a partite del campionato europeo di calcio che si svolgeranno in Ucraina. Il boicottaggio è stato indetto in segno di protesta per il trattamento subito in carcere dall’ex primo ministro Tymoshenko.
Il ministro della difesa e dello sport svizzero Ueli Maurer sarà venerdì sulle tribune dello Stadio nazionale di Varsavia assieme al suo omologo polacco Tomasz Siemoniak, in occasione della partita inaugurale dell’Euro 2012 tra la compagine di casa e la Grecia.
«Non è mai stato in programma di assistere ad altre partite dell’Euro in Polonia o in Ucraina», precisa Sonja Margelist, portavoce del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport.
Yulia Tymoshenko, 51 anni, è stata condannata lo scorso ottobre a sette anni di carcere per abuso di potere. Ma l’ex premier ha sempre sostenuto di essere vittima di una vendetta da parte dell’attuale presidente Viktor Janukovic. Durante l’imprigionamento la sua salute si è deteriorata e Yulia Tymoshenko ha anche affermato di essere stata maltrattata.
La Svizzera si è offerta di fare da mediatore tra Ucraina e Unione Europea e si è detta disposta ad accogliere Yulia Tymoshenko nel caso in cui avesse bisogno di un trattamento medico.
Pressioni europee
Bruxelles ha espresso preoccupazione per la sorte dell’ex primo ministro. L’UE non è però riuscita a raggiungere un accordo per un boicottaggio comune. Il parlamento europeo ha approvato alla fine di maggio una risoluzione che chiede il «rilascio immediato e senza condizioni di tutti i prigionieri condannati per motivi politici, inclusi i leader dell’opposizione».
La Commissione europea ritiene che i processi politici siano un problema «sistemico» in Ucraina e chiede una vasta riforma del sistema giudiziario.
In marzo, l’UE ha terminato il lavoro tecnico su un accordo di associazione politica e integrazione economica con l’Ucraina. Il trattato, oltre a dare il via a un’area di libero scambio, dovrebbe anche servire per convincere Kiev ad adottare certi valori «europei», come lo Stato di diritto.
Bruxelles ha sottolineato però di non voler ratificare definitivamente il trattato fino a quando l’Ucraina non mostrerà la sua volontà di «vivere nello spirito» di questo accordo di associazione, risolvendo i problemi costituiti dall’uso selettivo della legge, dalla scarsa indipendenza della giustizia e dai processi motivati da ragioni politiche.
Victor Janukovic ha riconosciuto che il caso Tymoshenko potrebbe ostacolare l’integrazione del suo paese nell’Unione Europea. Il presidente ucraino ha aggiunto che avvocati stranieri stanno esaminando la faccenda e dovrebbero presto rendere note le loro conclusioni.
Riforme «in movimento»
Nel 1999 la Svizzera ha aperto a Kiev un ufficio della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). La strategia 2011-2014 per l’Ucraina (per la quale vi è a disposizione un budget di 16,9 milioni di franchi) si focalizza sui servizi pubblici, la governance locale, la salute di donne e bambini, nonché la riforma di una parte del sistema giudiziario.
Secondo la DSC, certe norme europee, come i principi dell’indipendenza giudiziaria e della giustizia riparativa, sono state integrate nel concetto giudiziario ucraino. Il progetto, della durata di 14 anni, è stato progressivamente ridotto e sarà trasmesso quest’anno all’UE e agli Stati Uniti.
L’agenzia svizzera incaricata della cooperazione e dell’aiuto allo sviluppo sottolinea anche che sono stati compiuti progressi nell’ambito della prevenzione contro il crimine giovanile, delle condizioni di detenzione di persone vulnerabili, come le donne con bambini e i delinquenti minorenni. Inoltre, la mediazione è ormai riconosciuta come un nuovo elemento nelle procedure penali.
«Nel 2011 la criminalità giovanile è diminuita dell’8-9% in certe regioni e del 6,1% a livello nazionale», afferma la portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Carole Wälti. La portata dei miglioramenti è sì limitata; si tratta comunque di un contributo importante in un processo di riforma lento ma «in movimento», osserva.
