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“Ogni dibattito sull’Europa ci rafforza”

Applausi per Lukas Reimann (a sinistra) eletto in aprile alla presidenza dell'ASNI Keystone

Cambio di generazione ai vertici dell’Azione per una svizzera neutrale e indipendente (ASNI). Da fine aprile è il 31enne Lukas Reimann a dirigere il movimento della destra nazionalista. Si preannunciano grandi battaglie contro ogni tentativo di avvicinamento all’Unione europea.

La Svizzera si trova di fronte a scelte fondamentali per quanto riguarda i suoi rapporti futuri con l’Unione europea (UE). Secondo quanto ventilato dal ministro degli esteri Didier Burkhalter, un accordo destinato a regolare le questioni istituzionali in sospeso con i Ventotto potrebbe essere sottoposto al verdetto del popolo nel 2016.

Per Lukas Reimann, deputato dell’Unione democratica di centro (UDC) e nuovo presidente dell’ASNI, questa votazione federale sarebbe estremamente pericolosa per la Svizzera. Sia il partito di destra che l’ASNI si battono in particolare contro un’acquisizione automatica del diritto europeo da parte elvetica e contro la proposta di sottoporre al giudizio della Corte europea eventuali divergenze tra Svizzera e UE.

Nei giorni scorsi lo stratega dell’UDC Christoph Blocher ha annunciato che lascerà a fine maggio il suo seggio alla Camera del popolo, in modo da disporre di maggior tempo per organizzare la campagna contro “l’ingresso strisciante della Svizzera nell’UE”.

Il giurista del Canton San Gallo è entrato nella direzione dell’ASNI all’età di 17 anni.

Nel 2007 è stato eletto quale rappresentante dell’UDC in Consiglio nazionale, diventando, a 25 anni, il più giovane membro della Camera del popolo.

In parlamento, Reimann sostiene una linea conservatrice di destra, ma in alcuni casi ha difeso posizioni condivise da altre forze politiche, nonostante l’opposizione degli altri rappresentanti dell’UDC.

swissinfo.ch: Lei incarna il cambio generazionale alla guida dell’ASNI. Nei giorni scorsi ha annunciato di voler conquistare le simpatie dei giovani nei confronti del suo movimento. Come intende farlo?

Lukas Reimann: Dal cambiamento di presidenza abbiamo già registrato 100 nuove adesioni, tra cui molti giovani. Rappresentiamo dei valori condivisi da numerosi giovani, ma dobbiamo comunicarlo meglio. A tale scopo siamo presenti su Twitter e Facebook, come pure nelle scuole.

swissinfo.ch: Lei è cresciuto politicamente all’interno dell’ASNI. Come definirebbe questa organizzazione?

L.R.: Per me è innanzitutto un movimento popolare che mira a far vivere oggi e domani il modello di successo svizzero. L’ASNI si impegna per salvaguardare tutti gli elementi che fanno la forza del nostro paese: democrazia diretta, libertà, indipendenza e neutralità.

swissinfo.ch: Assieme all’UDC, l’ASNI è la grande vincitrice della votazione del 9 febbraio scorso sul freno all’immigrazione. Si è notato un aumento del numero di membri?

L.R.: Abbiamo raccolto molte adesioni già durante la campagna e ancora di più dopo il voto. Vi è una chiara tendenza verso un aumento dei membri. Ciò è motivante e dimostra la validità del nostro lavoro.

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Il freno all’immigrazione visto dai vignettisti

Questo contenuto è stato pubblicato al L’esito della votazione del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa popolare “Contro l’immigrazione di massa”, che prevede l’introduzione di limiti massimi e contingenti annuali per gli stranieri in Svizzera, ha ispirato diversi vignettisti. Nella Confederazione, ma anche nei paesi vicini.

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swissinfo.ch: Secondo lei quale segnale ha espresso il popolo lo scorso 9 febbraio, approvando l’iniziativa dell’UDC che impone un freno all’immigrazione?

L.R.: È stato innanzitutto un voto in favore dell’autodeterminazione. Né più né meno. Il popolo svizzero vuole decidere da solo, chi lascia entrare o meno nel paese. Il freno all’immigrazione è stato ora ancorato nella Costituzione federale. La sua applicazione ha una priorità assoluta, anche se ciò può avere delle ripercussioni per la politica europea della Confederazione.

swissinfo.ch: La decisione svizzera di porre freno all’immigrazione è stata applaudita dagli euroscettici dei Ventotto. L’ASNI ha ricevuto direttamene delle reazioni?

L.R.: Non direttamente. Ma siamo ben collegati con altri movimenti in Europa. Personalmente sono già stato per anni nella direzione di TEAM, l’Alleanza europea dei movimenti eurocritici, di cui fanno parte ad esempio il Movimento popolare contro l’UE della Danimarca o l’Ukip della Gran Bretagna. Tengo a sottolineare che questa alleanza non comprende movimenti di estrema destra.

swissinfo.ch: In base ai sondaggi, le forze anti UE dovrebbero guadagnare ulteriori voti alle elezioni parlamentari europee del prossimo 25 maggio. In tal caso, l’ASNI intende rafforzare i suoi legami con movimenti analoghi in Europa?

