La Ginevra internazionale si tinge di verde
L'organizzazione non lucrativa R20, fondata da Arnold Schwarzenegger, è l'ultima gemma spuntata su un ramo rigoglioso: quello degli enti ambientalisti nella Ginevra internazionale.
Tra le 250 organizzazioni non governative e le 32 organizzazioni internazionali insediate nella regione che ospita il quartier generale europeo dell’ONU, la presenza di enti attivi in campo ambientale è infatti in piena espansione. Non è neppure casuale che l’ex governatore della California abbia scelto la regione di Ginevra come sede della sua rete di governi regionali che ha lo scopo di promuovere l’economia verde a livello mondiale.
“Per noi è stata una decisione naturale”, dice a swissinfo.ch la direttrice operativa di R20 Liliane Ursache. “Dobbiamo seguire da vicino quello che succede in campo ambientale e non perdere di vista i negoziati internazionali. Uno degli attori più importanti è il mondo della finanza e degli investitori, che sono molto interessati a nuovi progetti”, osserva.
“Ginevra è anche una piazza importante per le cosiddette tecnologie pulite. In questo campo sono stati compiuti molti progressi. E noi lavoriamo a stretto contatto con reti e partner insediati qui”.
Oltre agli argomenti operativi e alle potenziali sinergie, nella mossa, molto pubblicizzata, di Schwarzenegger di stabilire il quartier generale di R20 a Ginevra, sono state determinanti le facilitazioni offerte dal Cantone. Quest’ultimo ha accettato di prendere a proprio carico quasi tutto l’affitto degli uffici dell’organizzazione nella villa Grand-Montfleury a Versoix per due anni ed esentarla da imposte sul reddito. Inoltre la Svizzera offre alle Ong che si insediano sul suo territorio un “servizi esclusivi”.
Strategia chiara
Negli ultimi anni le autorità federali e cantonali hanno avuto un occhio di riguardo per lo sviluppo di Ginevra come piattaforma internazionale per le questioni sia ambientali che sanitarie.
Il recente arrivo della R20 segue quello del segretariato del Sistema internazionale di servizi climatici (Global Framework for Climate Services, GFCS), nel 2011, e allunga l’elenco delle istituzioni ambientali che hanno sede a Ginevra, come la segreteria del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e l’Organizzazione mondiale di meteorologia (OMM).
La Svizzera e Ginevra mirano ora ad attirare il segretariato permanente del Fondo verde per il clima (GCF). Si tratta di un’organizzazione autonoma nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, progettata per convogliare fino a 100 miliardi di dollari all’anno per i paesi poveri e vulnerabili entro il 2020, per aiutarli ad attenuare le conseguenze e ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
La Svizzera ha annunciato la sua candidatura ufficiale per ospitare il Fondo e per un seggio nel consiglio esecutivo. La candidatura elvetica è in concorrenza con l’ex capitale tedesca Bonn, che è la sede temporanea del segretariato, oltre che con la Corea del Sud, la Polonia, la Namibia e il Messico.
Rete forte
Funzionari svizzeri sono convinti che Ginevra offra una posizione ideale per il Fondo, grazie alla sua crescente competenza ambientale, alle sinergie e al fatto che sia un centro finanziario internazionale.
“Ha anche una forte rete di missioni diplomatiche, che è importante se vogliamo che il GCF cresca e che i paesi siano in grado di seguire le sue attività”, spiega a swissinfo.ch Franz Perrez, responsabile degli affari internazionali presso l’Ufficio federale dell’ambiente.
Il consulente ambientale Yves Lador ritiene che altri centri internazionali ambientali, come Nairobi, sede del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), Bonn o Montreal, non possano competere con Ginevra sulle sinergie.
“A Ginevra ci sono un sacco di organizzazioni specializzate nell’ambiente ed è una piattaforma per le questioni economiche e chimiche con le relative tre convenzioni. Inoltre ci sono altre agenzie connesse, come l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Senza ovviamente dimenticare l’OMM e l’IPCC”, afferma.
Tuttavia, la complessa decisione politica sul futuro del GCF non è nelle mani della Svizzera e di Ginevra, puntualizza.
Secondo centro mondiale
Gli fa eco l’ex ambasciatore svizzero François Nordmann: “Penso che la concorrenza sia feroce. La Svizzera è in competizione con altri cinque paesi, tre dei quali sono membri del G20, e uno è asiatico, ciò che costituisce una proposta molto attraente. La Germania ha la forza d’influenzare molti voti. Inoltre, c’è l’inizio di una concentrazione ambientale a Bonn”.
Secondo Lador, uno dei grossi problemi per la Svizzera è stata la resistenza degli Stati alla governance ambientale globale, un argomento di discussione in agenda ai prossimi colloqui sul clima di Rio nel mese di giugno.
“Sta affiorando una strategia di Stati che dividono le organizzazioni ambientaliste. Se i politici avessero veramente voluto fare un lavoro serio per l’ambiente, starebbero creando piattaforme di competenza per il clima, la chimica o la biodiversità. Mentre in realtà le stanno separando e spartendo tra luoghi come Bonn, Ginevra e Montreal”, afferma il consulente.
Perrez sottolinea che è importante evitare una dispersione in luoghi diversi e concentrare le competenze. L’alto funzionario precisa che non era nella volontà della Svizzera diventare “il” centro mondiale dell’ambiente.
“Nairobi è ‘il’ centro per le questioni ambientali, quale sede dell’UNEP ed è importante che l’UNEP rimanga un’istituzione forte lì. Ma Nairobi non è in grado di fornire tutto. Disporre di un secondo centro che sia di supporto per Nairobi offre grandi vantaggi. Ed è in quest’ottica che si colloca Ginevra”.
Il Fondo verde per il clima (GCF) è stato istituito nel 2010 con gli accordi di Cancun. Ha il mandato di gestire decine di miliardi di dollari da investire in Paesi in via di sviluppo per aiutarli a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e adottare i necessari provvedimenti per adeguarsi ai mutamenti climatici.
Provvisoriamente il segretariato del GCF è stato insediato a Bonn. Dal 2014 il Fondo dovrebbe però avere una sede permanente. Il 12 aprile la Svizzera ha proposto di ospitarla a Ginevra.
Annunciando la decisione adottata dal governo elvetico, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha indicato che “la Confederazione ritiene che sia più efficiente concentrare a livello sia geografico che istituzionale i processi e le organizzazioni inerenti a settori collegati.
Ginevra e la regione del Lemano rappresentano un importante centro della politica ambientale internazionale grazie alle numerose organizzazioni internazionali governative e non governative presenti sul territorio”.
La Confederazione si è nel contempo candidata a un seggio nel Consiglio esecutivo del GCF. Sarà proprio questo organo, insieme alla Conferenza delle parti contraenti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a decidere dove siederà definitivamente il segretariato del GCF.
“Il Consiglio esecutivo esaminerà le candidature nel corso dell’anno e nel dicembre 2012 presenterà una proposta concreta”, ha precisato il DFAE nel comunicato del 12 aprile.
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)
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