La Commissione europea ha da parte sua definito un «passo in avanti» il nuovo codice di procedura criminale adottato lo scorso 14 maggio dall’Ucraina, ricordando però che riforme sono necessarie anche per il codice penale.
La portavoce del ministero degli esteri svizzero concorda: «Il nuovo codice di procedura criminale apporta dei miglioramenti importanti per le persone in stato di fermo. Tuttavia non cambierà la situazione delle persone che sono già state condannate. Per questo è necessario adattare anche il codice penale. Lo scorso autunno un progetto di riforma in tal senso è stato respinto dal parlamento ucraino».
Ricovero problematico
Ad inizio maggio, Yulia Tymoshenko era stata trasferita dal carcere femminile di Kharvik all’ospedale della stessa città, dopo uno sciopero della fame durato 20 giorni.
Martedì il medico tedesco autorizzato a sorvegliare il trattamento dell’ex capo del governo ha dichiarato che la salute di Yulia Tymoshenko è migliorata, anche se resta fragile. Il dottore ha aggiunto che la donna, sofferente di ernia al disco, probabilmente non si ristabilirà completamente, viste le attuali condizioni di detenzione.
Le autorità ucraine hanno dal canto loro respinto le accuse di maltrattamento nei confronti della prigioniera e rifiutano di liberarla, qualificando gli appelli al boicottaggio come «metodi da guerra fredda».
Dalla sua incarcerazione, continuano a mantenere la pressione su di lei, con accuse di frode fiscale e un’inchiesta su una sua eventuale implicazione in un omicidio su commissione avvenuto 16 anni fa.
Boicottaggio contestato dall’opposizione
Sua figlia Eugenia Tymoshenko ha dichiarato di capire il boicottaggio politico. «Penso però che gli eventi sportivi debbano continuare… Quando era al governo, mia madre ha lottato affinché l’Ucraina possa accogliere questo campionato», ha detto in un’intervista alla BBC.
I dirigenti dell’opposizione ucraina hanno anche esortato i dirigenti europei a venire ad assistere al torneo.
«La soluzione migliore sarebbe che i dirigenti europei partecipassero alla competizione, senza però incontrare il presidente Janukovic», ha dichiarato Arseni Jaceniuk , leader del Fronte per il cambiamento.
Con una superficie di 600’000 chilometri quadrati, l’Ucraina è il secondo paese più grande d’Europa. In questa ex repubblica sovietica, indipendente dal 1991, vivono 46 milioni di persone.
L’Ucraina è considerata il crocevia tra Russia e Occidente. Kiev e Mosca condividono diverse radici storiche, anche se gran parte del paese ha maggiori affinità coi vicini europei, come la Polonia.
Nel 2004, le elezioni presidenziali sono annullate in seguito alle proteste popolari, che passeranno alla storia come la Rivoluzione arancione. I manifestanti accusano di brogli elettorali Victor Janukovic, delfino del presidente uscente Leonid Kucma e considerato vicino a Mosca, che stando ai primi risultati era in vantaggio.
Le nuove elezioni, indette per la fine dell’anno, vedono trionfare il leader dell’opposizione Victor Juscenko, che nomina Yulia Tymoshenko primo ministro. Malgrado il sostegno di Stati Uniti e Unione Europea, il nuovo governo entra rapidamente in crisi.
Nel 2006 la coalizione arancione esce notevolmente ridimensionata dalle elezioni legislative, che premiano invece Victor Janukovic, eletto primo ministro. Nell’opposizione si assiste a una spaccature tra Juscenko e Tymoshenko. Il paese sprofonda in una crisi istituzionale. Nel 2010, Janukovic vince le elezioni presidenziali, superando di tre punti la sua sfidante Tymoshenko, e pone subito fine alle velleità d’integrazione del suo paese in seno alla Nato e all’UE.
(traduzione di Daniele Mariani)
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