La lotta per la giustizia universale parte da Ginevra
Le organizzazioni non governative Civitas Maxima e TRIAL International sono attive da anni nella lotta contro l'impunità e a favore della giustizia universale. Le abbiamo incontrate a Ginevra, dove operano, per parlare del loro lavoro, delle sfide e delle motivazioni.
È un edificio ordinario nel centro di Ginevra. Non ci sono insegne, né logo, né riferimenti alla presenza al secondo piano della sede di una piccola ONG: Civitas Maxima. È da questi uffici, al riparo da occhi indiscreti, che la quindicina di dipendenti dell’associazione sostiene le vittime dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità. Da qui, Civitas Maxima coordina anche la raccolta di prove per processare in Svizzera e altrove chi si è macchiato di questi crimini.
Il fondatore, direttore e motore della fondazione è Alain Werner. Avvocato svizzero formatosi a Ginevra e New York, Alain Werner ha trascorso la sua carriera lavorando all’estero nel campo della giustizia internazionale. Prima a Freetown, per il Tribunale speciale per la Sierra Leone e il processo contro l’ex presidente liberiano Charles Taylor, poi all’Aia e a Phnom Penh, dove ha lavorato al processo per il genocidio perpetrato dagli Khmer Rossi. E infine a Dakar per il processo contro l’ex presidente del Ciad Hissène Habré.
Prima condanna in Svizzera, nel 2023
In base al principio della giurisdizione universale, questi crimini possono essere perseguiti ovunque, grazie soprattutto alla presenza fisica delle persone sospettate, indipendentemente dalla distanza geografica o temporale dagli eventi. Nel giugno 2023 è stata pronunciata la prima condanna per crimini contro l’umanità in Svizzera, nei confronti del cittadino liberiano Alieu Kosiah, ex comandante della milizia ribelle ULIMO (Movimento di liberazione unito della Liberia per la democrazia) che viveva nella Confederazione . È stato riconosciuto colpevole di aver ucciso e giustiziato dei e delle civili durante il conflitto in Liberia tra il 1993 e il 1995.
È stato un processo storico per la Svizzera, in cui Civitas Maxima ha svolto un ruolo di primo piano: “Abbiamo scoperto che l’uomo si era rifugiato a Losanna, abbiamo raccolto le testimonianze delle vittime in Liberia e lo abbiamo denunciato fornendo prove alla Procura federale”, spiega l’avvocato ginevrino.
Werner è particolarmente attento a ciò che è accaduto in Liberia, dove, per varie ragioni, non c’è mai stato un tribunale internazionale. E spera che una condanna in Svizzera, oltre a essere molto importante per le vittime, abbia anche un effetto sulla società liberiana: “In Liberia ci sono crimini e non c’è giustizia. Stiamo facendo in modo che le vittime possano venire a testimoniare in Europa e che la società civile liberiana possa, se lo desidera, utilizzare le decisioni giudiziarie prese qui per ottenere giustizia nel proprio Paese”.
A Ginevra, un’altra ONG, TRIAL International, persegue lo stesso obiettivo. Come Civitas Maximas, TRIAL International usa l’arma della legge e della giurisdizione universale per perseguire i criminali che vivono o transitano in Svizzera o in altri Paesi. L’ONG è stata fondata nel 2002 in seguito all’arresto del dittatore cileno Augusto Pinochet a Londra nel 1998.
“Non appena ho conseguito il brevetto di avvocato, ho deciso di creare un’organizzazione con l’idea di riprodurre il precedente di Pinochet in Svizzera, in altre parole di utilizzare la legge per cercare di perseguire i peggiori criminali del mondo”, spiega il suo direttore, Philip Grant. È in questo periodo che prende forma il concetto di giustizia internazionale.
Le due ONG hanno trascorso anni a vagliare le testimonianze raccolte con l’aiuto di partner sul campo. Philip Grant ricorda che all’inizio non è stato facile far capire alla procura svizzera che certi crimini potevano essere perseguiti anche sul territorio elvetico: “Il quadro giuridico non era ottimale e le autorità penali svizzere non avevano molta dimestichezza con i nuovi strumenti di diritto internazionale e con il principio della giurisdizione universale”.
Lavoro sul campo e finanziamenti
Le due ONG si occupano di conflitti in tutto il mondo. TRIAL è particolarmente attiva nella Repubblica democratica del Congo e in Bosnia: “È lì che si trova la maggior parte delle poche centinaia di persone che sono state condannate grazie al nostro lavoro”, sottolinea Philip Grant. Ma anche la Svizzera rimane una delle principali aree di lavoro dell’associazione: “Nella Confederazione c’è molto turismo d’affari, di lusso e sanitario, il che significa che molte persone ‘interessanti’ passano da qui”, spiega il direttore.
