Parlamentari svizzeri ed europei più vicini
I parlamentari europei e svizzeri vogliono intensificare i loro rapporti e collaborare maggiormente nell’ambito della libera circolazione delle persone, della politica energetica e dei trasporti. Una dichiarazione in questo senso è stata firmata martedì in Ticino.
La dichiarazione congiunta è stata redatta dalle due delegazioni – cinque parlamentari europei e otto svizzeri – durante il 30esimo incontro interparlamentare che si è svolto lunedì a Lugano.
Il testo è poi stato firmato martedì mattina all’Infocentro del cantiere Alptransit di Pollegio dal presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Svizzera, l’irlandese Pat the Cope Gallagher e dal presidente della Delegazione dell’Assemblea federale svizzera per le relazioni con il Parlamento europeo, il consigliere nazionale ticinese Ignazio Cassis.
Non a caso le due delegazioni hanno scelto l’Infocentro di Pollegio per parafare quest’importante documento congiunto. Infatti una visita al “cantiere del secolo”, quello della costruzione della galleria ferroviaria più lunga al mondo – il tunnel di base del San Gottardo, i cui 57 chilometri collegheranno Erstfeld (Uri) a Bodio (Ticino) – si imponeva per sottolineare l’importanza di una politica comune dei trasporti.
Maggiore cooperazione
Indirizzata al Consiglio federale, alla Commissione europea, al Consiglio dell’Unione europea, al Parlamento europeo e all’Assemblea federale, la dichiarazione auspica innanzitutto un’“intensificazione delle relazioni tra il parlamento dell’UE e quello svizzero: ci rallegriamo che la cooperazione si possa estendere alle commissioni come è stato deciso recentemente dai nostri parlamenti“, indicano i firmatari.
Come spiegato dal consigliere nazionale ticinese Ignazio Cassis, che ha organizzato l’incontro di Lugano e presieduto la delegazione svizzera, “i lavori che sono sfociati in questa dichiarazione comune hanno posto l’accento sulla libera circolazione delle persone tra l’UE e la Svizzera, sulla politica energetica e la politica dei trasporti.”
Per migliorare la collaborazione in questi tre ambiti, le delegazioni sollecitano “il Parlamento europeo a invitare membri del Parlamento svizzero – entro i limiti legali dei trattati UE – alle audizioni pubbliche nonché a consultazioni su tematiche politiche e su progetti legislativi d’interesse comune, segnatamente in caso di elaborazione o revisione di accordi bilaterali.”
Per quanto riguarda la politica dei trasporti, la dichiarazione congiunta sottolinea “il ruolo che la Svizzera svolge per il transito europeo nord-sud di persone e di merci.” Si chiede quindi agli stati membri dell’UE coinvolti di “intensificare i loro sforzi nell’ambito delle infrastrutture completando l’opera [la nuova linea ferroviaria alpina] con la costruzione di due vie complementari a Nord e la continuazione della linea a Sud, al fine di assicurare che gli investimenti effettuati dalla Svizzera per adattare le capacità di transito ai bisogni futuri [19 miliardi di franchi] possano essere utilizzati in modo adeguato e rapido.”
Il nodo del Gottardo
Le delegazioni hanno anche sollevato lo spinoso problema della prevista chiusura totale della galleria autostradale del Gottardo che dovrà essere risanata nei prossimi anni. Una chiusura che potrebbe durare fino a 900 giorni ed isolare il Ticino dal resto della Svizzera e dal nord Europa.
In particolare, è stato auspicato “un approccio coordinato durante la lunga chiusura della galleria, al fine di minimizzare gli inconvenienti nazionali o internazionali dovuti alla deviazione del traffico.” Non si è però entrati nei dettagli, non ancora, sul come concretizzare quell’“approccio coordinato”.
Per quanto concerne la libera circolazione delle persone, le delegazioni europea e svizzera si sono trovate d’accordo nel chiedere al governo svizzero e alla Commissione europea “di risolvere rapidamente e a livello appropriato, con l’ausilio di una commissione mista e di gruppi di lavoro internazionali, i problemi pendenti riguardante il funzionamento dell’accordo.”
Una rassegna per capirsi
Gli impegni comuni sono quindi tanti e per venirne a capo la delegazione svizzera ha chiesto a quella europea di portare da una a due le riunioni annuali interparlamentari. Una proposta accolta favorevolmente dal presidente Pat the Cope Gallagher. La prossima riunione è stata fissata per il 29 novembre prossimo e si terrà a Bruxelles.
“L’incontro di Lugano è stato un successo e ci ha anche permesso di fare conoscere meglio l’UE al Ticino” ha detto Ignazio Cassis a swissinfo.ch. Per completarlo il medico ticinese ha infatti organizzato la rassegna “Il Ticino incontra l’Europa” che, dal 6 al 30 maggio, propone una serie di conferenze e dibattiti con il motto “conoscersi per capirsi”.
Organizzato dal parlamentare ticinese Ignazio Cassis (PLR), a capo della Delegazione parlamentare svizzera, il trentesimo incontro interparlamentare Svizzera-UE si è tenuto lunedì e martedì 16 e 17 maggio a Lugano.
I lavori si sono conclusi con la firma di una dichiarazione congiunta per l’intensificazione dei rapporti tra le due delegazioni e il miglioramento della collaborazione tra UE e Svizzera su temi importanti quali la libera circolazione delle persone, la politica dei trasporti e la politica energetica.
La rassegna “Il Ticino incontra l’Europa” ha fatto da corollario all’incontro interparlamentare con una serie di conferenze, dibattiti e colloqui.
L’evento inaugurale si è tenuto il 6 maggio all’Università della Svizzera italiana (USI) con l’incontro pubblico “L’Europa dei valori: il Consiglio d’Europa, un’altra Europa”. Vi hanno partecipato Giorgio Malinverni, giudice svizzero alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e il senatore radicale Dick Marty, relatore per il Consiglio d’Europa.
Il 26 e 27 maggio all’Accademia di architettura di Mendrisio avrà luogo la “Terza Conferenza nazionale sul federalismo”. Infine, il 30 maggio, sarà inaugurato il nuovo Info Point dell’Unione europea allestito presso la Biblioteca dell’USI a Lugano.
Vi parteciperanno l’ambasciatore dell’UE in Svizzera Michael Reiterer, il presidente dell’USI Piero Martinoli e i decani delle facoltà di economia e di scienze della comunicazione.
Pollegio
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