La Svizzera apre una breccia in Europa
Anche la stampa internazionale si sofferma sulla decisione del popolo svizzero di imporre dei freni alle retribuzioni e alle indennità esorbitanti dei manager. Secondo vari commentatori, la Svizzera potrebbe servire da esempio per altri paesi europei.
“Agli svizzeri non piacciono i super ricchi”, titola il Sole 24 Ore, che cerca di spiegare le ragioni del voto espresso domenica dal popolo elvetico contro gli eccessi salariali dei manager. “La Svizzera è un paese ricco, attento alle imprese, al mercato, ai movimenti del denaro, certamente. Ma è anche un paese percorso da un’etica protestante per quel che riguarda lavoro e retribuzioni, un’etica che storicamente ha toccato anche i cantoni cattolici”.
L’iniziativa approvata questa domenica dal popolo elvetico “non fissa un tetto per i maxi stipendi, ma cerca di imbrigliarli vietando alcune indennità in entrata e in uscita e, soprattutto, sottoponendo nelle società quotate il sistema di remunerazioni al voto dell’assemblea degli azionisti”, indica il quotidiano economico. A suo avviso, “non sarà facile arrivare alle nuove norme conseguenti, in un parlamento diviso su questo capitolo. Ma il messaggio è forte. E forse, guardando alla realtà, non è poi così incredibile che venga dalla piccola e ricca Svizzera”.
Altri sviluppi
Gli eccessi hanno intaccato la credibilità dei manager
Si apre una breccia
“Il sì pronunciato ai quattro angoli del paese apre una breccia in un dibattito che ormai attraversa tutto il Vecchio Continente”, osserva La Stampa. “Anche l’UE, in questi giorni ha proposto misure in grado di raffreddare i bonus per i top manager privati, sul modello di quanto approvato questa domenica in Svizzera. Ma per l’Unione le procedure sono molto farraginose e soprattutto l’idea sta incontrando la forte opposizione del premier inglese David Cameron”.
Per il giornale di Torino, il “successo di Peter Minder, fino a poco tempo fa anonimo parlamentare eletto a Sciaffusa, ha dell’incredibile: la sua proposta di legge si è affermata nonostante la contrarietà di tutti i principali partiti elvetici, della Confindustria locale e dell’establishment bancario”.
Sistema di allarme svizzero
Secondo lo Spiegel, “le istituzioni svizzere di democrazia diretta funzionano come un sistema d’allarme precoce: mostrano cambiamenti sociali che, più tardi, diventano visibili anche in altri paesi”. I salari milionari incassati dai dirigenti delle aziende finanziarie e farmaceutiche svizzere “sono apparsi inaccettabili ai cittadini comuni”. E questo “benché la Svizzera rimanga un’isola di benessere, non sia quasi toccata dalla disoccupazione e le disparità salariali siano aumentate di poco nell’ultimo decennio, rispetto alla Germania”.
A detta del quotidiano tedesco, “l’establishment degli altri paesi europei ha interesse a prendere a cuore la lezione impartita dalla Svizzera. Tanto più che l’accettazione dell’iniziativa contro i salari abusivi giunge proprio nel momento in cui l’EU ha lanciato delle trattative a Bruxelles per limitare i bonus del settore finanziario europeo”.
L’iniziativa popolare «contro le retribuzioni abusive» dei top manager, promossa dall’imprenditore e “senatore” sciaffusano Thomas Minder, è stata approvata domenica 3 marzo 2013 dal 67,9 % dei votanti e dalla totalità dei cantoni.
Si tratta del terzo miglior risultato raccolto da un’iniziativa popolare dalla sua introduzione nel 1891. Nel 1993 la proposta dei Democratici Svizzeri del 1993 di istituzionalizzare il Primo Agosto festivo aveva vinto con l’83,8% dei voti, mentre nel 1921, con il 71,4% era stata accolta l’iniziativa per un referendum facoltativo sui trattati internazionali.
Dalle urne è uscito un chiaro sì anche alla modifica della legge federale sulla pianificazione del territorio, contro la quale era stato lanciato un referendum. Il testo, approvato dal 62,9 % dei votanti e da tutti i cantoni tranne il Vallese, prevede che i terreni potranno essere inclusi nelle zone edificabili solo a condizioni severe e in funzione dei bisogni.
Il decreto federale sulla politica familiare non è invece riuscito ad ottenere la doppia maggioranza di popolo e cantoni necessario per una riforma costituzionale. Se il 54,33 % ha detto sì a una migliore conciliazione tra famiglia e lavoro, 15 cantoni su 26 si sono opposti, denunciando un’eccessiva intromissione dello Stato nella famiglia.
Collera popolare
“I salari dei dirigenti europei sono attaccati per la seconda volta in meno di una settimana”, osserva anche il Financial Times. “Domenica gli svizzeri hanno deciso di non lasciare più nelle mani dei consigli d’amministrazione i salari dei manager. Giovedì i membri dell’EU avevano avviato i primi grandi passi per imporre un tetto massimo alle retribuzioni dei dirigenti bancari, che dalla crisi finanziaria hanno suscitato la collera della popolazione”.
“L’iniziativa Minder “si spinge ancora più lontano” delle regolamentazioni previste dagli altri paesi europei e dagli Stati uniti, rileva il Wall Street Journal, ricordando che le violazioni della legge saranno in futuro punibili in Svizzera con pene che vanno da multe pari a 6 volte il salario annuo a tre anni di prigione.
Popolo disgustato
Per Libération, il popolo svizzero è stato tra l’altro disgustato dal caso scandaloso del numero uno di Novartis, Daniel Vasella, che “si era attribuito un’indennità di partenza di 72 milioni di franchi, promettendo in cambio di non lavorare per la concorrenza durante i prossimi 6 anni. Prima di lui anche i due giganti bancari UBS e Credit Suisse avevano già suscitato la collera dell’opinione pubblica, con salari e bonus deliranti versati ai dirigenti e ai traders”.
“Resta ora da sapere se, come lo pretendevano il governo e gli oppositori all’iniziativa, i ‘top manager’ diserteranno in futuro la Svizzera per partire verso cieli più tolleranti nei confronti dei loro eccessi salariali”. Il quotidiano francese di sinistra ricorda a sua volta che le violazioni della legge in Svizzera sulle retribuzioni abusive saranno punite con multe salate o pene detentive.
Altri sviluppi
Trionfa l’iniziativa contro le paghe dorate dei manager
Sacrifici per tutti
Anche alcuni politici francesi hanno reagito al voto svizzero. Harlem Désir, primo segretario del Partito socialista, ha dichiarato: “Ho voglia di dire ‘viva gli svizzeri’. Bisogna lottare contro le retribuzioni esorbitanti in un periodo di crisi in cui si domandano sacrifici a tutti. Per questo motivo insistiamo affinché venga messa in vigore in Francia la tassa straordinaria del 75% per i redditi superiori a 1 milione di euro. Si tratta di una questione di giustizia e di un contributo agli sforzi collettivi”.
Anche la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen ha reagito positivamente al responso delle urne in Svizzera, affermando che ”i francesi sono maggioritariamente favorevoli alla soppressione dei paracaduti dorati. Molto sovente queste indennità vengono accordate anche quando i dirigenti hanno messo le loro imprese in difficoltà”.
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