Le eredità milionarie nel mirino della sinistra
Con una nuova imposta, che colpirebbe le eredità di oltre 2 milioni di franchi, la sinistra vuole ridistribuire la ricchezza e garantire il finanziamento dell’AVS. L’iniziativa, in votazione in giugno, è combattuta dai partiti di centro e di destra, per i quali la nuova imposta appesantirebbe il carico fiscale e minaccerebbe la sopravvivenza di molte imprese.
In Svizzera la ricchezza si trova sempre più nelle mani di poche persone. Nel 1990 l’1% dei contribuenti più facoltosi possedeva il 30% del patrimonio netto nazionale, mentre oggi detiene oltre il 40%. Questo secondo i dati dell’Amministrazione federale delle contribuzioni. Tenendo conto delle maggiori capacità di “ottimizzazione” fiscale di questi contribuenti, è però ben possibile che la percentuale sia addirittura superiore.
Riforma dell’imposta sulle successioni
Promossa dal Partito socialista, dal Partito ecologista, dal Partito evangelico e dai maggiori sindacati, l’iniziativa “Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS” propone di riformare l’imposizione sulle successioni e le donazioni, trasferendo le competenze dai Cantoni alla Confederazione.
La nuova imposta federale verrebbe percepita solo sulle quote di successioni e donazioni che superano 2 milioni di franchi, applicando un’aliquota del 20%. È prevista una riduzione dell’aliquota per coloro che ereditano imprese o aziende agricole e ne proseguono l’attività per almeno 10 anni.
Sarebbero esentate le successioni e le donazioni a favore del coniuge o del partner registrato, come pure i regali fino ad un massimo di 20’000 franchi.
Due terzi del gettito della nuova imposta verrebbero destinati al Fondo di compensazione dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS), un terzo ai Cantoni. Attualmente tutti i Cantoni, tranne Svitto, applicano un’imposta sulle successioni.
Per frenare la crescente concentrazione dei patrimoni, la sinistra ha moltiplicato da qualche tempo le iniziative popolari che mirano a ridurre le disparità salariali o a introdurre una maggiore equità fiscale. Negli ultimi due anni il popolo si è già espresso su tre proposte, tutte respinte: l’iniziativa “1:12 per salari equi”, l’iniziativa “per un salario minimo” e quella “contro i privilegi fiscali dei milionari”.
Con l’iniziativa “Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS”Collegamento esterno, sottoposta a votazione federale il 14 giugno, partiti di sinistra e sindacati propongono ora di riformare il sistema d’imposizione delle successioni e delle donazioni per migliorare la ridistribuzione della ricchezza nazionale. Attualmente questa imposta è di competenza dei Cantoni, ognuno dei quali dispone di proprie regolamentazioni per quanto riguarda le aliquote di tassazione e le persone assoggettate.
Imposta equa e liberale
L’iniziativa chiede di attribuire in futuro alla Confederazione il diritto di prelevare questa imposta. Sarebbero tassate solo le successioni e le donazioni superiori a 2 milioni di franchi, in base a un’aliquota del 20%. Dall’imposta verrebbero esentati i coniugi e i partner registrati, mentre sarebbero assoggettati anche i discendenti diretti.
Il gettito fiscale, stimato a 3 miliardi di franchi all’anno, verrebbe destinato per due terzi all’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS)Collegamento esterno. Il terzo rimanente andrebbe ai Cantoni, in modo da compensare la perdita delle loro imposte sulle successioni, che generano ricavi complessivi di circa 1 miliardo all’anno. Per le donazioni, l’imposta sarebbe applicata retroattivamente già dal 1° gennaio 2012, in modo da evitare tentativi di evasione prima della sua entrata in vigore.
Per la sinistra, la nuova imposta non è solo equa, ma corrisponde anche a principi liberali, in base ai quali è più giusto tassare un’eredità piuttosto che il lavoro e il frutto del proprio merito. Chi eredita non ha infatti nessun merito, approfitta solo della fortuna di essere nato in una famiglia ricca. Secondo i promotori dell’iniziativa, gli introiti dell’imposta permetteranno inoltre di far fronte nei prossimi decenni ai problemi di finanziamento dell’AVS, dovuti all’invecchiamento della popolazione.
