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L’aiuto ai media divide la Svizzera

La Svizzera francofona, particolarmente interessata al tema dopo la scomparsa della rivista "Hebdo" e del quotidiano "Le Matin", tende a sostenere il pacchetto di aiuti in votazione. Keystone / Dominic Favre

La suspense regna sul futuro delle controverse misure di sostegno ai media in Svizzera. A poco più di un mese dalla votazione del 13 febbraio, il campo del "sì" e del "no" sono in perfetta parità, secondo il primo sondaggio SSR.

La lotta si annuncia dura tra chi è pro e chi contro il pacchetto di aiuti finanziari a sostegno dei media. Il risultato della votazione del 13 febbraio dipenderà dal modo in cui si svilupperà la campagna.

Il 48% delle persone interpellate ha intenzione di sostenere le misure mentre il 48% vi si oppone, rileva il primo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern su mandato della Società svizzera di radiotelevisione (SSR, di cui SWI swissinfo.ch è parte). Il 4% non sa ancora come votare.

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Il progetto prevede di distribuire 151 milioni di franchi supplementari all’anno ai giornali, alle radio e alle televisioni private nonché alle piattaforme online. Il provvedimento crea il tradizionale fossato politico tra la sinistra, favorevole, e la destra, contraria al pacchetto.

Il voto, stando al sondaggio, sarà verosimilmente influenzato anche dall’opinione dell’elettorato nei confronti del Governo. Coloro che diffidano del Consiglio federale sono chiaramente contrari al sostegno pubblico ai media. Le persone che hanno fiducia nello Stato sono invece favorevoli.

Gli argomenti del campo del “sì” raccolgono al momento un consenso leggermente maggiore degli argomenti del “no” tra coloro  che hanno risposto al sondaggio. Il 60% ritiene che l’aiuto ai media rafforzi la democrazia elvetica, perché promuove l’attività giornalistica indipendente anche su scala regionale. Tuttavia, il 55% pensa che non sia compito dello Stato proteggere alcuni settori economici dai mutamenti del mercato.  

I politologi e le politologhe di gfs.bern riferiscono inoltre che la Svizzera francofona, particolarmente interessata al tema dopo la scomparsa della rivista “Hebdo” e del quotidiano “Le Matin”, sostiene il pacchetto di aiuti, contrariamente alla parte italofona e germanofona del Paese. 

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La pubblicità per il tabacco nel mirino

Stando al sondaggio, il campo del “sì” all’iniziativa che vuole limitare la pubblicità per il tabacco registra un importante vantaggio. Al momento, il 73% delle persone interpellate è favorevole al testo denominato “Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco”. Il 25% si dice contro e il 2% non esprime ancora un’opinione.

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Il consenso sociale è ampio attorno al divieto di ogni forma di pubblicità per i prodotti del tabacco indirizzata ai e alle minorenni. Dalla sinistra alla destra dello scacchiere politico, la maggioranza dell’elettorato sostiene la proposta.

Gli argomenti a favore dell’iniziativa sembrano colpire nel segno. Il 93% di chi ha risposto stima che se la vendita di sigarette è vietata a coloro che hanno meno di 18 anni, è coerente proibire la pubblicità a loro indirizzata.

Non è tuttavia sicuro che il vantaggio sia sufficiente. Durante la campagna in vista del voto, il sostegno a un’iniziativa popolare tende tradizionalmente a erodersi.

La fine delle tasse di bollo?

Gli avversari e le avversarie alla soppressione della tassa di emissione, riscossa sulle azioni o simili, sono al momento in testa. Secondo i dati dell’istituto gfs.bern, il 49% dell’elettorato al momento è contrario alla modifica della legge federale sulle tasse di bolloCollegamento esterno. Il 42% sostiene il testo mentre il 9% è indeciso.

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La fronda di chi si batte contro la soppressione arriva da sinistra. Coloro che hanno lanciato il referendum ritengono che questa riforma giovi solamente alle imprese più ricche. I partiti di sinistra faticano tuttavia a convincere al di là del proprio elettorato, anche se gli argomenti presentati mettono d’accordo la maggioranza delle persone interpellate.

Chi sostiene il progetto, Governo e Parlamento inclusi, passerà ora all’offensiva presentando argomenti economici, con una buona probabilità di successo.

Niente divieto per la sperimentazione animale

L’iniziativa popolare “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani” non ha praticamente nessuna possibilità di superare il test delle urne, ritiene l’istituto gfs.bern. Nel sondaggio, solo il 45% si dice a favore, mentre il 48% è contrario.

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L’elettorato dei Verdi (Partito ecologista) è il solo a sostenere il testo che vuole vietare ogni tipo di sperimentazione su esseri umani e animali così come l’importazione di prodotti sviluppati ricorrendo a questi esperimenti.

Il 13 febbraio il popolo elvetico dovrebbe dunque esprimersi per la quarta volta contro questo tipo di divieto. “Malgrado le reticenze, esiste un certo consenso sulla necessità di questi esperimenti per la ricerca”, commenta l’istituto gfs.bern.

Il primo sondaggio SSR in vista delle votazioni del 13 febbraio è stato realizzato dall’istituto di ricerca gfs.bern tra il 17 dicembre 2021 e il 3 gennaio 2022. Sono state 10’083 le persone con diritto di voto interpellate. Il margine d’errore è di +/- 2,8%.

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