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Il ministro Schmid sorprende e si ritira

Keystone

Samuel Schmid lascerà il governo alla fine dell'anno. Nella lettera di dimissioni, il ministro della difesa e dello sport motiva la decisione con ragioni "personali, di salute e politiche". L'esecutivo si rammarica della partenza di un "collega leale".

Dopo le continue speculazioni sulle sue possibili dimissioni, il 61enne bernese ha colto di sorpresa tutti mercoledì gettando la spugna proprio quando le acque si erano placate. La vigilia, il ministro della difesa aveva vinto un’importante battaglia: la Commissione di politica di sicurezza della Camera bassa ha approvato il programma d’armamento 2008, che in settembre era stato bocciato dal plenum.

Il terreno sembrava ormai appianato per Schmid, visto che il suo ex partito – quell’Unione democratica di centro (UDC) che ha rifiutato il piano d’armamento per cercare di costringerlo a dimettersi – appariva ora intenzionato a rivedere la propria posizione.

Ma per Schmid è forse suonato un campanello d’allarme sul fronte della salute: al consigliere federale è infatti stata asportata la cistifellea venerdì scorso. Benché non vi siano state complicazioni e il ministro sia tornato subito al lavoro, l’operazione chirurgica ha sicuramente inciso sulla sua decisione.

Il ministro è commosso

“Questa mattina ho informato il Consiglio federale sulle mie dimissioni, che ho presentato per il 31 dicembre 2008 al presidente del Consiglio nazionale”, ha dichiarato mercoledì mattina ai media il ministro. Visibilmente commosso, Schmid ha precisato che si dimette “per il bene della sua salute, della sua famiglia e dell’esercito”.

Schmid ha sottolineato che durante gli otto anni trascorsi in governo si è occupato “della politica di sicurezza con piacere e impegno”. Il ministro dimissionario ha rilevato di essersi sempre comportato da “membro leale del governo collegiale”. Ha inoltre cercato il contatto con la popolazione e con “i nostri più importanti partner all’estero”.

Il consigliere federale ha pure ricordato di avere utilizzato il suo anno di presidenza della Confederazione, nel 2005, per generare fiducia nelle istituzioni politiche elvetiche e nella Svizzera.

Ora Schmid si ritira nella convinzione di avere messo le basi per una politica di sicurezza di concezione moderna. Ciò consentirà a chi gli succederà di proseguire lo sviluppo del processo di ammodernamento dell’esercito svizzero.

I colleghi di governo gli rendono omaggio

L’esecutivo federale ha reso omaggio al suo operato. Rilevando di aver preso atto “con rammarico” della decisione, il governo ha definito Schmid “un collega leale e dalle posizioni sempre orientate verso soluzioni equilibrate”. Il Consiglio federale gli ha inoltre espresso gratitudine per l’attività svolta al servizio del paese.

In un contesto di ristrettezze finanziarie – scrive il governo in una nota – Schmid ha adeguato l’istituzione militare alla nuova situazione politica internazionale e alle nuove forme di minaccia. Inoltre si è occupato di EURO 2008, un evento svoltosi “senza problemi e in uno spirito di amicizia sportiva grazie alle misure messe in atto”.

Dopo un anno di dure battaglie, il ministro della difesa esce dalla scena governativa a testa alta. Alla fine del braccio di ferro con l’UDC, Schmid gioca un tiro mancino al suo ex partito. Quest’ultimo intendeva infatti boicottarlo nell’elezione per la vicepresidenza del Consiglio federale per il 2009, che secondo il sistema di rotazione, gli sarebbe normalmente spettata.

Si apre la corsa al seggio

Per la successione di Schmid in governo si profila comunque un’aspra lotta. L’UDC rivendicherà sicuramente il seggio. Si aspettano le mosse del Partito borghese democratico (PBD), benché il suo margine appare limitato. Fondato quest’anno dai dissidenti dell’UDC, è attualmente rappresentato in governo da Samuel Schmid e da Eveline Widmer-Schlumpf, ma conta solo cinque parlamentari. Il mandato vacante fa d’altra parte gola anche ai Verdi.

Il 10 dicembre, quando ci sarà l’elezione da parte delle Camere riunite in Assemblea federale, si saprà da chi verrà occupata la poltrona lasciata libera da Schmid. Nel frattempo la corsa sarà molto animata.

swissinfo e agenzie

Nato nel 1947 nel canton Berna, Samuel Schmid è sposato e padre di tre figli.

Dopo gli studi di diritto all’Università di Berna, esercita le professioni di avvocato e notaio.

Membro dell’Unione democratica di centro (UDC), inizia la carriera politica nel suo comune, dove è eletto prima nel legislativo poi nell’esecutivo.

In seguito è attivo a livello cantonale. È membro del parlamento bernese dal 1982 al 1993.

Nel 1994, quando è eletto deputato nella camera bassa del parlamento federale, inizia la sua carriera politica a livello nazionale. Nel 1999 accede alla carica di consigliere agli Stati (camera alta). Durante il biennio 1998-1999 è pure alla testa del gruppo parlamentare UDC.

Eletto in governo il 6 dicembre 2000, entra in funzione il primo gennaio seguente. Nel 2005 è stato presidente della Confederazione.

Il 21 giugno 2008 abbandona definitivamente l’UDC e fonda assieme ai dissidenti dell’ala moderata della formazione politica, il Partito borghese democratico (PBD) bernese.

Il 1° novembre partecipa alla fondazione del PBD svizzero.

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