La caccia ai ricchi stranieri è uno sport globale
La Svizzera non è il solo paese ad offrire tassazioni preferenziali per attirare stranieri facoltosi. La pratica è diffusa anche in diversi altri paesi europei, tra cui la Gran Bretagna e il Portogallo. Perfino la Francia, che denuncia spesso l’esilio dei suoi contribuenti, corteggia i ricchi stranieri.
Dal 21 al 23 novembre, la Svizzera affronta la Francia nella seconda finale di Coppa Davis della sua storia. Al di là dell’interesse sportivo, questo incontro di tennis riveste anche una particolare dimensione politica: la selezione francese guidata da Arnaud Clement, ex “esule fiscale”, sarà probabilmente formata solo da giocatori che risiedono in Svizzera.
Molto apprezzati anche da artisti e sportivi francesi, i forfait fiscali offerti attualmente dalla Svizzera sono minacciati dall’iniziativa popolare “Basta ai privilegi fiscali dei milionari” (Abolizione dell’imposizione forfettaria)Collegamento esterno, sottoposta a votazione federale il 30 novembre, ossia solo una settimana dopo la finale tra i tennisti svizzeri e i loro avversari “franco-svizzeri”.
I forfait fiscali, come funzionano?
Il sistema dei forfait fiscali si basa sul tenore di vita e sul dispendio del contribuente in Svizzera e non sulla sostanza e sul reddito effettivo. Viene applicato unicamente agli stranieri che non esercitano un’attività lucrativa in Svizzera. Anche gli sportivi e gli artisti possono beneficiarne.
Nel 2012, il parlamento svizzero ha deciso di inasprire i requisiti per approfittare dell’imposizione secondo il dispendio. Il calcolo dell’imposta cantonale e federale dovrà basarsi almeno sul settuplo della pigione annuale o del valore locativo dell’appartamento e solo le persone che hanno un reddito annuo di almeno 400’000 franchi possono beneficiare di questo privilegio fiscale, per quanto concerne l’imposta federale diretta.
Concretamente, uno straniero che acquista un appartamento in Svizzera, il cui valore locativo mensile è di 5’000 franchi sarà tassato – in maniera uguale agli altri contribuenti – su un reddito di 420’000 franchi (5000 x 12 x 7). A questo calcolo, si possono aggiungere altre spese, come le macchine o gli aerei privati. La base imponibile considerata per l’imposta sulla sostanza è almeno dieci volte superiore al totale del reddito dichiarato, nell’esempio citato sarebbero 4’200’000 franchi.
In quale paese potrebbero essere tentati di rifugiarsi Jo-Wilfried Tsonga, Richard Gasquet e Gilles Simon, se il popolo dovesse decidere di approvare l’iniziativa popolare, lanciata dalla sinistra in favore di una maggiore equità fiscale? “Sicuramente in Gran Bretagna e Portogallo, i due paesi fiscalmente più attraenti d’Europa per gli stranieri che non vi esercitano un’attività lucrativa”, ritiene Philippe Kenel, avvocato fiscalista specializzato nella “delocalizzazione” di persone benestanti.
Somiglianze con il modello britannico
Introdotto nel 1862, il modello svizzero di imposizione forfettaria – chiamata anche imposizione in base al dispendio – è unico in Europa, con l’eccezione del Liechtenstein. Assomiglia però in diversi punti al sistema praticato dalla Gran Bretagna. “Lo statuto di ‘residente non-domiciliato’ consente ad esempio ad un cittadino francese stabilitosi a Londra di non essere tassato sui redditi percepiti all’estero. Il beneficiario può anche lavorare e percepire dei redditi in Gran Bretagna. La Svizzera offre invece dei forfait fiscali solo a coloro che non svolgono un’attività lucrativa sul suo territorio”, spiega Vincent Simon, specialista di questioni fiscali presso economiesuisse, una delle principali organizzazioni economiche svizzere.
In Gran Bretagna, coloro che vogliono godere di un simile statuto per più di sette anni devono pagare una tassa che corrisponde a 30’000 sterline l’anno. Dopo 12 anni questo importo sale a 50’000 sterline. Questo sistema è stato introdotto nel 2012 a seguito delle crescenti critiche interne nei confronti dei 123’000 ‘residenti non domiciliati’, in base ai dati del Financial Times. In Svizzera vi sono invece poco più di 6’000 stranieri che beneficano di forfait fiscali.
In Portogallo, gli stranieri che non esercitano alcuna attività lucrativa sono esenti da tasse per un periodo di 10 anni. “Il sistema messo in atto nel 2009, durante la crisi finanziaria, è molto interessante per i pensionati. Permette di attirare stranieri facoltosi, ma anche pensionati ordinari “, indica Simon Vincent.
La Francia non è da meno
Secondo Philippe Kenel, in Europa si possono distinguere due tipi di paesi: alcuni hanno creato uno statuto speciale per i cittadini stranieri, mentre altri offrono una tassazione privilegiata a tutte le persone ricche, indipendentemente dalla loro nazionalità. Nella prima categoria, oltre a Gran Bretagna e Portogallo, si situano Malta, Irlanda, Olanda e Austria. Nel secondo gruppo figurano invece Lussemburgo, Italia, Belgio e i paesi dell’Europa orientale.