Grazie alle sue ricerche e ai contatti con le associazioni di altri Paesi, TRIAL International sta preparando delle denunce penali. Alcune indagini attualmente in corso in Svizzera sono state avviate dall’associazione: quelle contro Rifaat al-Assad, l’ex vicepresidente siriano, contro l’ex generale algerino Khaled Nezzar e contro l’ex ministro dell’interno del Gambia Ousman Sonko. Questi ultimi due saranno processati nel 2024 davanti al Tribunale penale federale svizzero (TPF). “Sono ovviamente contento che siamo riusciti ad arrivare al processo, ma dobbiamo constatare che c’è voluto un tempo spropositato per giungere a questo punto”, ha dichiarato Philip Grant.
Il lavoro di Civitas Maxima si concentra principalmente sulla Liberia, e ha o ha trattato casi sulla guerra civile di quel Paese in Francia, Belgio, Finlandia, Stati Uniti e Regno Unito. Gli altri casi dell’ONG riguardano la Costa d’Avorio, in particolare le vittime delle violenze dopo le elezioni del 2011, e i diamanti insanguinati in Sierra Leone.
Civitas Maxima ha anche creato una struttura interna per formare altre organizzazioni ai suoi metodi investigativi innovativi. Ciò ha portato, ad esempio, a una collaborazione con l’organizzazione ucraina Truth Hounds, che ha avuto come conseguenza una denuncia in Svizzera legata alla guerra in Ucraina per l'”agguato” al fotoreporter Guillaume Briquet.
Oggi l’ONG ha un budget di circa 2 milioni di franchi svizzeri, finanziato da privati, soprattutto associazioni o fondazioni filantropiche. Alain Werner rifiuta di accettare denaro da enti governativi: “È una questione filosofica. Lo Stato è un problema quando si tratta di commettere crimini di guerra: molto spesso avvengono in suo nome – o in nome di chi lo combatte. Noi vogliamo fare da contrappeso alle vittime”, spiega l’avvocato.
TRIAL non rifiuta il denaro pubblico. Ma questo non impedisce a Philip Grant di guardare con occhio critico a ciò che è accaduto in Svizzera negli ultimi vent’anni: “C’è stata una traversata del deserto durata vent’anni, e la Svizzera non ha certo brillato rispetto ad altri Paesi europei da questo punto di vista. Si può dire che sotto la guida dell’ex procuratore generale Michael Lauber, la lotta al crimine internazionale non sia stata certo una priorità”.
Processi… e progressi
Alain Werner segue le orme delle grandi personalità che hanno difeso i diritti umani. Tra queste vi sono Fritz Bauer, il procuratore tedesco che ha avviato l’arresto del criminale nazista Adolf Eichmann; Juan Garcès, avvocato spagnolo che ha lavorato per anni per assicurare alla giustizia il dittatore cileno Augusto Pinochet; e Reed Brody, suo professore alla Columbia, avvocato americano soprannominato “il cacciatore di dittatori”, a cui si deve, ad esempio, il processo a Hissène Habré.
È sulla loro scia che continua oggi il lavoro di Civitas Maxima. Non senza difficoltà: “L’ex moglie di Charles Taylor, imprigionata in Gran Bretagna a seguito di una nostra denuncia e poi rilasciata senza un processo nel merito, ci chiede ora un risarcimento di diversi milioni di dollari e ci ritiene responsabili della sua detenzione. Questo tipo di azioni legali ha lo scopo di impedirci di lavorare”.
Anche TRIAL sta affrontando dei problemi legali. Una società petrolifera con sede a Zugo ha intrapreso un’azione legale e ha chiesto un risarcimento di 1,8 milioni di franchi svizzeri perché è stata citata in un rapporto sul contrabbando di petrolio libico. In questo contesto, la Procura federale ha aperto un’indagine penale contro ignoti sospettati di crimini di guerra.
Per Philip Grant, la dimensione politica e diplomatica di alcuni casi ha certamente influito, “anche se non posso avere le prove esatte”. Alain Werner ha un’opinione simile: “Viste le atrocità nel mondo, ci dovrebbero essere molti più processi di questo tipo. Ma per il momento le cose si muovono troppo lentamente”.
Dopo un lungo periodo di stallo, Philip Grant riconosce che la situazione sembra migliorare in Svizzera con l’arrivo del procuratore generale Stephan Blättler alla guida del Ministero pubblico della Confederazione (MPC): “Il 2023 è stato un anno decisivo, con la condanna di Alieu Kosiah e la chiusura di importanti indagini”. Questo slancio dovrebbe continuare nel 2024. L’8 gennaio si aprirà il processo contro l’ex ministro dell’interno del Gambia, Ousman Sonko, davanti al Tribunale penale federale. Sonko è accusato di crimini contro l’umanità. L’indagine è stata avviata grazie a una denuncia presentata da TRIAL International.
A cura di Virginie Mangin
Traduzione dal francese: Sara Ibrahim
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.