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I grigionesi dicono no agli investimenti a Saline Joniche

A Saline Joniche la centrale a carbone non gode di certo dell'appoggio unanime della popolazione swissinfo.ch

Il gruppo grigionese Repower dovrà rinunciare al controverso progetto di centrale a carbone a Saline Joniche, in Calabria. I cittadini del cantone hanno infatti accolto domenica l’iniziativa popolare «Energia pulita senza carbone».

Il ‘sì’ all’iniziativa, promossa dalla sinistra e da organizzazioni ecologiste, l’ha spuntata con 28’878 voti contro 22’281.

Il testo vieta ad aziende a partecipazione pubblica (la Repower è controllata per il 58% dal cantone) di investire in centrali a carbone.

La maggioranza del parlamento cantonale si era schierata contro l’iniziativa e aveva elaborato un controprogetto che non impediva l’investimento nella centrale calabrese, ma chiedeva che in caso di investimenti in impianti a carbone fossero decise misure per una «sostanziale riduzione» delle emissioni di CO2.

Questo controprogetto del Gran Consiglio è stato pure accettato dai cittadini recatisi alle urne, ma nella domanda sussidiaria è stata preferita l’iniziativa, con 24’650 voti contro 24’526. Il tasso di partecipazione è stato del 40,1%.

La Repower è nata nel 1904, con il nome di Forze Motrici Brusio, azienda attiva nella produzione di energia idroelettrica in Val Poschiavo, nel canton Grigioni.

Oggi Repower è attiva a livello internazionale in tutta la filiera elettrica, dalla produzione al trasporto e al commercio di energia. Il gruppo dispone di centrali proprie in Svizzera (idroelettrico), in Italia (gas ed eolico) e in Germania (eolico) ed è presente anche in Romania.

Dal marzo 2013 il 58,3% delle azioni di Repower è detenuta dal Canton Grigioni, il 33,7% dal gruppo Axpo, attivo nel settore dell’energia. In precedenza il 24,6% delle azioni apparteneva ad Alpiq, altra grande azienda energetica svizzera, il 46% al cantone e il 31,4% ad Axpo.

A medio termine canton Grigioni e Axpo vorrebbero nuovamente ridurre la loro quota.

Schede da ricontare

Poiché nella domanda sussidiaria la differenza tra l’iniziativa e il controprogetto è al di sotto del quorum dello 0,3% dei voti espressi, il governo sarà obbligato a ricontare le schede, come vuole la legge cantonale sui diritti politici, ha precisato all’Agenzia telegrafica svizzera la Cancelleria cantonale.

Inoltre, i grigionesi dovranno di nuovo recarsi alle urne: il testo accettato domenica prevede infatti che il governo dispone di un anno per sottoporre al parlamento un articolo costituzionale che permetta di concretizzare il contenuto dell’iniziativa. E come per ogni modifica della costituzione, il popolo dovrà di nuovo pronunciarsi sulla questione, verosimilmente nel 2015.

La Repower è da tempo presente sul mercato dell’energia italiano. Più del 50% del suo fatturato proviene proprio dalla Penisola.

La centrale di Saline Joniche doveva servire a diversificare il portafoglio italiano dell’azienda, che comprende anche impianti a gas ed eolici, garantendo la produzione di energia a basso costo, da rivendere sul mercato locale.

«L’Italia è fortemente dipendente dal gas», aveva dichiarato a swissinfo.ch Kurt Bobst, amministratore delegato di Repower. «Nelle energie rinnovabili si fa già molto e il potenziale idroelettrico è quasi esaurito. Quindi rimane solo il carbone per garantire una produzione continua di energia».

Un progetto sempre più in bilico

Contro il progetto si erano però levate molti voci critiche, sia per il potenziale impatto dell’impianto sull’ambiente, sia per le considerevoli emissioni di CO2 (si parla di 7,5 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica, pari a circa il 2% delle emissioni totali italiane).

Anche le istituzioni della Regione Calabria hanno espresso delle riserve sull’ipotesi di centrale a carbone.

Il sì all’iniziativa grigionese obbliga ora Repower a ritirarsi. Prima del voto di domenica, l’azienda svizzera aveva comunicato a più riprese che il progetto verrà comunque ripreso e condotto a termine dai partner italiani. Un’ipotesi che secondo il WWF grigionese è invece piuttosto improbabile.

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