Il Belgio, che non riscuote tasse né sul patrimonio né sui redditi patrimoniali, è diventato da anni un rifugio fiscale per molti cittadini francesi. Pur criticando regolarmente i privilegi fiscali accordati da Svizzera e Belgio, la Francia non è da meno, rileva Philippe Kenel. Per un periodo di cinque anni i contribuenti stranieri residenti in Francia non vengono tassati sul patrimonio. Parigi accorda inoltre un trattamento preferenziale ai cittadini del Qatar: sono totalmente esenti da tasse, se lasciano il territorio francese ogni 5 anni, per un periodo di 3 anni.
Altri sviluppi
Il valore dell’imposta forfettaria per le finanze pubbliche
In Europa, coloro che non vogliono pagare nemmeno un franco d’imposte, possono stabilirsi nei micro Stati di Andorra o Monaco. Il corridore di Formula 1 Lewis Hamilton ha così lasciato la Svizzera nel 2012 per stabilirsi nel Principato monegasco, dove i prezzi degli immobili sono però tra i più alti a livello mondiale. Vi sono anche paradisi fiscali più esotici, come le Bahamas o il Belize. A livello mondiale, tra i paesi che cercano di attirare ricchi stranieri con incentivi fiscali figurano inoltre Stati uniti, Canada, Marocco, Israele, Hong Kong, Singapore, Cina, Giappone e Tailandia.
Diversi altri vantaggi
Per i sostenitori dell’abolizione dell’imposizione forfettaria, questa concorrenza internazionale dimostra che la Svizzera non attira ricchi stranieri solo per questioni fiscali e che sarebbe sicuramente attraente anche senza i suoi regimi speciali. Sulla base dell’esperienza del canton Zurigo, che ha abolito i forfait fiscali nel 2010, Marius BrülhartCollegamento esterno, professore di economia presso l’Università di Losanna, stima che tra il 20 e il 50% dei beneficiari di un’imposizione forfettaria lascerebbero la Svizzera in caso di approvazione dell’iniziativa “Basta ai privilegi fiscali dei milionari” il prossimo 30 novembre.
Brühlart, che non vuole prendere posizione né per una parte né per l’altra, fa notare che a Zurigo le previsioni allarmistiche degli avversari non si sono concretizzate. “La mobilità effettiva di questi contribuenti è spesso sovrastimata. La Svizzera ha diversi altri vantaggi da offrire, non solo dei forfait fiscali”. Qualità della vita, stabilità, sicurezza, una ricca offerta culturale e un tasso d’imposizione relativamente basso fanno della Svizzera un paese particolarmente apprezzato dai ricchi stranieri.
A detta dell’economista losannese, la Svizzera avrebbe invece molto da guadagnare se sopprimesse questi regimi fiscali contestati. Da un lato, la partenza di alcuni beneficiari di forfait fiscali sarebbe compensata da coloro che decidono di rimanere e che pagheranno un po’ più di imposte. Dall’altro sono da attendere anche benefici indiretti: “Il sistema attuale incoraggia questi contribuenti a ridurre al minimo la loro spesa in Svizzera [i forfait fiscali vengono calcolati in base al presunto dispendio e non tenendo conto del reddito o del patrimonio reale] e a vivere in modo più lussuoso all’estero. Con un tassazione regolare, non vi sarebbe un simile incentivo. In definitiva, questi pacchetti fiscali non sono forse un buon affare per il nostro paese”.
Esodo dei milionari?
Da parte sua, Vincent Simon teme invece che ben oltre la metà di questi contribuenti privilegiati decidano di lasciare la Svizzera. “La maggior parte dei paesi europei non hanno più un’imposta sul patrimonio. In Svizzera questa imposta esiste ancora e può essere molto pesante, in particolare nei cantoni di lingua francese, tra i più colpiti in caso di soppressione dei forfait fiscali”.
Più allarmista Philippe Kenel: “La bellezza di un paesaggio alpino o la possibilità di spostarsi in poco più di un’ora tra Parigi e Bruxelles possono motivare un francese a stabilirsi in Svizzera o in Belgio, ma solo se questi paesi figurano tra coloro che offrono condizioni fiscali attraenti. I miei clienti sono venuti in Svizzera per i suoi vantaggi fiscali. Se ne andrebbero immediatamente, se questi vantaggi dovessero scomparire”.
Diritto di soggiorno comperato?
I forfait fiscali erano inizialmente destinati soprattutto a ricchi stranieri pensionati o d’età superiore a 55 anni che non esercitano un‘attività lavorativa in Svizzera.
Questo limite d’età è caduto per cittadini dell’UE dall’entrata in vigore dell’accordo sulla libera circolazione tra Berna e Bruxelles, che accorda a tutti gli espatriati europei il diritto di risiedere in Svizzera, a condizione che siano in grado di provvedere al loro sostentamento e a quello delle loro famiglie.
Il limite di 55 anni è rimasto invece per i cittadini extra-comunitari. Delle deroghe sono tuttavia possibili, in particolare se sono in gioco “importanti interessi pubblici” in materia di fiscalità, come previsto dall’Ordinanza sull’ammissione, il soggiorno e l’attività lucrativaCollegamento esterno. Questa clausola è stata aggiunta nel 2007 all’ordinanza su richiesta dell’allora ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher.
Secondo gli oppositori ai forfait fiscali, questa norma consente in pratica a “fittizi disoccupati” extra-comunitari di acquistare un diritto di soggiorno in Svizzera. Tra gli esempi venuti alla ribalta negli ultimi anni vi sono quelli della figlia del presidente uzbeko Lola Karimova, del miliardario russo Viktor Vekselberg o dell’ex magnate e oppositore russo Mikhaïl Khodorkovski.
Traduzione di Armando Mombelli
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