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Maurer in Israele, disgelo delle relazioni diplomatiche?

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Il ministro della difesa svizzero Ueli Maurer inizia oggi una controversa visita in Israele intesa a consolidare le relazioni bilaterali con questo «importante partner». Incontrerà il suo omologo Ehud Barak e il presidente Shimon Peres.

Mentre alcuni osservatori affermano che l’incontro di Maurer con i rappresentanti di governo israeliani segna una fase positiva dopo le recenti tensioni tra i due paesi, altri gruppi e politici svizzeri ritengono il viaggio controverso per l’immagine del paese e hanno provato a bloccarlo.

In occasione della visita di tre giorni, il ministro svizzero della difesa incontrerà il suo omologo Ehud Barak, da cui è stato invitato, e il presidente israeliano Shimon Peres. Maurer visiterà inoltre il memoriale alle vittime dell’olocausto, il museo Yad Vashem di Gerusalemme.

Maurer afferma che la visita permetterà di rafforzare i legami tra i due ministri della difesa e di discutere della cooperazione militare in corso, in particolare per quanto riguarda la sicurezza internazionale e il ruolo del sevizio di protezione civile.

Il mese scorso Maurer ha detto al parlamento che durante la visita avrebbe discusso delle questioni bilaterali «per consolidare i settori di interesse comuni» e dei temi «in cui vi sono delle divergenze».

L’associazione Svizzera-Israele ha salutato la visita del ministro della difesa come pure quella del segretario di Stato del ministero degli affari esteri Peter Maurer, che si è recato in Israele il 2-3 ottobre scorsi. I due viaggi permettono di ristabilire il dialogo che è praticamente congelato dal 2008.

Dal 2006 al 2009, le relazioni con Israele si erano arenate a causa della politica svizzera condotta nel Medio Oriente. In particolare, sono stati fonti di critica un accordo per la fornitura di gas iraniano e l’accoglienza del presidente Mahmoud Ahmadinejad da parte del ministro Hans-Rudolf Merz in occasione della Conferenza contro il razzismo di Ginevra. La Svizzera si è difesa ribadendo che il suo ruolo è portare avanti il dialogo con tutte le parti coinvolte nei conflitti in Medio oriente, compresi gli Hezbollah e l’Hamas.

Contrari al viaggio di Maurer

Trenta organizzazioni non governative, sostenute dal consigliere nazionale socialista Carlo Sommaruga e dai parlamentari del partito ecologista, hanno cercato di bloccare il viaggio del ministro.

A loro vedere, la visita di Maurer mette a rischio l’impegno svizzero per la pace in Medio Oriente basato sul diritto internazionale e diffonde un messaggio sbagliato per quanto riguarda l’occupazione dei territori palestinesi. Venerdì ci sono state delle manifestazioni di protesta a Berna e a Ginevra.

Maurer ha sostenuto che il dialogo bilaterale permetterà alla Svizzera di «trasmettere il suo modo di vedere» il processo di pace. Il portavoce del ministro della difesa Sebastian Hueber ha affermato che Maurer si esprimerà anche sui due recenti rapporti del Consiglio per i diritti umani dell’ONU riguardanti il rapporto Goldstone e l’incidente con la flotta di pacifisti in maggio.

«Coglierà l’occasione per sottolineare l’importanza del diritto internazionale e in particolare del rispetto del diritto umanitario da parte di tutti i fronti implicati nei conflitti» ha aggiunto Hueber.

Normalizzazione delle relazioni diplomatiche

Secondo il quotidiano ginevrino Le Temps, la visita di Ueli Maurer si inserisce in un contesto di disgelo dei rapporti diplomatici. Il fatto stesso che sia stato Barak ad invitare Maurer «è un segnale di questo cambiamento».

Le Temps ha scritto che i due paesi hanno curato dei contatti strategici nonostante le tensioni. Nel gennaio scorso, infatti, il diplomatico svizzero Christian Catrina ha incontrato Amos Gilad, un ex segretario del ministero delle difesa, per una riunione di lavoro informale sull’Iran e gli Hezbollah.

Anche l’ex ambasciatore svizzero François Nordmann osserva un ritorno alla normalità delle relazioni diplomatiche dei due paesi. «Siamo in un periodo favorevole» ha spiegato, «segnato dall’incontro tenutosi a Ginevra tra la ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey e il vice primo ministro Dan Meridor in marzo e la recente visita di Peter Maurer».

