Foto svizzera nella vicenda della scomparsa Khashoggi
Una foto presentata come immagine dell'aeroporto di Istanbul, nell'ambito della scomparsa di Jamal Khashoggi, in realtà è stata scattata all'aeroporto di Ginevra nel 2016. Intanto l'alta commissaria dell'ONU per i diritti umani Michelle Bachelet ha chiesto la revoca immediata dell'immunità diplomatica del consolato saudita a Istanbul e delle persone interessate.
Il giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi è scomparso il 2 ottobre, dopo essere entrato nel consolato saudita di Istanbul. Le autorità turche sostengono che è stato ucciso da una squadra di 15 uomini che sono arrivati su due jet privati dall’Arabia Saudita.
L’immagine di un jet su una pista aeroportuale soleggiata, sul cui sfondo si vedono delle montagne innevate, è stata ripetutamente utilizzata nel battibecco tra i media turchi e quelli sauditi. La fotografia è stata presentata per la prima volta da media turchi, tra cui il filogovernativo Sabah.
L’immagine è poi stata ripubblicata dai media sauditi per smentire i legami tra Riyadh e la scomparsa di Khashoggi. Un presentatore di Saudi Channel 24, il 10 ottobre, ha sottolineato che il jet saudita in questione non avrebbe potuto essere a Istanbul in quel momento a causa delle montagne innevate sullo sfondo. “La cosa divertente è che c’è la neve sulle cime della foto allorché siamo in ottobre”, ha letto dal feed Twitter del blogger filogovernativo saudita Munther Al-Sheikh Mubarak.
L’immagine è stata postata numerose volte su Twitter da persone diverse. Ecco un esempio:
It’s confirmed that #SaudiCollegamento esterno registered HZ-SK1 and HZ-SK2 planes landed at #IstanbulCollegamento esterno Ataturk Airport on October 2nd.
— Hilâl Kaplan (@HilalKaplanEng) October 9, 2018Collegamento esterno
HZ-SK1 route: Riyadh-Istanbul-Cairo-Riyadh
HZ-SK2 route: Sharm El Sheikh-Cairo-Istanbul-Dubai-Riyadh #JamalKhashoggiCollegamento esterno pic.twitter.com/CoFIpjUSuWCollegamento esterno
In realtà la foto è stata scattata nel marzo 2016 da Jean-Luc Altherr, un appassionato fotografo di velivoli, che lavora per l’aeroporto di Ginevra e che figura anche nell’elenco dei collaboratori della rivista “Cockpit”, con sede a Zurigo.
Madeleine Von Holzen, portavoce dell’aeroporto di Ginevra, ha confermato a swissinfo.ch che la fotografia è stata scattata da Jean-Luc Altherr, ma durante il suo tempo libero, come spotter. La portavoce ha puntualizzato che “questa foto è stata usata dai media senza l’autorizzazione di Altherr”, nonostante che ci sia la menzione del copyright sul suo account Flickr, dove è stata pubblicata.
Verso un’ammissione di uccisione?
Le pressioni internazionali sull’Arabia Saudita affinché sia fatta piena luce sulla scomparsa di Jamal Khashoggi si sono nel frattempo acuite. Nell’ispezione turca eseguita la scorsa notte all’interno del consolato saudita di Istanbul sarebbero state trovate prove dell’uccisione, stando ad al Jazeera.
Secondo la CNN, Riad si prepara ad ammettere che il giornalista dissidente è stato ucciso in seguito a un interrogatorio finito male nel suo consolato a Istanbul. Ma le conclusioni del rapporto in via di preparazione includerebbero che “l’operazione è stata condotta senza autorizzazione e trasparenza e che coloro che sono stati coinvolti saranno ritenuti responsabili”.
Il Wall Street Journal aggiunge che quali autori sarebbero indicati “agenti traditori” e la morte sarebbe avvenuta “per errore”. L’ipotesi che a compiere l’omicidio siano stati dei “cani sciolti”, suggerita oggi direttamente da Donald Trump, avrebbe così l’avallo ufficiale di Riad, nel tentativo di mettere a tacere una vicenda che ha messo in crisi agli occhi del mondo l’immagine di riformatore proposta finora dal principe ereditario Mohammed bin Salman.
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo è arrivato stamani a Riad per discutere del caso. Oltre che con re Salman, ha avuto colloqui anche con il principe ereditario Mohammed Bin Salman. Secondo le tv turche, al termine della visita in Arabia Saudita, Pompeo si recherà in Turchia.
Alta commissaria ONU sollecita revoca immunità
“Data la gravità della situazione che circonda la scomparsa del giornalista saudita Jamal Khashoggi”, l’alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha detto oggi di ritenere che “l’inviolabilità o l’immunità dei locali e dei funzionari conferiti dai trattati come la Convenzione di Vienna del 1963 sulle relazioni consolari debba essere revocata immediatamente”.
Bachelet ha poi esortato Riad e Ankara a rivelare tutto quello che sanno. “Sia una sparizione forzata, sia un omicidio extragiudiziale sono entrambi crimini molto gravi e l’immunità non dovrebbe essere utilizzata per ostacolare le indagini su quanto è successo e su chi è responsabile”, ha affermato l’alta commissaria.
Governo svizzero “preoccupato”
Il Ministero svizzero degli affari esteri (DFAE) ha fatto sapere il 15 ottobre di aver convocato l’incaricato d’affari dell’ambasciata saudita per esprimere preoccupazione per la scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi. Al numero due dell’ambasciata saudita a Berna è stato chiesto di fare luce sul caso, ha dichiarato una portavoce della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) in una dichiarazione congiunta con il DFAE.
Il governo svizzero potrebbe decidere caso per caso se imporre sanzioni economiche all’Arabia Saudita, ha aggiunto la portavoce della SECO. La Svizzera sarebbe obbligata ad applicare sanzioni economiche solo se queste fossero decise dalle Nazioni Unite.
L’Arabia Saudita è un partner chiave della Svizzera nel mondo arabo e nella regione del Medio Oriente. Secondo la Seco, il volume degli scambi commerciali tra i due Paesi nel 2017 è stato di 2,5 miliardi di franchi. Le esportazioni svizzere comprendono soprattutto prodotti farmaceutici, orologi e macchinari, mentre le importazioni di petrolio saudita in paesi europei coprono indirettamente circa il 60% dell’import svizzero di greggio.
All’inizio dell’anno la Svizzera e l’Arabia Saudita hanno rafforzato la cooperazione in materia finanziaria.
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