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I nuovi aerei da caccia passano dalle urne

Il capo delle forze armate svizzere André Blattmann vicino a un Gripen. Keystone

Negli anni Novanta i pacifisti e la sinistra hanno tentato, invano, di bloccare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento per l’esercito svizzero. Vent’anni più tardi ripartono alla carica per rovesciare la decisione del parlamento di comperare 22 caccia svedesi Gripen.

Il popolo svizzero si esprimerà il 18 maggio 2014 sull’istituzione di un fondo speciale per l’acquisto dei Gripen JAS-39, fabbricati dalla svedese Saab. Il Dipartimento della difesa ha previsto di mettere sul tavolo 3,1 miliardi di franchi nei prossimi dieci anni.

I velivoli, tuttora in fase di sviluppo, sostituiranno la vecchia flotta di Tiger F-5 e dovranno contribuire alla protezione dello spazio aereo elvetico fino al 2050. L’esito della votazione popolare porrà fine a dieci anni di valutazioni tecniche e di discussioni politiche sul parziale rinnovo della flotta aerea dell’esercito svizzero.

Lo scorso settembre, le due camere del parlamento hanno dato il loro accordo all’acquisto dei Gripen, malgrado l’opposizione della sinistra e di un piccolo partito di centro. Un’alleanza composta da socialisti, Verdi, Verdi Liberali e dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) ha reagito con il lancio di un referendum, raccogliendo velocemente le firme necessarie per chiamare il popolo alle urne.

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Soldi sprecati

Evi Allemann, parlamentare socialista, ritiene che l’acquisto dei Gripen sia inutile e rappresenti uno spreco dei soldi dei contribuenti. «Ci vorranno oltre 10 miliardi di franchi per acquistare e mantenere la flotta. Sarebbe meglio spendere questi soldi in favore dell’educazione, dei trasporti pubblici o del sistema di previdenza professionale», afferma.

Secondo Evi Allemann, la Svizzera non ha bisogno di nuovi aerei da caccia per controllare il suo spazio aereo, siccome è circondata da paesi europei amici. Inoltre, sostiene, è rischioso acquistare un aereo che si trova ancora allo stadio di prototipo e che non garantisce le prestazioni degli F/A18 Hornets, colonne portanti delle forze aeree svizzere.

Parlamento e governo stanno fissando le priorità sbagliate, concorda Jo Lang, esponente dei Verdi e cofondatore del GSsE. «I rischi reali, i pericoli e le minacce, sono di natura civile. Sicurezza significa rinunciare al nucleare e adottare una politica climatica. Non spendere miliardi per i Gripen».

La sicurezza prima di tutto

Di tutt’altro avviso i sostenitori del Gripen, per i quali la sicurezza della Svizzera è la ragione principale per rinnovare la flotta aerea. «È in gioco la sicurezza del nostro paese e la protezione della nostra popolazione nei prossimi 30 anni», afferma Jakob Büchler, parlamentare del Partito popolare democratico (centro) e responsabile di un comitato interpartitico a favore dei Gripen.

Nessuno sa cosa succederà in futuro, aggiunge Jakob Büchler . Non si può prevedere se la Svizzera verrà coinvolta in un conflitto per le risorse naturali, tra cui l’acqua, o in una disputa su larga scala a causa dell’energia, del cibo o del lavoro.

Il comitato per i Gripen, che riunisce politici del centro, della destra e rappresentanti dell’ingegneria industriale, è convinto che la Svizzera ha bisogno dei caccia svedesi per disporre di una difesa aerea credibile e dai costi abbordabili.

Nel tentativo di respingere le accuse di chi parla di un acquisto di lusso, la deputata liberale radicale Corina Eichenberger puntualizza che «il Gripen non è una Rolls-Royce. È un 4×4 moderno e affidabile».

Due altri modelli da combattimento sono stati scartati nel corso della lunga procedura di valutazione avviata dalle autorità elvetiche.

Il 18 maggio 2014 il popolo svizzero si esprime sull’acquisto dei Gripen e su tre altri temi.

– Salario minimo: l’iniziativa dei sindacati chiede l’introduzione di uno stipendio minimo legale a livello nazionale.

Pedofilia: un’iniziativa intende impedire ai pedofili di svolgere attività con i fanciulli.

Cure mediche di base: un decreto federale vuole migliorare il ruolo dei medici di famiglia nel sistema sanitario svizzero.

Prosperità e sicurezza

Tra i sostenitori più convinti del caccia svedese vi è naturalmente il ministro della difesa svizzero. La Svizzera, sottolinea Ueli Maurer, può permettersi di spendere i soldi per un aereo da combattimento per contribuire alla sicurezza in Europa. Secondo il consigliere federale, il Gripen è il modello dal miglior rapporto qualità-prezzo e la Svezia, paese neutrale, è un partner commerciale ideale.

Quale controprestazione per l’acquisto dei velivoli, la Saab e i fornitori s’impegnano a concludere contratti di compensazione con aziende svizzere per un ammontare di 2,5 miliardi di franchi, indica il Dipartimento della difesa.

A inizio marzo, la Saab ha incaricato il gruppo tecnologico Ruag, controllato dalla Confederazione, di costruire parti del velivolo, e più precisamente dispositivi di sospensione per serbatoi supplementari, sistemi di esplorazione o missili. Il contratto ammonta a diverse decine di milioni di franchi.

Tra le altre possibili ripercussioni positive di un accordo sul Gripen vi è la creazione di circa 1’000 impieghi in dieci anni nel settore privato (ingegneria, macchinari, orologi) e in quello della ricerca universitaria.

Ueli Maurer ribadisce che l’acquisto previsto è il frutto di un compromesso politico e di anni di dibattiti. Le forze aeree svizzere, aggiunge, hanno ridotto considerevolmente la loro flotta: dai 300 aerei negli anni Novanta ai circa 90 attuali.

Vent’anni di opposizione ai caccia

L’opposizione ai caccia svedesi è l’ultimo tentativo in ordine di tempo dei pacifisti per indebolire le forze armate del paese, denunciano i sostenitori del Gripen.

Nel giugno 1993, il popolo svizzero respinse la proposta di introdurre una moratoria, avanzata dal GSsE, sull’acquisto di nuovi aerei da combattimento. Il risultato delle urne spianò la strada all’acquisto di 34 F/A 18 Hornets.

Si trattò della seconda iniziativa lanciata dai pacifisti, che nel 1989 raccolsero, a sorpresa, un ampio sostegno popolare: un votante su tre si espresse in favore di un’abolizione dell’esercito.

Nel 2009, il gruppo riuscì a raccogliere sufficienti firme per una sospensione dell’acquisto di aerei militari. L’iniziativa fu poi ritirata siccome il governo decise di rinunciare alla sostituzione dei vecchi Tiger.

In risposta alla decisione presa nel 2013 dal parlamento, i contrari a nuovi caccia sono ripartiti alla carica raccogliendo le firme necessarie per lasciare, ancora una volta, la parola finale al popolo.

La Svizzera dispone attualmente di due tipi di aerei d’intercettazione: 54 TigerF-5 e 32 F/A-18Hornet.

Il Dipartimento della difesa intende sostituire i Tiger con 22 Gripen JAS-39. L’aereo svedese è stato preferito al francese Rafale (Dassault) e all’Eurofighter Typhoon, prodotto dal consorzio europeo Eurofighter (Gran Bretagna, Germania, Spagna e Italia).

Le forze aeree dispongono anche di aerei di addestramento Pilatus, di oltre 40 elicotteri Eurocopter, di droni e di velivoli di trasporto speciali.

Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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