L.R.: La priorità dell’ASNI rimane la politica svizzera. Ma seguiamo molto attentamente gli sviluppi in Europa. Nutro grandi speranze, affinché il campo degli euroscettici esca rafforzato da queste elezioni, sia a destra che a sinistra.

Per noi è importante vedere che non siamo i soli euroscettici in Europa. Per gli altri movimenti europei è invece utile vedere che esistono delle alternative valide al di fuori dell’UE.

swissinfo.ch: Lei ha tenuto a distinguere l’ASNI dai movimenti anti UE di estrema destra. Quali differenze esistono?

L.R.: L’ASNI è un movimento democratico, che sostiene i diritti fondamentali ancorati nella Costituzione federale. Forze di estrema destra che vogliono abolire questi diritti non hanno nulla a che fare con l’ASNI.

Fondato nel 1986, dopo la votazione sull’adesione della Svizzera all’ONU, il movimento politico di destra vuole salvaguardare la democrazia, l’autodeterminazione e la neutralità della Svizzera.

L’ASNI combatte in particolare qualsiasi tentativo di avvicinamento della Svizzera all’Unione europea.

Nel 2004, l’ASNI contava circa 45 mila membri. Negli ultimi anni la sua base si era però gradualmente ridotta e il numero di membri è sceso a poco più di 30 mila.

Nel 2012 il movimento di destra ha perso chiaramente la votazione sulla sua iniziativa popolare che chiedeva di sottoporre automaticamente al popolo ogni trattato di portata internazionale.

La vittoria conseguita, assieme all’UDC, nella votazione del 9 maggio scorso sul freno all’immigrazione ha permesso all’ASNI di raccogliere nuovi consensi e nuovi membri.

swissinfo.ch: L’ASNI non dispone più del monopolio nelle campagne anti UE. A guidare la campagna contro il previsto accordo istituzionale con Bruxelles sarà il nuovo Comitato contro l’ingresso strisciante nell’UE, preannunciato da Christoph Blocher. Queste due forze saranno in concorrenza tra loro?

L.R.: Non vi è una situazione di concorrenza. L’ASNI figura tra i fondatori di questo comitato e fa inoltre parte della sua direzione. La presenza di diversi partiti e movimenti può rafforzare il peso della campagna politica per la votazione.

Anche l’ASNI svolgerà un ruolo importante nel corso di questa campagna. Vogliamo infatti evitare che la Svizzera venga integrata ancora maggiormente nell’UE. Il comitato sarà sciolto dopo la votazione.

swissinfo.ch: Christoph Blocher ha annunciato che ci vorranno da 4 a 5 milioni di franchi per sostenere la campagna ed si è detto pronto a sborsarli di tasca propria. Si sa già quanto, di questo importo, verrà afffidato all’ASNI e in che modo verrà utilizzato?

L.R.: Non vi è ancora un budget per la campagna. Prima bisognerà concludere i preparativi. La decisione spetterà alla direzione dell’ASNI.

swissinfo.ch: Secondo il ministro degli esteri Didier Burkhalter, la votazione sul futuro accordo quadro con Bruxelles sarà una “supervotazione” sull’insieme dei rapporti bilaterali con l’UE, che dovrebbe aver luogo al più tardi nel 2016. L’ASNI è già pronta a dare battaglia?

L.R.: Non ci rallegriamo per nulla di questa votazione, dal momento che è estremamente pericolosa per il futuro della Svizzera. Se il nostro paese seguirà le richieste dell’UE, dovrà accettare anche la competenza di giudici stranieri. Ed è già chiaro in che modo decideranno in caso di divergenze tra Berna e Bruxelles. Per questo motivo affermiamo che un accordo istituzionale con i Ventotto corrisponde ad un ingresso strisciante nell’UE. Ci prepariamo con cura per la campagna, dal momento che non possiamo perdere questa votazione.

swissinfo.ch: L’ASNI non si rallegra veramente? La votazione del 1992 sulla proposta di adesione allo Spazio economico europeo aveva permesso all’ASNI di diventare un’organizzazione di massa, raccogliendo ai tempi 16’000 membri.

L.R.: Ogni dibattito sulla politica europea ci rafforza, nella misura in cui possiamo parteciparvi. Ma non lo facciamo per nostra volontà o per rafforzare la nostra base. Lo facciamo per la Svizzera, per salvaguardare la libertà, l’indipendenza, la neutralità e la democrazia del nostro paese.

Preferirei scogliere l’ASNI, se non fosse più necessaria. Ciò sarebbe il caso, se tutti i politici sostenessero il principio, in base al quale la Svizzera non deve avvicinarsi ulteriormente all’UE. Purtroppo non è così, al contrario. Vi è più che mai bisogno dell’ASNI.

Traduzione Armando Mombelli

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