Martina Bircher, l’istinto politico al servizio dell’ordine pubblico
Martina Bircher si è battuta per dare un giro di vite agli abusi nel settore dell'asilo e dell'aiuto sociale nel suo comune. E anche a Berna, l'esponente dell'Unione democratica di centro vuole restare fedele ai suoi principi, nonostante le critiche di chi la giudica troppo intransigente e impulsiva.
Quando incontriamo per la prima volta la giovane neoeletta per fissare l’appuntamento per l’intervista, ci fa notare subito un’imprecisione nei nostri appunti, dimostrando così una sorprendente capacità di osservazione e una grande attenzione nei dettagli.
Dieci giorni dopo, durante la sessione di dicembre del parlamento, si presenta all’appuntamento ottimamente preparata: risponde senza esitazioni alle nostre domande. “Sono una combattente, una che lotta contro gli abusi e i malcostumi”, dice Bircher. La 35enne è conosciuta per la sua linea intransigente e dura, soprattutto in materia di asilo e sicurezza sociale.
L’anno scorso, in qualità di deputata al parlamento del canton Argovia e di membro del governo della cittadina di Aarburg – località che dista una cinquantina di chilometri da Zurigo – Bircher ha fatto parlare di sé anche fuori dalla sua regione d’origine per la sua proposta di tagliare le prestazioni sociali e di adottare severe misure di controllo delle nascite, provvedimenti pensati soprattutto per le famiglie di richiedenti l’asilo.
Dalle elezioni federali dello scorso ottobre è uscito il parlamento più femminile della storia svizzera. Anche se la parità non è ancora raggiunta, le deputate occupano il 42% dei seggi nel Consiglio nazionale, la Camera del popolo. Per rendere conto di questo evento, swissinfo.ch propone il ritratto di otto neoelette di altrettanti partiti.
Come mai ha avanzato una simile richiesta? Le statistiche indicano che ad Aarburg si registra la percentuale più alta a livello cantonale di beneficiari dell’assistenza sociale.
Affrontare gli abusi
È stato il forte senso di giustizia a portare Bircher a fare politica. “Voglio favorire dei miglioramenti. Facendo politica voglio risolvere i problemi”, ci spiega la giovane madre. A causa della sua altezza, non supera il metro e sessanta, è stata spesso sottovalutata. Inoltre, a scuola ha vissuto un’esperienza che l’ha segnata.
“Un insegnante mi ha detto, guardandomi negli occhi, che con la mia intelligenza avrei potuto diventare al massimo casalinga e madre”. Ma lei non l’ha certo ascoltato. È andata avanti per la sua strada ed ora è una consulente finanziaria per la Posta svizzera. Nel contempo ha intrapreso una carriera politica di successo ed ha messo al mondo un figlio.
Ci spiega che non vuole cambiare, vuole essere quella di sempre, fare le cose a modo suo, fare un passo dopo l’altro senza fretta. Alla domanda a quali modelli intende ispirarsi, Bircher risponde: “Voglio ascoltare il mio cuore, restare fedele a me stessa”. Tuttavia, dice di seguire con interesse e ammirazione il giovane leader del governo conservatore della vicina Austria, Sebastian Kurz.
E come tanti altri politici, anche lei non parla volentieri delle ambizioni personali. “Finora, una serie di coincidenze mi hanno portato fin qui. E poi, non si fa politica per fare carriera, bensì per migliorare il nostro Paese seguendo i valori in cui si crede”.
Istinto politico
Se all’interno del suo partito sono in molti a nutrire grandi speranze nel nuovo astro nascente, al di fuori, tra gli altri partiti, c’è chi giudica il suo stile troppo diretto e maleducato. Le attribuiscono un buon istinto politico e abilità tattica, ma l’accusano di abusare dei mass media per i suoi scopi. Inoltre, le rinfacciano di seguire alla lettera gli ordini di scuderia del suo partito, l’Unione democratica di centro.
