La Quinta Svizzera si distingue sostenendo l’aiuto ai media
Se la diaspora svizzera fosse stata la sola a votare domenica, il pacchetto di aiuti ai media sarebbe stato approvato con più del 60%. Svizzere e svizzeri all'estero hanno inoltre accettato il divieto di pubblicità del tabacco in modo più netto di chi abita in patria. Il tasso di partecipazione è restato nella media.
Una netta maggioranza (quasi 55%) del popolo elvetico ha respinto domenica un pacchetto di aiuti destinato ai media. Il progetto delle autorità prevedeva di stanziare 151 milioni di franchi supplementari a giornali, radio e televisioni private così come ai nuovi media online per garantire la diversità e la qualità dell’informazione.
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Coloro che vivono all’estero, tuttavia, hanno espresso un’opinione ben diversa: il 62% della Quinta Svizzera ha scritto “sì” sulla scheda di voto. La legge è stata approvata in tutti i 12 distretti per i quali sono disponibili statistiche dettagliate.
Per la politologa Martina Mousson, il divario tra il voto di chi vive all’estero e quello di chi abita in patria non è dovuto alle argomentazioni economiche ma piuttosto a una differenza di percezione nell’ambito delle sovvenzioni ai media.
“Nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea, l’aiuto ai media è un’idea radicata, che non è oggetto di grandi discussioni”, spiega la specialista dell’istituto gfs.bern.
“In Svizzera c’è molto scetticismo, ma la diaspora elvetica vive spesso in Paesi in cui lo Stato aiuta i media, senza che ciò crei problemi”, prosegue la politologa che cita l’esempio della Svezia. Il Paese scandinavo sostiene i media in modo molto importante pur trovandosi regolarmente in testa alle classifiche sull’indipendenza dei media pubblici.
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Iniziativa sul tabacco plebiscitata
Con più del 70% di “sì”, la Quinta Svizzera ha approvato anche l’iniziativa popolare ‘Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco’ in modo molto più netto rispetto al resto dell’elettorato.
Nell’insieme, quasi il 57% del popolo elvetico ha votato a favore di norme più severe nell’ambito della pubblicità per i prodotti del tabacco.
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Anche su questo tema, “la Svizzera era l’eccezione in Europa”, sottolinea Mousson. In molti Paesi, le leggi sono ancora più restrittive di quanto chiedeva il testo approvato domenica nella Confederazione. Secondo la politologa, “per gli svizzeri e le svizzere all’estero era quindi naturale avere tali restrizioni anche in patria”.
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Nessuna sorpresa per gli altri temi
Sugli altri due temi, il voto della diaspora elvetica non si è distinto significativamente da quello del resto del popolo. Il divieto di sperimentazione animale è stato affossato dal 79% della totalità dell’elettorato e da più del 71% di chi abita all’estero.
Anche la soppressione della tassa di emissione, un alleggerimento della tassazione per le grandi imprese, è stata nettamente respinta, sia all’interno che all’esterno del Paese.
Martina Mousson ritiene che, con l’eccezione dell’iniziativa sul tabacco, la Quinta Svizzera si sia allineata maggiormente alla posizione del Governo “benché dall’inizio della legislatura abbiamo assistito con sempre più frequenza a casi che non seguivano questa tendenza”, dice.
Affluenza nella media
Il tasso di partecipazione nazionale al 44% è solo leggermente al di sotto della media degli ultimi cinque anni. È il caso anche della Quinta svizzera.
Nei 12 distretti considerati, poco più di 33’000 schede di voto sono state spedite in Svizzera su 143’000 persone iscritte, un tasso di partecipazione del 23%. È una percentuale di cinque punti inferiore alla media delle votazioni tenutesi dal febbraio 2017. Questo si spiega forse con il fatto che i temi in votazioni riguardavano essenzialmente la politica interna.
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