La bufera FIFA porta il procuratore generale della Confederazione alle dimissioni
Sotto inchiesta in relazione ai suoi incontri segreti con il presidente della Federazione internazionale di calcio (FIFA) Gianni Infantino, il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber getta la spugna. Il magistrato nega però fermamente di aver mentito e continua a polemizzare.
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swissinfo.ch con agenzia ATS
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Schweizer Bundesanwalt wirft wegen Fifa-Verstrickungen das Handtuch
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L’annuncio delle dimissioni del procuratore generale intervengono nel giorno in cui il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha reso noto di aver accolto solo parzialmente un suo ricorso. L’alta corte conferma che le violazioni dei doveri d’ufficio commesse da Lauber sono gravi.
“La mancata fiducia nei miei confronti in qualità di procuratore generale danneggia il Ministero pubblico della Confederazione (MPC)”, scrive Lauber in una presa di posizione personaleCollegamento esterno pubblicata stamane dai suoi servizi, in cui annuncia le dimissioni “nell’interesse delle istituzioni”. L’alto magistrato precisa che “le modalità [delle dimissioni] verranno discusse con la Commissione giudiziaria competente”.
Michael Lauber era confrontato con una procedura di revoca e rischiava di essere sollevato dalle funzioni, in relazione ai suoi incontri segreti con Gianni Infantino.
Al termine di un’indagine disciplinare, l’Autorità di vigilanza del MPC (AV-MPC) aveva concluso il 2 marzo che Lauber ha commesso violazioni molto gravi prima e durante il procedimento. Avrebbe tra l’altro rilasciato dichiarazioni contrarie alla verità, violato i doveri d’ufficio e ostacolato l’indagine disciplinare. Lo aveva sanzionato tagliando il suo stipendio dell’8% per un anno.
Nell’articolo seguente trovate i dettagli della vicenda:
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Lauber ha sempre contestato le accuse sulla forma e sul merito, criticando inoltre l’AV-MPC per aver commesso numerosi errori procedurali, per essere andata oltre le proprie competenze e per aver dato prova di parzialità. Aveva presentato ricorso al TAF.
In una sentenza pubblicata oggiCollegamento esterno, quest’ultimo ammette solo in parte il reclamo di Lauber. I giudici del TAF sottolineano che “le violazioni dei doveri d’ufficio confermate e la loro gravità giustificano comunque la decisione adottata dall’AV-MPC di sanzionare Lauber con la riduzione dello stipendio, ovvero con la sanzione disciplinare più grave tra quelle contemplate dalla legge”.
Tuttavia, riguardo all’entità della riduzione inflitta, l’alta corte puntualizza che “occorre tener conto dei rimproveri rivelatisi infondati”. Di conseguenza ritiene “corretta una riduzione salariale di media entità”. Il TAF pronuncia quindi per una sanzione più mite nei confronti di Lauber: il suo stipendio dev’essere tagliato del 5% per un anno, invece che dell’8%, come aveva deciso l’AV-MPC.
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La sentenza del TAF può essere impugnata e portata al Tribunale federale, ossia alla Corte suprema svizzera.
Nella presa di posizione odierna, Lauber afferma di rispettare la sentenza. “Tuttavia continuo a respingere fermamente l’accusa di menzogna”, aggiunge, senza fornire altri dettagli circa la volontà o meno di ricorrere al Tribunale federale. Le sue dimissioni sembrerebbero indicare che, dopo essersi battuto costantemente, ora non intenda più proseguire la battaglia giuridica.
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Gli osservatori hanno in generale accolto positivamente la nuova “Lex FIFA”, una legge più severa per lottare contro la corruzione nelle federazioni sportive con sede in Svizzera, tra cui la FIFA, e nel settore privato. La sua applicazione solleva tuttavia qualche interrogativo.
Roland Büchel, parlamentare dell’Unione democratica di centro, tra le voci più critiche nei confronti della FIFA, è soddisfatto delle modifiche del Codice penale svizzero approvate la settimana scorsa dal parlamento.
«Questa legge sarà senza dubbio sufficientemente severa per sanzionare la corruzione nelle federazioni sportive quali la FIFA. Sono sicuro che l’aspetto preventivo ne risulterà rafforzato», ha detto Roland Büchel, che nel 2010 ha presentato una mozione per combattere la corruzione nella FIFA e in altre organizzazioni sportive.
Lotta alla corruzione
Anche su pressione di organizzazioni internazionali quali il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), il governo svizzero ha formulato una serie di misure legali per contrastare la corruzione nel settore privato.
Il 10 settembre scorso, il Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento) si è allineato al Consiglio nazionale (camera bassa), esprimendosi a favore di un inasprimento della legge. In base alle nuove disposizioni, la corruzione tra privati verrà considerata une reato a sé stante. Sarà dunque perseguibile d’ufficio e non solo nei casi in cui comporta una distorsione della concorrenza, come successo finora.