Legami militari e attività di mediazione

Le esportazioni di materiale bellico verso Israele sono proibite. Ma secondo il Gruppo per una svizzera senza esercito (GSsE), negli ultimi anni tra i due paesi c’è stata una collaborazione «intensa», soprattutto nello sviluppo dei droni. La Svizzera ha importato dei sistemi di riconoscimento elettronici, di navigazione e altri strumenti high-tech da Israele e i responsabili delle forze armate aeree dei due paesi si sono spesso incontrati.

«Ci sono degli interessi per continuare questa collaborazione militare, ma Maurer non può semplicemente ignorare il contesto diplomatico», ha ribadito Nordmann. La Svizzera deve poter continuare ad offrire i suoi servizi di mediazione, ha aggiunto.

«Ma se intende continuare ad offrire questi servizi e partecipare ai negoziati, deve stabilire delle relazioni con tutte le parti in causa. È così che interpreto la visita di Maurer in Israele» ha espresso l’ex ambasciatore.

Nordmann afferma che la Svizzera è stata particolarmente attiva nel processo di pace. Jean-Daniel Ruch, inviato speciale svizzero in Medio Oriente, si è recato nella regione e ha incontrato le parti coinvolte nei conflitti. La ministra Calmy-Rey ha partecipato a un incontro sul processo di pace che si è tenuto a margine della sessione di settembre dell’Assemblea generale dell’ONU.

«Ma non credo che ci siano stati tanti movimenti ultimamente», conclude e aggiunge che è nell’interesse del paese di rimanere vigile e disponibile per missioni specifiche di questo tipo.

Dialogo in Libano: dopo gli incontri che si sono tenuti in Svizzera nel 2007, il ministero degli affari esteri, su richiesta del Libano, sta creando uno spazio per il dialogo tra le diverse parti in causa libanesi per quanto riguarda lo sviluppo politico e istituzionale.

Pace in Palestina: la Svizzera è in contatto con le parti al fine di promuovere un accordo interno.

Processo di pace Israele – Palestina: la Svizzera continua a sostenere l’Accordo di Ginevra informando le società civili israeliane e palestinesi.

Gerusalemme: il ministero degli affari esteri, a richiesta dei partner locali, ha avviato un dibattito sui temi fondamentali coinvolgendo la società civile.

Gaza: dal 2007, gli svizzeri sono attivi per togliere l’embargo per la striscia di Gaza prendendo in considerazione le questioni di sicurezza di Israele. Quest’anno, il ministero ha sviluppato un modello per controllare il transito di merci tra Gaza e il resto del mondo (progetto ancora in fase di elaborazione).

Dialogo con l’Islam: la Svizzera è stata contattata da diversi responsabili del mondo islamico, dall’Europa e gli Stati Uniti, per istaurare il dialogo tra l’occidente e alcuni moviementi politici islamici.

(Fonte: risposte a swissinfo da parte del Dipartimento federale degli affari esteri)

Tra i membri dell’AELS (Associazione europea di libero scambio), tra cui la Svizzera, e Israele è stato firmato un accordo di libero scambio entrato in vigore il 1° gennaio 1993.

Nel 2009 le esportazioni svizzere verso Israele ammontano a 927.4 milioni di franchi e le importazioni a 381 milioni.

Sia le esportazioni che le importazioni riguardano principalmente i prodotti farmaceutici, le pietre e i metalli preziosi, macchinari, prodotti agricoli, prodotti del settore dell’orologeria e strumenti ottici.

La Segreteria di Stato dell’economia segnala che la politica delle esportazioni verso Israele è «molto restrittiva» per via del conflitto tra Israele e Palestina.

Nel 2009 è stato esportato materiale bellico per un totale di 100,6 milioni di franchi, si è trattato di un esportazione episodica di parti di ricambio per gli aerei da combattimento F/A-18.

Nella prima metà del 2010, non è stato esportato materiale bellico in Israele.

La Svizzera utilizza dei droni (veicoli aerei pilotati a distanza) che sono stati progettati e la cui tecnologia è in parte stata sviluppata in base a un sistema dell’ Israel Aerospace Industries.

(Traduzione e adattamento, Michela Montalbetti)

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