“La sperimentazione animale è eticamente controversa da molto tempo”
Un'iniziativa popolare vuole vietare la sperimentazione animale in Svizzera. Qualora venisse accettata, i diritti degli animali non sarebbero comunque tutelati in modo completo, sostiene un'esperta di diritto.
Le relazioni con il mondo animale sono in fase di ridefinizione in Svizzera. Tre iniziative popolari hanno riacceso il dibattito. A livello federale, l’iniziativa sull’allevamento intensivo vuole vietare questa pratica in Svizzera. Nel semi-Cantone di Basilea Città, il 13 febbraio 2022 si deciderà se tutelare nella Costituzione cantonale i diritti fondamentali dei primati.
Nella stessa data, l’elettorato elvetico voterà sull’iniziativa denominata “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani” la quale, oltre a chiedere quanto indica il titolo, si propone anche di proibire l’importazione di prodotti sviluppati ricorrendo, in modo diretto o indiretto, alla sperimentazione animale.
Gli ambiti di regolamentazione delle iniziative sono diversi, ma tutti e tre toccano il tema della dominazione umana sul mondo animale. Gli esseri umani mettono i loro bisogni di carne, latte, uova, lana e innumerevoli altri prodotti al di sopra dell’interesse degli animali alla vita o perlomeno a una vita senza sofferenza.
Benché la Svizzera vanti una delle leggi più progressiste al mondo nell’ambito della protezione degli animali, essa si basa sulla premessa che gli animali possano essere utilizzati dall’essere umano per i suoi scopi. Per sottolineare questo aspetto, chi critica la situazione attuale parla di una legge “sull’uso” degli animali anziché di una legge “sulla protezione” degli animali.
L’assolutezza della crudeltà
In Occidente, la prima legge sulla protezione degli animali fu approvata in Inghilterra nel 1822. Il “Martin’s Act” criminalizzava il trattamento crudele di bovini, cavalli e pecore. Tuttavia, non era solo per il bene di questi quadrupedi. Secondo il presupposto della legge, chi tratta male gli animali farebbe lo stesso con gli esseri umani. “Tali motivazioni antropocentriche sono alla base anche dell’attuale legislazione sulla protezione degli animali”, fa notare la dottoressa Charlotte Blattner. La studiosa di diritto, che ha vinto numerosi premi nell’ambito del diritto degli animali, ha analizzato in dettaglio la sperimentazione animale in Svizzera e l’iniziativa che intende vietarla.
“La sperimentazione animale è eticamente controversa da molto tempo”, dice. Gli animali sono allevati e addestrati per scopi di ricerca specifici. “L’unica ragione della loro esistenza è la sperimentazione”. I diversi bisogni degli animali di muoversi, avere contatti sociali e autodeterminarsi difficilmente sono soddisfatti nell’ambiente sterile dell’allevamento in gabbia necessario per la sperimentazione.
Secondo Blattner, nel contesto della sperimentazione animale non è controverso solo l’allevamento, ma anche il beneficio. “Degli studi suggeriscono che più del 95% di tutti i nuovi farmaci sviluppati usando la sperimentazione animale si rivelano inadatti agli esseri umani”, dice la giurista. Questo, nella ricerca, è il paradigma accettato dalla comunità scientifica.
L’Ufficio federale di sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) non può confermare queste cifre poiché non dispone di statistiche equivalenti. “In effetti, la proporzione di farmaci che non raggiungono il mercato dopo studi clinici su esseri umani è alta”, scrive l’USAV in risposta a SWI swissinfo.ch. Tuttavia, il “fallimento” di una sostanza negli studi clinici sulle persone può dipendere da diversi fattori che non sono per forza legati a dei pronostici errati emersi durante la sperimentazione animale: “I programmi di sviluppo sono spesso interrotti quando cambiano le prospettive commerciali di un prodotto, per esempio quando la concorrenza è più veloce”.
Armi pari
La legge svizzera sulla protezione degli animali stabilisce che gli esperimenti sugli animali devono essere approvati dall’autorità cantonale competente, che di solito è l’ufficio del veterinario cantonale. Il fulcro della decisione è il bilanciamento degli interessi. Gli interessi della società – ovvero la conoscenza acquisita – sono soppesati con l’interesse degli animali ad essere protetti da stress, dolore, paura e umiliazione.
