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Di quali dibattiti in Consiglio nazionale si è occupata la nostra analisi?

Dossiers auf dem Tisch
Come si sono comportati i politici e i partiti nei confronti degli interessi degli svizzeri all'estero, durante la legislatura 2015-2019? Keystone / Peter Schneider

Gli svizzeri all'estero formano una comunità molto eterogenea, anche per quanto riguarda lo spettro politico. Tuttavia ci sono temi che riguardano la maggior parte di loro. Swissinfo.ch ha analizzato 16 oggetti trattati in Consiglio nazionale durante la legislatura 2015-19.


Postfinance anche per gli svizzeri all’estero

Il senatore Filippo Lombardi (PPD) e i consiglieri nazionali Rino Büchel (UDC) e Tim Guldimann (PS) si sono battuti congiuntamente affinché gli svizzeri all’estero potessero accedere ai servizi di Postfinance a condizioni analoghe a quelle garantite ai residenti nella Confederazione. Nella loro mozioneCollegamento esterno, i parlamentari hanno sostenuto che Postfinance doveva offrire le stesse prestazioni a tutti i cittadini svizzeri, poiché l’istituto finanziario è una società della Posta svizzera che a sua volta appartiene alla Confederazione. Il Consiglio nazionale ha adottato la mozione della Commissione della politica estera l’11 settembre 2017. Il Consiglio degli Stati l’ha invece respinta

Altri sviluppi

Accesso facilitato a conti presso banche di rilevanza sistemica 

Rino Büchel, consigliere nazionale dell’UDC, ha depositato un intervento parlamentareCollegamento esterno affinché tutti i cittadini svizzeri, anche quelli residenti all’estero, avessero la possibilità di aprire un conto presso le banche di rilevanza sistemica. Secondo il parlamentare dell’UDC, visto che le banche “too big to fail” beneficiano di una garanzia implicita dello Stato in caso di fallimento, dovevano in contropartita dare la possibilità a tutti gli svizzeri di aprire un conto e di accedere a tutti i servizi a condizioni non discriminanti. Il Consiglio nazionale ha respinto la mozione il 5 giugno 2018. 

Informazioni sulle prestazioni bancarie per la Quinta Svizzera 

Con questa mozioneCollegamento esterno, gli svizzeri all’estero volevano trovare finalmente una soluzione all’annoso problema legato all’apertura di conti presso le banche svizzere, un tema prioritario per l’OSE. Il testo chiedeva al governo di garantire alla Quinta Svizzera informazioni precise e specifiche sulle condizioni di accesso ai servizi finanziari dei grandi istituti bancari. La pubblicazione di questi dati sul sito internet del Dipartimento federale degli affari esteri avrebbe fatto chiarezza sulle varie condizioni offerte dalle banche elvetiche. Il Consiglio nazionale ha però respinto la mozione della Commissione della politica estera il 5 giugno 2018.

 

Piano d’azione per il voto elettronico 

Il postulatoCollegamento esterno del consigliere nazionale del PPD Marco Romano chiedeva al Consiglio federale di esaminare l’opportunità di presentare un rapporto concernente un piano d’azione relativo al voto elettronico. “È giunto il momento di concludere questo progetto e di dare la possibilità a tutti gli svizzeri all’estero di utilizzare il voto digitale”, ha argomentato Romano durante il dibattito in parlamento. Il Consiglio nazionale ha adottato il postulato il 14 settembre 2016. 

Moratoria per il voto elettronico 

Con questa iniziativa parlamentareCollegamento esterno, il consigliere nazionale dell’UDC Franz Grüter chiedeva di congelare i tentativi di introdurre il voto elettronico. Quando ha deposto il testo, Franz Grüter faceva ancora parte del Consiglio dell’OSE e per questo motivo voleva escludere dalla moratoria “i sistemi per gli svizzeri all’estero”. Tuttavia la sua iniziativa parlamentare metteva il palo tra le ruote di uno dei progetti centrali dell’OSE, ossia promuovere l’introduzione su larga scala del voto elettronico. Il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa parlamentare l’11 settembre 2018. 

