Il fallimento dell’ecologia svizzera osservato dall’estero
All'indomani del fallimento alle urne della legge sul CO2 e delle iniziative sul divieto dei pesticidi, alcuni media internazionali si sono espressi sulle conseguenze di queste decisioni per la politica climatica elvetica. Le votazioni federali di domenica non hanno tuttavia avuto grande eco all'estero e i resoconti sono piuttosto fattuali.
“È ormai molto improbabile che la Svizzera raggiunga i suoi obiettivi climatici”, commenta il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine ZeitungCollegamento esterno in seguito al rifiuto da parte del 51,6% degli elettori elvetici alla legge sul CO2. Il testo doveva permettere alla Confederazione di mantenere gli impegni presi con l’Accordo di Parigi sul clima, ovvero il dimezzamento delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Il quotidiano di Francoforte sottolinea che ci sono voluti quattro anni a Governo e Parlamento per arrivare a un compromesso e mettere insieme il progetto. “Ci vorranno ancora anni prima di una nuova ripartenza”, si rammarica.
Le lancette continuano a girare, ricorda l’Associated Press, che sottolinea come “il Paese alpino subisca in pieno l’impatto del cambiamento climatico”. “La Svizzera è confrontata con un innalzamento delle temperature due volte più rapido della media globale”, precisa l’agenzia di stampa statunitense.
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Gli svizzeri respingono la legge per il dimezzamento delle emissioni
Il voto del portafoglio
Così come i media nazionali, anche la stampa estera legge nel voto del popolo elvetico un riflesso a difesa del portafoglio. “Alcuni analisti suggeriscono che gli svizzeri – tradizionalmente fieri della loro politica verde – esitino a prendersi dei rischi economici mentre il Paese si sta riprendendo dalla pandemia”, scrive la BBCCollegamento esterno, che definisce il voto come “un colpo devastante per gli ecologisti”.
Il quotidiano spagnolo El MundoCollegamento esterno riporta a sua volta le considerazioni degli analisti i quali ritengono “che il momento dello scrutinio è stato scelto male, nel difficile contesto economico creato dalla pandemia”.
Il tageszeitung (taz)Collegamento esterno tedesco ricorda il ruolo di una parte degli attivisti per il clima che chiedeva di affossare il testo, ritenendo che non si spingesse abbastanza lontano. “Ma l’alternativa è peggiore e piace soprattutto all’UDC [Unione democratica di centro], formazione nazionalista di destra, che era il solo partito contrario alla legge sul CO2”, scrive il quotidiano berlinese.
Altri sviluppi
I pesticidi preservati nel Paese di Syngenta
Anche il rifiuto massiccio delle due iniziative popolari che avevano nel mirino i prodotti fitosanitari ha attirato l’attenzione di alcuni media stranieri.
L’agenzia di stampa francese AFP fa notare che la Svizzera non ha colto l’occasione di intraprendere l’opera pionieristica di diventare il primo grande Paese a proibire i pesticidi di sintesi. In effetti, finora solo il Bhutan ha fatto la scommessa di liberarsi di queste sostanze. “Gli svizzeri hanno rifiutato domenica di indirizzare il Paese – che ospita uno dei più grandi fabbricanti di prodotti fitosanitari, il gruppo basilese Syngenta, acquistato nel 2017 dal gigante cinese ChemChina – su questa strada”, scrive l’AFP.
Il verdetto delle urne riflette la forte mobilitazione delle zone rurali contro le iniziative anti-pesticidi, constata il New York TimesCollegamento esterno. “Il sostegno popolare alla riduzione dei pesticidi ha comunque incitato il Governo a presentare un progetto che ha l’obiettivo di ridurre della metà i rischi legati all’utilizzo di pesticidi entro sei anni”, scrive il grande quotidiano americano. In effetti, il Consiglio federale ha lanciato a fine aprile un piano di misure che considera più appropriato per proteggere l’ambiente contro gli effetti nefasti dei prodotti fitosanitari.
Anche il Bangkok PostCollegamento esterno fa riferimento alla tensione estrema sorta durante la campagna sulle due iniziative, “caratterizzata da dispute accese tra agricoltori”. Il giornale parla ad esempio dell’incendio di un carro su cui era stato affisso il manifesto che invitava a un “doppio no”, nel cantone Vaud. Un atto di vandalismo che ha scaldato ulteriormente gli animi.
“La legge antiterrorismo più pericolosa al mondo”
Il sì alla nuova legge sul terrorismo, che permetterà alla polizia di agire in modo preventivo nei confronti di presunti terroristi, è generalmente passato in sordina nella stampa internazionale. L’AFP vi ha tuttavia dedicato qualche riga. Dopo il voto, l’agenzia francese ha dato parola al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura Nils Melzer.
Quest’ultimo non ha usato mezzi termini, affermando che la Confederazione “ha ormai la legge antiterrorista meno professionale, più inefficace e più pericolosa al mondo – un grande imbarazzo per la Svizzera in quanto Stato di diritto”.
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