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L’uomo che vuol dar voce alle mucche e far riflettere la gente

Le mucche Milena e Rahel hanno delle belle corna, come tutte le altre vacche e le capre di proprietà di Armin Capaul. swissinfo.ch

Chi è l'uomo che è riuscito a convincere centomila svizzeri a preoccuparsi delle corna delle mucche e delle capre? Ritratto di Armin Capaul, un contadino di montagna ostinato che ha a cuore il benessere dei suoi animali.

Guance rosee, baffi biondo-rossicci e barba bianca, Armin Capaul è un personaggio speciale. Quando lo incontriamo, indossa un pullover di lana fatto a mano e porta al collo un fazzoletto rosso. Nella sua auto color blu vivace risuona una musica rock-country.

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Da un contadino di montagna un “miracolo” della democrazia diretta

Questo contenuto è stato pubblicato al Sulle aspre montagne del Giura bernese, Armin Capaul con la moglie Claudia e i tre figli adulti gestiscono una piccola fattoria. Le mucche e le capre della famiglia Capaul hanno le corna. Benché questo possa sembrare normale, in realtà non è affatto scontato: in Svizzera, alla maggior parte dei vitelli è praticata la cauterizzazione dell’abbozzo…

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“Non ha mai sentito parlare di J.J. Cale? È una mia anima gemella”, mi dice Capaul. Gli confesso che non conosco il suo amato cantautore americano, non senza il timore che ai suoi occhi ciò rappresenti un cattivo inizio. Ma lui ride. E ride ancora di più quando vede i miei occhi si allargano alla vista della strada stretta e contorta che porta alla sua fattoria di 17 ettari arroccata su una montagna nel Giura bernese. In quella fattoria vi sono mucche, un toro, capre, pecore, asini, cani, gatti e galline.

“Si potrebbe mettere queste”, suggerisce Capaul, indicandomi un paio di ciabatte di paglia per gli ospiti, quando entriamo nella luminosa e calda cucina. La moglie, una bella donna con una lunga treccia grigia, mette da parte il lavoro a maglia e mi offre un tè.

Sul tavolo c’è un mucchio impressionante di buste; negli ultimi tempi ne ha ricevuto più di cento quotidianamente. Quelle recapitategli il giorno precedente contenevano 1’600 firme per l’iniziativa popolare “Per la dignità degli animali da reddito agricoli (Iniziativa per vacche con le corna)” che ha lanciato e promosso quasi da solo.

“Il record giornaliero è stato di 2’304 firme!”, si rallegra Armin Capaul, mentre si siede al tavolo insieme alla moglie per controllare gli ultimi arrivi.

Guardando la serie di timbri postali, Claudia Capaul dice con orgoglio: “Provengono da tutta la Svizzera. E non c’è nessuna organizzazione o partito che se ne occupano; solo mio marito e le persone che lo sostengono”. Un appoggio gli vien dato da tutta la famiglia.

Un attivista

Armin Capaul Philipp Zinniker

La decornazione non faceva parte del programma di studi, quando Armin Capaul ha ottenuto il diploma di agricoltore nel 1976 nei Grigioni. Lo svizzero tedesco si è trasferito già vent’anni fa a Perrefitte, un paesino di montagna nella regione francofona del cantone di Berna, ma non parla la lingua locale. “È probabilmente meglio così, perché altrimenti mi immischierei troppo”, scherza in dialetto svizzero tedesco.

Ma c’è una questione in cui ficca volentieri il naso: il benessere degli animali con le corna. È stato intorno al 1980 che Armin Capaul ha visto per la prima volta una mandria di bestiame senza corna. E l’aspetto di quegli animali non gli è piaciuto. “Avevano la bava alla bocca e sudavano!”, racconta, ricordando come faticavano mentre salivano al pascolo estivo.

Tuttavia oggi è diventata prassi corrente che gli allevatori cauterizzino l’abbozzo corneale dei giovani animali, in modo che le loro corna non crescano. L’idea è di prevenire dal rischio di ferimento sia gli animali sia le persone.

“Questa è una scusa di comodo! Le vacche hanno sempre avuto le corna. Una volta, la gente aveva un rapporto più stretto con esse: le abbracciava, le accarezzava e parlato con loro”, osserva, criticando gli allevamenti a stabulazione libera, dove le mucche hanno certo più libertà di movimento, ma dove lottano più facilmente.

120’859 firme

Armin Capaul il 23 marzo 2016 ha depositato alla Cancelleria federale a Berna 120’859 firme per l’iniziativa “Per la dignità degli animali da reddito agricoli (Iniziativa per vacche con le corna)”, che sono state validate dai comuni.