Una ex collega che sedeva con lei nel parlamento del canton Argovia usa toni più amichevoli nei suoi confronti. “Bircher è stata una ventata di freschezza: giovane, ambiziosa, a volte impetuosa”, ma con un approccio pratico alla politica. Inoltre, conosce molto bene le sue doti e si pone grandi obiettivi. Un’altra politica di un partito di centro-destra della sua regione dice che non sta certo con le mani in mano, si dà un gran daffare ed è consapevole delle sue qualità.
Prima sessione
La carriera politica di Bircher è iniziata a 19 anni, quando si è iscritta all’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalconservatrice). Non aveva certo in mente di fare carriera e nemmeno poteva contare su qualche spintarella da parte di familiari o amici. 15 anni più tardi, dopo aver maturato esperienze nell’esecutivo locale e nel legislativo cantonale, la giovane sta muovendo i primi passi sulla scena politica a livello nazionale.
Carriera politica
Nel 2014 entra a far parte del governo della città di Aarburg dove assume la direzione del Dipartimento affari sociali, salute e gioventù.
Dal 2017 al 2019 siede nel parlamento del canton Argovia.
Nell’ottobre 2019 viene eletta nel parlamento nazionale.
Inizialmente non era sicura di essere all’altezza del mandato che l’elettorato le aveva assegnato. Inoltre è rimasta colpita dalle complicate procedure del parlamento bicamerale, la cui complessità supera di gran lunga quella del Gran Consiglio del suo cantone. Tuttavia, ha già partecipato ai dibattiti riguardanti la salute pubblica e la legalizzazione della canapa, anche se si sente più a suo agio quando si discute di previdenza sociale ed asilo.
Bircher ci svela di avere “una o due idee che sapranno sicuramente fare scalpore”. Per esempio, vorrebbe che il parlamento adottasse delle misure volte a ridurre gli aiuti sociali, soprattutto per i richiedenti l’asilo poiché parte di questi soldi verrebbero inviati ai familiari a casa sotto forma di rimesse, come ha ricordato in un’intervista al quotidiano locale Zofinger Tagblatt.
Profilo politico
Il grafico sottostante presenta il profilo politico di Bircher, che evidenzia il suo atteggiamento intransigente nei confronti dell’immigrazione e dello Stato sociale. La politica si batte anche per uno Stato snello, per l’ordine pubblico e una politica economica liberale.
Concretamente, Bircher è favorevole all’aumento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni, ma è contraria all’introduzione di una tassa sul CO2, attualmente in discussione in parlamento. “Ogni cittadino è responsabile del suo impatto ambientale. Lo Stato non si deve immischiare. Poi sono già state adottate misure a titolo volontario”, sostiene la 34enne.
Secondo Bircher, lo Stato dovrebbe valutare se non introdurre la coscrizione obbligatoria anche per le donne. “Non dovrebbero far parte di un esercito. Potrebbero però prestare servizio in ambito sociale o di protezione della popolazione.
Anche il voto elettronico è un argomento che si trova in cima all’agenda politica e non solo in parlamento. È una questione che riguarda il sistema politico svizzero, ossia la democrazia semidiretta. Bircher concorda con chi critica le attuali piattaforme di voto online perché troppo vulnerabili agli attacchi degli hacker. “Di principio, il voto elettronico è una buona idea, di cui possono sicuramente approfittare gli svizzeri all’estero. Al momento, però, i rischi sono troppo grandi”.
Tuttavia respinge categoricamente l’idea di revocare i diritti politici ai cittadini svizzeri della diaspora visto che non pagano le tasse nella Confederazione o di limitare i diritti degli emigranti elvetici di seconda o terza generazione. La sezione spagnola dell’Unione democratica di centro, di cui è membro onorario, “non mi perdonerebbe mai se dovessi sostenere idee simili”, conclude Martina Bircher.
Traduzione di Luca Beti
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