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Limitare l’immigrazione: prevale il no, ma non tutto è deciso

Le iniziative sull’immigrazione hanno una lunga tradizione in Svizzera. Qui due sostenitori dell’iniziativa Schwarzenbach nel 1970. Keystone

La maggioranza dell’elettorato svizzero è contraria all’iniziativa sull’immigrazione di massa, secondo il primo sondaggio in vista delle votazioni del 9 febbraio. Gli indecisi sono però numerosi e gli argomenti dei promotori del testo ottengono ampi consensi. Le campagne delle prossime settimane saranno decisive.

Se due settimane fa si fosse votato sull’iniziativa per limitare l’immigrazione in Svizzera, lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), soltanto il 37% dell’elettorato l’avrebbe accettata (i contrari sono il 55%). Anche l’iniziativa contro il finanziamento dell’aborto tramite l’assicurazione malattie sarebbe stata respinta.

La proposta per l’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria avrebbe dal canto suo superato lo scoglio popolare. È quanto emerge dal primo sondaggio rappresentativo dell’istituto gfs.bern per la votazione federale del 9 febbraio 2014, condotto per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR).

A un mese dallo scrutinio popolare, l’esito dell’iniziativa sull’immigrazione – che chiede di introdurre dei contingenti per tutte le categorie di stranieri e di rivedere l’accordo sulla libera circolazione con l’Unione europea – rimane dunque incerto. Il campo degli oppositori è sì in vantaggio, ma il processo di formazione delle opinioni non è ancora molto avanzato, commenta il responsabile del gfs.bern Claude Longchamp. In altre parole: le campagne dei sostenitori e degli oppositori saranno decisive.

Altri sviluppi

Controllo dell‘immigrazione

La parola d’ordine dei principali partiti, delle associazioni economiche e dei sindacati è chiara: l’iniziativa va respinta. Il governo e una netta maggioranza del parlamento sono dello stesso avviso. Soltanto l’UDC e alcuni partiti minori, tra cui la Lega dei Ticinesi, chiedono di accettarla.

Tuttavia, ciò «non riflette il sentimento tra la popolazione», osserva Claude Longchamp, sottolineando che gli argomenti primari di sostenitori e oppositori hanno un impatto diverso sui cittadini. «Di recente, le conseguenze della libera circolazione delle persone sono state valutate in modo critico. La richiesta di un controllo dell’immigrazione può contare su un ampio sostegno».

L’argomento secondo cui la Svizzera deve poter gestire e controllare autonomamente l’immigrazione tramite dei contingenti è quello che finora ha avuto più effetto. La motivazione principale degli oppositori all’iniziativa, e cioè che la libera circolazione è importante per il successo della Svizzera, è invece percepita con minore intensità.

Preoccupata anche la classe media

Fatto insolito per un’iniziativa popolare, le problematiche sollevate – ovvero le ripercussioni negative della libera circolazione – sono più sentite rispetto alle possibili conseguenze (abrogazione degli accordi bilaterali con l’Ue e contraccolpo per l’economia).

Dal sondaggio emerge poi che, contrariamente a precedenti votazioni su questioni europee, l’insoddisfazione nei confronti della libera circolazione è diffusa non soltanto tra i ceti più bassi e in Ticino, ma anche nella classe media. Claude Longchamp intravvede quindi un certo potenziale tra i sostenitori indecisi dei partiti che respingono l’iniziativa. All’opposto, ci sono anche esponenti dell’UDC vicini al mondo economico che potrebbero discostarsi dalla linea del partito e votare contro.

L’esito della votazione rimane aperto anche perché soltanto il 41% delle persone interrogate ha affermato di voler rendersi alle urne il 9 febbraio. In occasione di votazioni simili in passato, questa percentuale era superiore al 50%.

Il potenziale di mobilitazione è quindi elevato per entrambi i campi. I circa cinque milioni di franchi di cui dispongono sia i sostenitori sia gli oppositori all’iniziativa fanno dunque presupporre che le campagne per le votazioni saranno intense.

Il primo sondaggio in vista delle votazioni federali del 9 febbraio 2014, realizzato dall’istituto gfs.bern, si è svolto dal 23 dicembre al 5 gennaio.

Sono state interrogate 1’207 persone con diritto di voto, ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.

Per motivi legati alla protezione dei dati, le autorità non mettono più a disposizione le coordinate degli svizzeri residenti all’estero, che perciò non sono più presi in considerazione nei sondaggi condotti su mandato della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR).

Il margine di errore è di +/- 2,9 punti percentuali.

Aborto

A suscitare controversia è pure l’iniziativa denominata “Il finanziamento dell’aborto è una questione privata”. La proposta lanciata da un comitato interpartitico composto essenzialmente di cristiani conservatori, e sostenuta dall’UDC, chiede che l’interruzione volontaria di gravidanza non sia più rimborsata dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico sanitarie. Tutti gli altri partiti e associazioni la respingono.

Dall’indagine demoscopica di gfs.bern risulta che l’iniziativa raccoglie il 35% di preferenze e il 55% di voti contrari. «Riteniamo che il campo dei no si rafforzerà nel corso della campagna», afferma Martina Imfeld, politologa dell’istituto.

In Svizzera, l’interruzione di gravidanza è legale dal 2002, dopo che i cittadini hanno approvato in votazione popolare la depenalizzazione dell’aborto nelle prime dodici settimane di gravidanza.

Finanziamento della ferrovia

La proposta relativa al finanziamento e all’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria (FAIF) raccoglie per ora il 56% delle preferenze. Il 17% delle persone interrogate non si è ancora fatto un’idea di voto.

La creazione di un nuovo fondo finanziario e lo stabilimento di un programma di sviluppo strategico è sostenuto da governo e parlamento. Il progetto è invece combattuto dall’UDC e da alcune associazioni di automobilisti.

Per questo tema, il processo di formazione delle opinioni non è ancora concluso e la proporzione dei contrari potrebbe crescere ulteriormente, ritiene Martina Imfeld. La politologa rammenta a questo proposito che anche nel caso dell’aumento del prezzo della vignetta autostradale, respinto dal popolo nel novembre 2013, diversi esponenti di partiti borghesi sono passati dal sì al no durante la campagna.

Secondo i contrari, l’accettazione del decreto FAIF avrebbe ripercussioni finanziarie negative per gli automobilisti. Il totale delle detrazioni che i pendolari possono far valere nella dichiarazione dei redditi si limiterebbe infatti a 3’000 franchi all’anno.

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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