Il destino del nuovo aereo da combattimento si decide alle urne
Il 27 settembre il popolo svizzero si esprimerà sull'acquisto di nuovi aerei da combattimento per le Forze aeree svizzere. Gli ambienti pacifisti e i partiti di sinistra combattono con un referendum questo progetto, il cui costo previsto è di 6 miliardi di franchi.
Il credito per l’acquisto dei nuovi caccia è stato approvato sia dal governo che dalla maggioranza del parlamento. Tuttavia, visto che gli oppositori sono riusciti a raccogliere le firme necessarie per il referendum, alla fine spetterà ai cittadini decidere. Si tratta della terza votazione nazionale in quasi 30 anni sull’acquisto di nuovi aerei da combattimento.
Qual è la posta in gioco?
Questo nuovo tentativo di modernizzare la difesa aerea svizzera, compresa la flotta di F-5 Tiger e F/A-18, è stato lanciato dal governo quattro anni fa.
La maggioranza del Parlamento ha approvato una spesa di 6 miliardi di franchi per l’acquisto di aerei da combattimento entro il 2030. L’oggetto della votazione riguarda soltanto il credito previsto. Solo in un secondo tempo, se tale progetto viene approvato, il Consiglio federale deciderà quali aerei saranno acquistati. Per il momento sono state selezionate le offerte di quattro produttori, provenienti da USA, Francia e Germania.
Anche le industrie svizzere devono beneficiare di questo acquisto in base a un cosiddetto accordo di compensazione. Si prevede che le società estere che si aggiudicano i contratti in relazione a tale acquisizione effettueranno ordini a società svizzere per un valore pari al 60% del valore del contratto.
Perché una votazione?
In Svizzera, una legge accettata dal Parlamento può essere contestata tramite un referendum. Entro 100 giorni dall’adozione della legge devono essere raccolte 50’000 firme, affinché l’oggetto in questione venga sottoposto al verdetto del popolo.
Altri sviluppi
Cos’è un referendum?
Nel caso dell’acquisto di aerei da combattimento, il Parlamento aveva accettato il credito di 6 miliardi di franchi lo scorso dicembre. Contro questo acquisto, il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSoA) ha raccolto circa 66’000 firme, più che sufficienti per ottenere un voto popolare.
I principali argomenti
Gli oppositori rifiutano categoricamente l’acquisto di nuovi aerei, sostenendo che non sono necessarii e che rappresentano uno spreco di risorse. Secondo loro, avrebbe più senso utilizzare i fondi per i soccorsi in caso di calamità, la salute, i progetti climatici, i trasporti pubblici, le pensioni o l’istruzione. Dal punto di vista della difesa, sostengono che i pericoli non vengono per via aerea, ma piuttosto dal terrorismo o da attacchi informatici.
I promotori del referendum ritengono inoltre che la Svizzera potrebbe monitorare il suo spazio aereo con jet più economici, che causerebbero anche meno danni all’ambiente. Ai loro occhi, il governo sta cercando di minimizzare i costi reali dei nuovi aerei. Se si tiene conto anche dei costi di manutenzione e di altri costi, la fattura ammonterebbe a 24 miliardi invece di 6 miliardi.
I difensori dell’acquisto sostengono invece che la Svizzera neutrale deve modernizzare la sua flotta aerea per mantenere un sistema di difesa credibile e rimanere indipendente dagli altri Paesi. L’attuale flotta – con gli F-5 Tiger e gli F/A-18 Hornets come spina dorsale – è obsoleta e l’aumento del numero di elicotteri o droni non è un’alternativa sufficiente all’acquisto di nuovi velivoli.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, i sostenitori del progetto sottolineano che i 6 miliardi previsti per l’acquisto provengono dal normale budget assegnato all’esercito e che i fondi non saranno prelevati da altri settori, come l’istruzione o la sanità. Più della metà del denaro speso verrebbe restituito all’industria svizzera attraverso accordi di compensazione.
Chi sono i sostenitori e gli avversari?
Tra gli oppositori vi sono i partiti di sinistra (tra cui i Verdi e il Partito Socialista), l’organizzazione ambientalista Greenpeace, nonché vari movimenti per la pace.
Tra coloro che sono favorevoli all’acquisto di nuovi aerei ci sono tutti i maggiori partiti dal centro alla destra dello spettro politico, gli ambienti economici e varie associazioni vicine all’esercito.
Non è la prima votazione
L’acquisto di nuovi aerei per le Forze aeree svizzere è stato spesso oggetto di controversie. Negli anni Sessanta, gli enormi sforamenti di credito sull’acquisto di circa 100 Mirage francesi portarono addirittura alla creazione della prima commissione parlamentare d’inchiesta della storia.
Ma finora gli elettori si sono esperssi direttamente solo in due occasioni. Nel 1993 hanno accettato l’acquisto dell’attuale flotta di F/A-18. Ma più recentemente, nel 2014, il popolo ha rifiutato l’acquisto di 22 aerei Gripen dalla compagnia svedese Saab per 3,1 miliardi di dollari.
Ma questo rifiuto ha costituto un’eccezione. Finora, la stragrande maggioranza delle proposte della sinistra o dei circoli pacifisti su questioni militari sono state respinte in votazione federale.
Traduzione di Armando Mombelli
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