Regole più severe per il voto elettronico 

Un’iniziativa parlamentare Collegamento esternodel consigliere nazionale dei Verdi Balthasar Glättli chiedeva di fissare regole più severe per il voto elettronico. “I cittadini devono poter verificare, in modo attendibile e senza disporre di particolari conoscenze tecniche, le singole fasi relative allo svolgimento di votazioni ed elezioni”, scriveva il deputato dei Verdi nella sua motivazione. In pratica, l’adozione dell’iniziativa avrebbe introdotto ostacoli quasi insormontabili per proseguire con il progetto del voto elettronico. Il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa l’11 settembre 2019. 

Spedizione elettronica al posto del voto elettronico 

Quest’ultima mozioneCollegamento esterno è stata depositata dopo che sono state scoperte gravi lacune nel sistema di voto elettronico della Posta svizzera e dopo la sua disattivazione. Con la sua mozione, Claudio Zanetti, consigliere nazionale UDC e membro del Consiglio dell’OSE, chiedeva al Consiglio federale di elaborare un progetto affinché gli svizzeri all’estero potessero ricevere il materiale di voto per via elettronica. In mancanza di alternative migliori, l’OSE ha sostenuto la mozione di Zanetti, parlamentare che si è sempre opposto all’introduzione del terzo canale di voto. Il Consiglio nazionale ha adottato la mozione il 18 giugno 2019.


Applicazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa 

L’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’Unione europea è stato ampiamente dibattuto in parlamento. Tale intesa riguarda tutti gli svizzeri all’estero che vivono in Europa, se non hanno la doppia cittadinanza. La nostra analisi si è concentrata sulla votazione in parlamento di un testo, in cui si chiedeva che l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massaCollegamento esterno fosse compatibile con l’accordo sulla libera circolazione delle persone. L’OSE aveva presentato le sue argomentazioni in una presa di posizione. Il Consiglio nazionale ha approvato una soluzione corrispondente il 16 dicembre 2016. 

Iniziativa No Billag 

Questa iniziativaCollegamento esterno chiedeva l’abolizione del canone radiotelevisivo della SRG, a cui fa parte anche swissinfo.ch. Il Consiglio nazionale si è occupato dell’iniziativa nel 2016. In seguito, l’OSE si è espressa contro l’iniziativa “No Billag”. “Il compito di informazione svolto dalla Società svizzera di radiotelevisione nei confronti degli svizzeri all’estero è fondamentale per l’esercizio dei diritti politici dei nostri cittadini espatriati”, si leggeva in un comunicato del Comitato dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero. Il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa il 25 settembre 2017.

Iniziativa per l’autodeterminazione 

Questa iniziativaCollegamento esterno dell’UDC chiedeva di anteporre il diritto svizzero a quello internazionale. Secondo l’OSE, se accettata, l’iniziativa avrebbe danneggiato il buon nome di cui gode la Svizzera a livello internazionale, avrebbe compromesso le sue ottime relazioni con gli altri Paesi e messo in difficoltà gli espatriati. Il Consiglio degli svizzeri all’estero, il “parlamento” della Quinta Svizzera, aveva quindi chiesto di non approvare l’iniziativa. Il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa popolare nella sessione estiva 2018.

 

 Contributo federale per l’offerta SSR destinata all’estero  

Il tema rientrava nell’ampio dibattito sul programma di stabilità 2017-2019Collegamento esterno. Il Consiglio nazionale doveva decidere dove apportare dei tagli per rispettare le disposizioni del freno all’indebitamento. Durante le discussioni relative all’offerta SSR destinata all’estero, di cui fa parte anche swissinfo.ch, i deputati della Camera del popolo hanno deciso di seguire le indicazioni del Consiglio federale. Quest’ultimo aveva proposto di risparmiare sette milioni di franchi all’anno. La Commissione del Consiglio nazionale aveva invece proposto tagli pari a nove milioni di franchi all’anno, un’idea bocciata dalla maggioranza dei parlamentari il 29 novembre 2016. 

