I due cittadini svizzeri trattenuti in Libia potranno contare sul sostegno di un altro avvocato, il parigino Emmanuel Altit, che nel 2007 aveva contribuito al rilascio delle infermiere bulgare e del medico palestinese in carcere a Tripoli da otto anni.
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Emmanuel Altit si impegnerà ad organizzare la difesa di Rachid Hamdani e Max Göldi, collaborando con il loro legale libico Salah Zahaf. L’avvocato parigino ha già ottenuto un visto per la Libia, dove giovedì dovrebbe assistere all’udienza del processo d’appello di Göldi, già dirigente della filiale del gruppo elvetico-svedese ABB in Libia, sempre che il dibattimento non venga rinviato.
Domenica, infatti, il processo d’appello per «soggiorno illegale» contro Rachid Hamdani, un responsabile di una PMI del canton Vaud, è stato nuovamente aggiornato al 24 gennaio. I due svizzeri hanno finora agito di concerto per cui è pensabile che anche Göldi non si presenterà in aula giovedì.
Il 30 novembre scorso Hamdani e il suo connazionale Max Göldi, che attualmente risiedono all’ambasciata svizzera di Tripoli, sono stati condannati a 16 mesi di carcere e a una multa di 2’000 dinari (circa 1’600 franchi) per violazione delle norme sui visti.
Contro i due ostaggi è pendente anche un altro processo, per «attività economiche illegali». Anch’esso è stato aggiornato a due riprese perché il giudice esigeva la presenza dei due accusati: l’udienza di Max Göldi è ora prevista il 16 gennaio, quella di Rachid Hamdani l’indomani.
I due svizzeri sono trattenuti in Libia dal 19 luglio 2008. In Svizzera la loro vicenda è considerata una ritorsione del regime di Muammar Gheddafi per il fermo a Ginevra, il 15 luglio dello stesso anno, di suo figlio Hannibal e di sua nuora Aline, accusati di maltrattamenti da due domestici maghrebini.
swissinfo.ch e agenzie
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