Attacco alla sovranità dei Cantoni
L’iniziativa viene combattuta dal governo, che intende assicurare il finanziamento futuro dell’AVS nel quadro di una vasta riforma della previdenza per la vecchiaia, tramite un aumento dell’Imposta sul valore aggiunto (IVA). Secondo il Consiglio federale, il progetto della sinistra appesantirebbe gli oneri fiscali per molti eredi, dato che attualmente solo tre Cantoni impongono fiscalmente i discendenti diretti, e potrebbe spingere dei ricchi contribuenti a lasciare la Svizzera.
Sostenuto dai direttori cantonali delle finanze, il governo si oppone a un trasferimento delle competenze alla Confederazione, che rappresenterebbe un’ingerenza nella sovranità dei Cantoni e ridurrebbe le possibilità di concorrenza fiscale all’interno del paese. Il Consiglio federale prevede inoltre, nell’insieme, un calo delle entrate fiscali per i Cantoni.
Critiche respinte dai promotori dell’iniziativa. “Questa proposta mira innanzitutto a sostenere finanziariamente l’AVS, ossia un’istituzione federale. Ci sembra quindi logico prevedere un sistema di finanziamento federale e non cantonale. Se alcuni Cantoni vedranno diminuire le loro entrate, diversi altri riceveranno invece di più di quanto percepiscono ora”, afferma Jean Christophe SchwaabCollegamento esterno, deputato del Partito socialista (PS). A suo avviso, una riduzione della concorrenza fiscale e del turismo delle imposte sulle successioni non può che giovare a tutto il paese.
Imprese famigliari minacciate
La sovranità dei Cantoni in materia fiscale è stata difesa anche dalla maggioranza borghese del parlamento, che si è schierata contro l’iniziativa. I rappresentanti del centro e della destra hanno criticato la retroattività dell’imposta sulle donazioni, considerata contraria al diritto vigente. Ai loro occhi la proposta della sinistra è inoltre iniqua: una persona che eredita fino a 1,99 milioni di franchi non pagherebbe nessun imposta, mentre sarebbero assoggettati quattro discendenti che ereditano, ad esempio, 525 mila franchi provenienti da un’eredità di 2,1 milioni.
Ricchezza in poche mani
Secondo i dati dell’Amministrazione federale delle contribuzioni, solo il 2% dei contribuenti possiede più di 2 milioni di franchi (senza tener conto degli averi accumulati nelle casse pensioni).
L’1% più facoltoso della popolazione detiene circa il 40% della ricchezza nazionale, mentre il 2% più benestante il 50%.
Il 26% dei contribuenti non dispone di nessun patrimonio e il 56% possiede meno di 50’000 franchi.
Secondo gli oppositori, la nuova imposta appesantisce inoltre il carico fiscale in Svizzera, a scapito di tutta la piazza economica. “La Svizzera figura tra i pochi paesi europei che applicano anche un’imposta sul patrimonio. Se l’iniziativa dovesse esser accolta dal popolo, dovremmo sopportare una tripla imposizione: imposte sul reddito, sul patrimonio e sulle successioni”, dichiara Jean-François RimeCollegamento esterno, deputato dell’Unione democratica di centro (UDC).
Per il presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM)Collegamento esterno, che rappresenta gli interessi delle piccole e medie imprese, l’iniziativa minaccia il futuro di molte aziende famigliari. “L’introduzione di un’imposta con un’aliquota del 20%, applicata anche ai discendenti diretti, rischia di complicare molte successioni aziendali. Per pagare l’imposta, molti eredi sarebbero costretti a vendere l’impresa o a bloccare per molti anni gli investimenti”.
Disparità scioccanti
Jean Christophe Schwaab difende l’iniziativa: “Il testo indica chiaramente che l’aliquota del 20% sarà ridotta per coloro che ereditano imprese o aziende agricole e ne proseguono l’attività per almeno 10 anni. L’importo dovrà esser fissato nel quadro della legge di applicazione. Va inoltre notato che, se pochi paesi impongono sia i patrimoni che le successioni, il carico fiscale globale in Svizzera rimane uno dei più bassi a livello europeo”.
“La Svizzera soffre di crescenti disparità che, a lungo termine, rischiano di pregiudicare non solo la coesione sociale, ma anche lo sviluppo economico. Queste disparità sono ancora più scioccanti in un paese ricco, come il nostro, dove molte persone che lavorano e molte famiglie devono ricorrere agli aiuti sociali per arrivare alla fine del mese. L’iniziativa è particolarmente equa, perché vuole tassare solo le successioni milionarie e vuole rafforzare l’AVS, ossia l’istituzione sociale più solida e solidale della Svizzera”, aggiunge il deputato del PS.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.