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Newsletter della democrazia ottobre 2022

Bruno Kaufmann

Care lettrici e cari lettori di questa nostra newsletter sulla democrazia,

Votate! La parola suona bene. Ha un suono positivo. Nel senso di un processo che alla fine porta a un risultato che sta bene al maggior numero possibile di partecipanti. In molte democrazie, le votazioni su questioni sostanziali svolgono un ruolo molto importante, così come le elezioni di partiti e di persone. In questo modo si possono conoscere in modo pacifico e ordinato le preferenze e le opinioni dei cittadini e delle cittadine aventi diritto di voto.

In Svizzera, il popolo è invitato a votare tre o quattro volte all’anno. È stato così anche alla fine di settembre, quando ancora una volta – la 24esima (!) negli ultimi 70 anni – è stata messa ai voti una riforma del sistema pensionistico. Ed ecco che dopo 15 tentativi di riforma falliti, questa volta una maggioranza risicata ha detto sì al progetto AVS21, che tra le altre cose fissa l’età pensionabile per gli uomini e le donne a 65 anni entro il 2028. Finora le donne potevano andare in pensione un anno prima degli uomini.

Votare, come dimostra la controversa questione delle pensioni, richiede quindi anche molta pazienza. Su un’altra questione il Governo svizzero non poteva invece più dar prova di pazienza, anche alla luce della guerra in corso in Ucraina. Nonostante un’iniziativa popolare valida per combattere l’acquisto di 36 nuovi caccia F35, la ministra della difesa Viola Amherd ha firmato a fine settembre il contratto di acquisto con il fornitore americano. Il giorno successivo, l’iniziativa popolare è stata ritirata. Un evento non comune che ha portato a discussioni sulla democrazia in Svizzera.

Fin qui tutto bene. Ma cosa succede quando un “voto” è forzato, come recentemente nel caso della potenza occupante russa in Ucraina? O viceversa: quando gran parte della popolazione di un Paese non può nemmeno votare? Queste sono state le domande discusse da esperti ed esperte di quattro Paesi in occasione della tavola rotonda organizzata da SWI swissinfo.ch al termine della decima Conferenza mondiale sui diritti dei popoli (Global Forum on Modern Direct Democracy) nell’ambito della nostra serie di articoli sul tema dell’inclusione e del dibattito condotto in dieci lingue intitolato: “Come salvare la democrazia?”

Stimati lettori e stimate lettrici di questa newsletter, le vostre opinioni e riflessioni in merito ci interessano. Non esitate a partecipare ai nostri dibattiti sulla democrazia oppure contattatemi direttamente.

Vi porgo i miei migliori saluti,

Bruno Kaufmann

Corrispondente sulla democrazia a livello internazionale e coordinatore della rubrica dedicata alla democrazia di SWI swissinfo.ch.

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