Tariq Ramadan o la caduta di un nuovo profeta
L’islamologo ginevrino si trova sotto inchiesta in Francia in seguito due denunce per stupro, violenza e molestie sessuali depositate in ottobre. In Svizzera, Tariq Ramadan è inoltre accusato di aver avuto rapporti sessuali con tre allieve minorenni, quando lavorava come insegnante. Accuse categoricamente respinte dal predicatore.
Ogni anno, in occasione della riunione annuale dell’organizzazione dei Musulmani di Francia al Salon du Bourget, nei pressi di Parigi, una folla compatta ascolta religiosamente l’oratore vedette Tariq Ramadan. Che l’intellettuale ginevrino parli di spiritualità, del presidente della Repubblica francese, della guerra in Siria o anche dei suoi figli, poco importa, migliaia di musulmani affascinati lo applaudono calorosamente. Per i suoi seguaci, che lo idolatrano, a parlare non è solo il brillante professore di scienze islamiche contemporanee dell’Università di Oxford, ma anche un guru.
Sospeso dall’Università di Oxford
Dopo giorni di polemiche e proteste da parte degli studenti che chiedevano al rettorato di prendere posizione, l’Università di Oxford ha annunciato la sospensione del suo insegnante di studi islamici contemporanei. Una decisione, spiegano i responsabili accademici, “presa di comune accordo” e con “effetto immediato”, che deve consentire a Ramadan di “rispondere alle gravi accuse” di cui è oggetto.
La pagina Facebook di Tariq Ramadan attira oltre due milioni di fan. Ma quali sono i segreti di questa star internazionale che la Svizzera ha lasciato partire in Gran Bretagna e Qatar?
Nato nell’agosto 1962, Tariq è l’ultimo dei sei figli di Saïd Ramadan (deceduto nel 1995) e di Wafa, figlia di Hassan Al-Banna, fondatore dei Fratelli musulmani egiziani. Perseguiti dal presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, i genitori trovano rifugio nel 1958 a Ginevra. Fondatore del Centro islamico di Ginevra, Saïd Ramadan è per alcuni anni il rappresentante europeo della Lega islamica mondiale, finanziata dall’Arabia Saudita.
Tesi molto controversa
Il modo con il quale Tariq Ramadan ottiene la sua tesi universitaria dedicata a Hassan Al-Banna, rimarrà senza dubbio per lungo tempo negli annali dell’Università di Ginevra. In effetti, tenta di presentare il nonno come un Gandhi musulmano, anche a costo di manipolare le traduzioni in arabo e di cancellare il carattere totalitario e antisemita della nota Fratellanza. “Jundî non viene tradotto con il termine ‘soldato’, come dovrebbe essere, ma con quello di ‘attivista’”, denuncia Mohamed-Chérif Farjani (1), ricercatore di Lione.
Charles Genequand, studioso arabo e direttore della tesi di Tariq Ramadan, ricorda che non solo lo studente si rifiuta di apportare delle correzioni, ma fa pressione sui membri della giuria “per ottenere il più rapidamente possibile la sua tesi” (2). Ramadan minaccia persino di denunciare Ali Merad, professore emerito all’Università della Sorbona e membro della giuria.
Di fronte alle dimissioni dei suoi esaminatori, Tariq Ramadan fa valere la teoria della cospirazione. Secondo lui, l’Università di Ginevra cercherebbe di discriminare un musulmano! Riceve subito il sostegno di Jean Ziegler e della sua compagna Erica Deuber Pauli. Questi ultimi conducono intense attività di lobbying per trovare una seconda giuria, un po’ più compiacente della precedente, per giudicare la tesi di Ramadan.
Per finire, il testo “Aux sources du renouveau musulman. D’Al-Afghani à Hassan Al-Banna, un siècle de réformisme islamique” (Alle fonti del rinnovamento musulmano. Da Al-Afghani a Hassan Al-Banna, un secolo di riformismo islamico”, riesce di stretta misura a superare le resistenze della nuova giuria. Il suo autore non ottiene però nemmeno la menzione “molto onorevole”. Ciò significa, in lingua universitaria, che le porte delle facoltà svizzere sono chiuse a Tariq Ramadan.