Ora la Cancelleria federale le controllerà nuovamente e le conterà. Se ne saranno convalidate almeno 100’000, il governo e il parlamento saranno obbligati a sottoporre il testo al voto. Come ogni modifica costituzionale, per l’approvazione definitiva, nella votazione popolare l’iniziativa dovrà ottenere la doppia maggioranza di sì dei votanti e dei cantoni.

Il contadino insorge contro la decornazione perché è un’operazione dolorosa che va eseguita sotto anestesia. Gli abbozzi cornei sono rimossi bruciandoli con un ferro rovente. Inoltre Armin Capaul è convinto che le corna hanno uno scopo. “Le corna forniscono una forma di traspirazione che aiuta a regolare la temperatura corporea di un bovino”. È per evitare che gli animali continuino a subire questa crudeltà che Armin Capaul ha lanciato la sua iniziativa. Se questa fosse approvata in votazione popolare, i contadini che lasciano intatte le corna dei loro bovini e caprini riceverebbero dei sussidi federali.

Un amico degli animali

Quando non sta contando le firme o inviandole alle autorità comunali per la verifica, Armin Capaul si occupa dei suoi animali. Lo seguo nella stalla quando è l’ora del pasto per i tre vitelli, che condividono un pagliericcio in un box separato, mentre le loro madri si trovano con le altre vacche, ognuna delle quali ha il proprio spazio e la propria mangiatoia.

“Le guardi: sono in uno stato di trance!”, afferma. “In una stabulazione libera continuerebbero a spintonarsi per il posto che vorrebbero occupare. Per loro sarebbe stressante”, sostiene il contadino di montagna, precisando che i suoi animali vanno all’aria aperta ogni giorno: per poche ore in inverno e per la maggior parte della giornata in estate.

Ad Armin Capaul non piace la tendenza delle aziende lattiere automatizzate, dove le mucche sono alimentate e munte da robot. “Quei contadini verificano soltanto se il latte scorre, non hanno un legame con i loro animali”.

Capaul conduce i vitelli affamati dalle loro madri, li mette tutti in posizione e attende che si allattino a sazietà, mentre lui si accende una sigaretta e si siede su una panchina vicina.

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“Qui è dove medito”, dice, espirando una boccata di fumo e guardando la sua fila di mucche, ciascuna con un bel paio di corna lucide. Il contadino mi esorta a toccare un corno per sentire come è caldo, soprattutto vicino alla testa. È proprio vero, e mi sorprende anche che la mucca non sia infastidita dal contatto della mia mano sulle sue corna. Mi guarda appena con i suoi enormi occhi e continua tranquillamente a ruminare.

Armin Capaul non è un uomo complicato, ma ha due regole precise per quanto riguarda le fotografie. Una è che deve portare un cappello – “per nascondere la sua calvizie”, spiega ridendo la moglie Claudia. L’altra è più seria: proibisce di utilizzare flash nella stalla, poiché ciò potrebbe spaventare le mucche. Una precauzione che prende in seguito a un aborto spontaneo di una vacca dopo un servizio fotografico.

Nella stalla ci sono anche pecore e capre, che sono in un divertente recinto con varie strutture per potersi arrampicare. “La decornazione è ancora peggio per le capre, poiché con la loro pelle molto fine la cauterizzazione è ancora più dolorosa”, sottolinea Capaul.

Anche se l’iniziativa popolare che ha depositato il 23 marzo 2016 fosse accettata in votazione popolare, lui stesso non potrebbe beneficiare dei contributi finaziari della Confederazione poiché a quel momento sarà in pensione.

“Non lo sto facendo per fare soldi, bensì per il bene degli animali”, puntualizza, ricordando che al contrario per questa iniziativa ha speso un capitale. Ma egli è convinto che i circa 55mila franchi che ha sborsato negli ultimi cinque anni per questa battaglia non siano stati buttati via. Anzi, ne è valsa la pena. “Voglio dare voce alle mucche e far riflettere la gente sul problema”.

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Nei cartelloni pubblicitari e turistici le mucche sono cornute

Questo contenuto è stato pubblicato al Allo stato naturale, infatti, la maggioronza  delle razze tradizionali di questi bovidi avrebbe le corna. Ma alla maggior parte dei vitelli viene cauterizzato (bruciato) l’abbozzo corneale, affinché le corna non crescano. Ciò permette di ridurre sia lo spazio che necessitano per l’allevamento sia i rischi di lesioni. Da qualche tempo, sono allevati anche bovini geneticamente…

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(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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