Contributo federale per la rivista destinata agli svizzeri all’estero 

Durante il dibattito sul preventivoCollegamento esterno, il Consiglio nazionale ha discusso la proposta del governo che suggeriva di risparmiare 400 mila franchi per la rivista “Schweizer Revue”, che dalla carta stampata sarebbe passata alla forma elettronica. Il Consiglio nazionale ha respinto la proposta (29 novembre 2016).

 

Dati sugli svizzeri all’estero residenti nell’UE 

Con la sua mozioneCollegamento esterno, la consigliera nazionale del PPD Katy Riklin voleva che la Svizzera raccogliesse i dati statistici degli espatriati residenti nell’UE e negli Stati dell’AELS, in maniera analoga a quanto fa con gli stranieri residenti nella Confederazione. La deputata voleva dimostrare statisticamente i vantaggi offerti dall’accordo sulla libera circolazione delle persone per gli svizzeri all’estero che esercitano un’attività lavorativa in un Paese dell’UE. Con questa mozioneCollegamento esterno, la parlamentare del PPD voleva salvaguardare gli interessi della Quinta Svizzera. Il Consiglio nazionale ha respinto la mozione il 13 settembre 2019. 

Comportamento di voto degli svizzeri all’estero 

Anche questo postulatoCollegamento esterno del consigliere nazionale del PS Carlo Sommaruga difendeva gli interessi degli svizzeri all’estero. Il membro del Consiglio dell’OSE voleva che il comportamento degli espatriati in materia di elezioni e votazioni fosse analizzato in maniera trasparente da tutti i cantoni. Durante il dibattito in parlamento, Sommaruga ha ricordato che non si trattava di elaborare una nuova legge, ma di adeguare un’ordinanza d’applicazione già esistente, ossia quella sui diritti politici. Il Consiglio nazionale ha respinto la mozione il 14 settembre 2016. 

Discriminazione nei confronti degli espatriati che ritornano in Svizzera  

Nell’ambito della riforma delle prestazioni complementari, la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale aveva formulato una proposta che avrebbe interessato circa 700 svizzeri all’estero. Con l’obiettivo di prevenire l’immigrazione indesiderata nel sistema sociale svizzero, la commissione aveva proposto di introdurre una durata di domicilio minima in Svizzera di dieci anni. Gli espatriati rientrati in Svizzera avrebbero dovuto quindi aspettare un decennio prima di avere diritto alle prestazioni complementari. Inoltre tale idea avrebbe penalizzato chi, prima di andare all’estero, aveva prelevato il patrimonio della cassa pensione come capitale. Il Consiglio nazionale ha respinto questa proposta il 10 settembre 2018. 

Attacco al diritto della doppia cittadinanza 

La mozioneCollegamento esterno del consigliere nazionale dell’UDC Erich Hess rientra nell’ambito di un’ampia discussione sulla doppia cittadinanza (il 75% degli svizzeri all’estero ha la doppia cittadinanza). Il testo prendeva di mira soprattutto gli stranieri residenti in Svizzera. Nel corso del dibattito, Hess ha tuttavia sostenuto che era inaccettabile che un cittadino avesse il diritto di votare e di essere eletto in vari Paesi. Con questa affermazione ha messo in discussione il diritto della doppia cittadinanza degli svizzeri all’estero, un’idea sostenuta anche dal collega di partito Peter Keller nell’interpellanzaCollegamento esterno “Doppio diritto di voto per i binazionali? Per una maggiore giustizia democratica”. Il Consiglio nazionale ha respinto la mozione di Erich Hess il 12 giugno 2017. 

Traduzione dal tedesco di Luca Beti

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