Una sedia pagata dal Qatar
Nonostante tutto, questa tesi gli permette di lasciare il piccolo mondo dei predicatori per raggiungere quello degli intellettuali, molto più prestigioso. Tanto più che al suo titolo accademico, strappato in Svizzera, Tariq Ramadan aggiunge quello di laureato della prestigiosa Università Al-Azhar del Cairo. Sul suo sito web, l’islamologo afferma di aver ottenuto “sette ijazat in sette discipline diverse”. L’ijazat è una licenza di insegnare scienze islamiche. In un’intervista, pubblicata il 7 giugno 2009 sul giornale domenicale Le Matin Dimanche, viene addirittura presentato come “dottore in lettere (islamologia-araba) a Ginevra e al Cairo”. Piccolo dettaglio, in scritti precedenti, Tariq Ramadan affermava che durante il suo soggiorno in Egitto, “non volevo un diploma, solo il contenuto della formazione mi interessava”.
Nel 2005, il nativo ginevrino annuncia trionfalmente di essere stato assunto come professore all’Università di Oxford. Lascia le rive del Lago Lemano per il Tamigi. La realtà è un po’ diversa. Viene infatti ricevuto solo come studioso ospite. Il 27 agosto 2005 il quotidiano francese Le Monde scrive che Ramadan “non ha alcuna attività didattica” (3). Marc Roche, corrispondente del giornale a Londra, conferma all’autore di questo articolo che Tariq Ramadan è solo un “senior research fellow”. Cioè, un ricercatore. L’intellettuale ginevrino “ha sempre rivendicato, a torto, il titolo di professore”, indica Marc Roche.
Solo più tardi il nipote di Hassan Al-Banna eredita una cattedra finanziata dal Qatar, a seguito di un accordo tra Oxford e l’Università Hamad Bin Khalifa di Doha. In un’intervista pubblicata il 27 aprile 2013 dal giornale Libération, Tariq Ramadan riconosce che il suo titolo di professore è legato alle sovvenzioni versate dall’Emirato. Soprattutto perché viene occupato dal Centro di ricerca sulla legislazione e l’etica islamica, creato dalle autorità del Qatar nel 2012.
Immagine decisamente infranta
L’islamologo ginevrino rimane un insegnante molto particolare. A differenza di tutti i suoi colleghi, non può presentare … pubblicazioni accademiche. Tuttavia, questo non gli impedisce di definirsi “erudito” nelle sue conferenze. Da parte sua, Charles Genequand, il suo ex direttore di tesi a Ginevra, parla nel quotidiano francese Le Figaro, di “un ideologo, uno pseudo-intellettuale (…). Un opportunista vanitoso che cerca di farsi passare per un leader spirituale dell’Islam europeo”.
Le accuse particolarmente gravi mosse contro l’islamologo ginevrino (tra cui due denunce per stupro, violenza e molestie sessuali) sono ovviamente di natura completamente diversa. Tariq Ramadan le respinge, così come le accuse di abusi sessuali su minorenni, rivelate lo scorso fine settimana da La Tribune de Genève. Ha presentato numerose denunce contro coloro che lo hanno denunciato. Spetterà ai tribunali decidere.
Tuttavia, anche se questa drammatica vicenda dovesse concludersi con un’assoluzione, l’immagine di quest’uomo, adorato da alcuni come un nuovo profeta, sembra definitivamente infranta. Non ha forse ripetuto nelle sue lezioni che “tutti i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio rappresentano un peccato molto grave”?
Ian Hamel è autore dell’inchiesta “La verità su Tariq Ramadan. La sua famiglia, le sue reti, la sua strategia”, Favre, 2007.
(1) «Le politique et le religieux dans le champ islamique», Fayard, 2005.
(2) «La vérité sur Tariq Ramadan. Sa famille, ses réseaux, sa stratégie», Favre, 2007.
(3) «L’intellectuel musulman Tariq Ramadan est invité par l’université d’Oxford», Le Monde du 27 août 2005
Traduzione di Armando Mombelli
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