Blattner riconosce delle carenze nell’applicazione di questo sistema. “La ponderazione degli interessi richiede, da un punto di vista teorico-giuridico, che di principio il legislatore consideri gli interessi degli esseri umani e degli animali di uguale importanza”. In pratica, è raramente il caso. Per una corretta valutazione degli interessi in gioco, il beneficio e il danno devono essere ben determinati in precedenza. “Il danno inflitto agli animali di solito viene determinato con precisione. Per esempio: cinquanta animali di una certa specie vengono sottoposti a un esperimento di livello di gravità 3. Tuttavia, il beneficio per la società sfugge a una simile categorizzazione”.
Anche la valutazione stessa della proporzionalità è problematica: “Non esistono linee guida su come soppesare concretamente costi e benefici senza correre il rischio, in quanto esseri umani, di giudicare più importanti e urgenti i propri interessi”. Non è quindi sorprendente che praticamente tutti gli esperimenti richiesti siano autorizzati. Il Canton Friburgo, per esempio, nel 2020 ne ha respinti cinque, ma ne ha approvati 68.
L’USAV ritiene che la ponderazione degli interessi sia conforme alla legge: “Si deve tenere presente che, se necessario, l’istanza responsabile dell’autorizzazione esigerà dei miglioramenti dal punto di vista dell’impatto sugli animali prima di prendere una decisione e concedere il permesso”. Inoltre, la corretta applicazione del principio delle 3R non solo esige questi miglioramenti, ma anche l’utilizzo di metodi alternativi senza test sugli animali, quando questo è possibile.
Stando all’USAV, alcune richieste sono state respinte perché le autorità le hanno considerate inaccettabili in termini di ponderazione degli interessi.
Qualora l’iniziativa fosse accettata, tale bilanciamento degli interessi non sarebbe più applicabile e gli esperimenti verrebbero vietati senza condizioni.
Blattner, secondo cui l’iniziativa porterebbe diversi benefici, vi vede anche un grande svantaggio. La ricerca non invasiva “con” – e non “su” – esseri umani e animali, dice, dovrebbe essere permessa, per esempio nel contesto della ricerca etnografica osservativa da cui “si traggono importanti informazioni per un’interazione rispettosa e una giusta coesistenza tra esseri umani e animali”.
Diritti fondamentali per gli animali?
Per proteggere in modo efficace gli interessi degli animali – integralmente e non solo in alcuni settori come la sperimentazione – sarebbe necessario introdurre dei diritti di base per gli animali. “Proteggerebbero gli interessi più fondamentali come il diritto alla vita, all’incolumità fisica e psicologica”. L’iniziativa sui primati di Basilea Città, che Blattner ha contribuito a scrivere, punta in questa direzione. La conseguenza sarebbe che determinati valori fondamentali dovrebbero essere protetti in modo assoluto e la ponderazione degli interessi andrebbe effettuata in modo imparziale.
Potenziali soluzioni possono essere anche cercate all’estero. Nei Paesi Bassi, per esempio, dal 2016 è in corso un programma di ricerca sui metodi di sperimentazione non animale. Blattner considera sia un dovere impegnarsi in tal senso. “La Svizzera è tra i Paesi che investono di più nella ricerca e nello sviluppo rispetto al Prodotto interno lordo. Di conseguenza, potrebbe proporre molta più innovazione dall’alto verso il basso, invece di lasciare l’onere e il rischio di sviluppare metodi non animali solo ai ricercatori e alle ricercatrici”.
Blattner ritiene che l’iniziativa possa migliorare la situazione degli animali anche all’estero vietando l’importazione dei prodotti sviluppati facendo ricorso alla sperimentazione animale. La Confederazione potrebbe fungere da modello.
Resta da vedere quale impatto avranno alle urne queste discussioni attorno alle future relazioni tra esseri umani e animali. Il popolo elvetico ha tradizionalmente la tendenza a votare in direzione dell’interesse economico e il settore farmaceutico è uno dei grandi protagonisti dell’industria elvetica.
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