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Amnesty International bacchetta ancora una volta le iniziative UDC

Le iniziative della destra conservatrice cercano di “indebolire le istituzioni e i meccanismi internazionali di protezione dei diritti” fondamentali, denuncia Amnesty International nel suo rapporto 2015-2016. Keystone

Le istituzioni che proteggono i diritti fondamentali sono in pericolo, avverte Amnesty International nel suo rapporto 2015-2016 pubblicato mercoledì. “Una tendenza che si ritrova anche in Svizzera”, con l’iniziativa lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) affinché il diritto svizzero prevalga su quello internazionale.

Nel capitolo dedicato alla Svizzera, Amnesty International (AI)Collegamento esterno parla di un “clima ostile ai diritti umani” e “alle istituzioni internazionali”. Per Manon Schick, direttrice della sezione elvetica di AI, iniziative come quella denominata “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” (lanciata dall’UDC nel marzo 2015) o quella detta sull’espulsione degli stranieri che hanno commesso delitti (in votazione il 28 febbraio) cercano di “indebolire le istituzioni e i meccanismi internazionali di protezione dei diritti” fondamentali. Proposte di questo tipo rimettono in questione le conquiste ottenute oltre 70 anni fa, denuncia l’ONG.

“Con questo tipo di retorica, l’UDC cerca di presentare i diritti umani come qualcosa che non è utile a nessuno, ma può essere utilizzato ‘contro di noi’”, precisa la portavoce di AI Svizzera, Nadia Boehlen. Critiche analoghe erano già state formulate nel precedente rapporto di Amnesty International.

Attenzione al Big Brother

Altra fonte di preoccupazione per Amnesty: la nuova legge sul servizio informazioni,Collegamento esterno che “attacca il diritto alla sfera privata”. La revisione, contro la quale è stato lanciato un referendum, “dà ampi poteri ai servizi segreti elvetici, autorizzandoli ad intercettare i dati che entrano o escono dal paese attraverso Internet, ad accedere ai metadati, alla cronologia di navigazione e al contenuto dei messaggi elettronici, nonché ad utilizzare dei software di spionaggio messi a punto dalla Confederazione”.

Amnesty critica inoltre “l’uso improprio della forza” durante le operazioni di rinvio dei migranti in situazione irregolare, così come “l’assenza di uniformità nelle pratiche tra i diversi cantoni”.

Diritto internazionale violato

Su scala mondiale, “molti governi hanno violato il diritto internazionale nel 2015”, riassume il rapporto. Oltre 98 paesi hanno praticato la tortura o altre forme di maltrattamento e almeno 30 Stati hanno rimandato illegalmente i rifugiati verso paesi in cui rischiavano la vita. In almeno 18 paesi, inoltre, sono stati commessi crimini di guerra o altre violazioni delle “leggi della guerra”. 

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