Le misure prevedono pene detentive fino a tre anni. Le sanzioni potranno essere applicate ad aziende e associazioni di diritto private, come appunto le federazioni sportive.
In base al nuovo regime, la magistratura inquirente potrà avviare delle procedure penali nei confronti delle circa 60 federazioni sportive internazionali con sede in Svizzera, tra cui la FIFA e il Comitato olimpico internazionale. Finora, le indagini potevano essere lanciate soltanto dopo che una società, un gruppo o un individuo avevano sporto denuncia.
Casi “di lieve entità”
I membri del parlamento hanno tuttavia inserito delle eccezioni. La corruzione verrà infatti perseguita d’ufficio soltanto nei casi gravi. Per i cosiddetti casi “di lieve entità”, il reato continuerà ad essere punibile solo su denuncia.
Con questa decisione, il parlamento ha attenuato le misure originali proposte dal governo, ha deplorato la ministra di giustizia Simonetta Sommaruga. «Non ci sono ragioni di fare eccezioni al perseguimento d’ufficio della corruzione tra privati», ha detto. «Questa restrizione porrà dei problemi al momento dell’applicazione. Chi deciderà della gravità del caso? Quando bisogna agire?», si è interrogata Simonetta Sommaruga, secondo cui le eccezioni introdurranno un’incertezza giuridica nel Codice penale.
Il deputato socialista Carlo Sommaruga, che ha guidato la lotta anti-corruzione contro la FIFA e altre federazioni sportive, sostiene che la nuova legge è un avvertimento per gli alti dirigenti sportivi. Il testo soffre però di definizioni troppo vaghe.
«Al momento il governo è più progressista del parlamento su questioni quali la trasparenza fiscale, la soppressione del segreto bancario, la lotta alla corruzione e al riciclaggio di denaro», ha commentato. All’interno del parlamento, ha aggiunto, «diversi gruppi d’interesse economici tentano di rallentare l’iter o di introdurre eccezioni nella legge. Lo abbiamo visto con la legge sul riciclaggio di denaro e lo vediamo ora con la legge anti-corruzione».
E dopo?
Confrontato con pressioni interne e dall’esterno, il governo svizzero ha tentato per anni di migliorare il controllo delle federazioni sportive. Quest’ultima modifica legislativa fa parte di un pacchetto di misure legali, noto come “Lex FIFA”, e rientrava tra le raccomandazioni formulate nel Rapporto sulla corruzione dell’Ufficio federale dello sport (2012).
Sempre in questo contesto, nel dicembre 2014 il parlamento ha inasprito le norme antiriciclaggio, includendo tra le “Persone politicamente esposte” anche i dirigenti di federazioni sportive che operano a livello mondiale.
Carlo Sommaruga sostiene che la nuova legislazione manda un segnale importante. Ma si chiede se la Svizzera «possieda i mezzi per implementare in modo adeguato la legislazione e se le autorità giudiziarie siano intenzionate a fare questo lavoro».
Jean-Loup Chappelet, professore all’Istituto di alti studi in amministrazione pubblica di Losanna ed esperto di federazioni sportive, sottolinea «la necessità di adottare una legge a protezione dei whistleblowers [le persone che sono suscettibili di portare alla luce casi di corruzione all’interno di aziende od organizzazioni, ndr] come in Gran Bretagna o negli Stati Uniti». L’attuale proposta relativa ai whistleblowers, presentata dal governo nel 2008, è ancora al vaglio di diverse commissioni parlamentari e di uffici federali.
Rivedere lo statuto della FIFA
Nel frattempo, sono state suggerite altre modifiche legali. Diversi parlamentari svizzeri vorrebbero rivedere lo statuto della FIFA e di organizzazioni simili, che la legge elvetica considera entità senza scopi di lucro.
Modifiche che secondo il governo non sarebbero però necessarie. Di recente ha respinto una mozione della deputata socialista Susanne Leutenegger Oberholzer, che chiede di elaborare una legge speciale per disciplinare la vigilanza e la gestione delle federazioni sportive con sede in Svizzera, «diventate veri e propri gruppi multinazionali, il cui fatturato raggiunge vari miliardi».
Nella sua risposta, il governo scrive che già ora le grandi federazioni sportive sono sottoposte a obblighi comparabili a quelli delle società di capitali del Codice delle obbligazioni. Nel vigente diritto delle associazioni esistono strumenti che permettono una governanza efficace e il settore associativo funziona «complessivamente bene in Svizzera», sottolinea il Consiglio federale.
La riforma delle federazioni sportive non avrà mai fine, ammettono gli osservatori. In teoria, la responsabilità è delle stesse organizzazioni, non delle autorità, ritiene Jens Sejer Andersen, direttore dell’osservatorio sportivo indipendente “Play the Game”
«Ma nei fatti fanno il meno possibile e agiscono soltanto sotto l’effetto di una grande pressione dell’opinione pubblica. Dobbiamo mantenere questa pressione in modo che anche altri governi chiedano maggiore trasparenza e una migliore governanza delle organizzazioni sportive internazionali».
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