Signor Früh, il suo partito è omofobo?
L’Unione democratica federale ha deciso di lanciare un referendum contro la nuova norma del Codice penale che rende perseguibile l’omofobia. Marc Früh, rappresentante del piccolo partito cristiano ultraconservatore nella Svizzera romanda, ne spiega i motivi.
Unione democratica federale
Partito cristiano ultraconservatore, l’Unione democratica federale (UDFCollegamento esterno) si autodefinisce il “partito dei valori etici”, fondato “sulla Bibbia e sulla parola di Dio”. È stato fondato nel 1975 da una costola del Partito evangelico. Ha un ruolo marginale nella scena politica svizzera: conta soltanto 3’000 membri e non ha rappresentanti in parlamento. Alle ultime elezioni federali ha raccolto l’1,2% dei voti.
Il piccolo partito è tuttavia stato a più riprese il motore di votazioni su temi di società quali la famiglia o l’aborto. Nel 2004, l’UDF era riuscita a raccogliere 67’000 firme per il referendum impugnato contro la legge sull’unione registrata. Una legge che era poi stata accettata dal popolo. Nel 2016, la raccolta di firme contro la riforma dell’adozione è invece fallita.
Lo scorso mese di dicembre, il parlamento svizzero ha deciso di estendere la norma antirazzismo alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Una modifica che permetterà di punire l’omofobia allo stesso titolo del razzismo o dell’antisemitismo. L’Unione democratica federale (UDFCollegamento esterno), un piccolo partito cristiano ultraconservatore, ritiene tuttavia che la nuova norma violi la libertà di espressione. “Delle opinioni legittime in futuro saranno perseguibili penalmente”, scrive il partito in un comunicatoCollegamento esterno.
L’UDF ha così deciso di impugnare il referendum, senza il sostegno di alcun partito. Ciononostante, il responsabile dell’UDF nella Svizzera francese, sostiene che il suo partito è in grado di raccogliere le 50’000 firme necessarie entro il mese di aprile. Assicura inoltre che il suo non è un partito omofobo.
swissinfo.ch: Ritiene che sia legittimo esprimere delle opinioni omofobe?
Marc Früh: Non vogliamo leggi che impediscono la discussione. La questione dell’omofobia e le tematiche LGBTIQ devono poter essere discusse in completa libertà, senza essere attaccati, così come si dovrebbe poter discutere di rifugiati o di disabili. Mi rifiuto di vivere in una società in cui si è condannati penalmente perché si esprime un’opinione.
L’UDF si batte per la moralità civica, l’etica e il rispetto morale nei confronti di tutte le persone. Per promuovere tutto questo bisogna sviluppare l’educazione, non emanare leggi per proteggere ogni tipo di personalità. Non ci sono categorie di persone che meritano di essere protette più di altre. Un omosessuale ha il diritto di essere rispettato alla stregua di una persona disabile, anziana o anche di un rifugiato.
Seguendo la sua logica, non si dovrebbe allora sopprimere la norma contro la discriminazione razziale, affinché tutti siano trattati allo stesso modo?
La norma contro la discriminazione razziale è stata creata poiché ci sono state delle esagerazioni che hanno condotto al genocidio degli ebrei. Penso che sia una cosa diversa dalla questione dell’orientamento sessuale.
È quindi dell’idea che le minoranze della comunità LGBTIQ non siano discriminate e che non necessitano quindi di una protezione particolare?
Non ho mai constatato che queste persone fossero particolarmente disprezzate. Ho notato del disprezzo a ogni livello. Non c’è bisogno che una categoria di persone sia super protetta.
L’UDF è un partito omofobo?
Il fatto di supporlo è disonesto. Il testo del nostro referendum è molto chiaro. Vogliamo che i cittadini possano esprimersi sul tema poiché la nuova norma riduce la libertà di espressione. Non abbiamo mai assunto posizioni aggressive nei confronti dell’omosessualità o di qualsiasi altro movimento. Tuttavia, è chiaro che vediamo determinate cose in modo diverso.
Quali sono queste opinioni diverse che vorrebbe poter esprimere?
Ho cinque figli e nove nipoti e trovo che tutto questo funzioni molto bene. Penso che la società debba davvero interessarsi maggiormente ai veri problemi, ad esempio le donne che hanno figli e che si trovano a volte in situazione di difficoltà. In merito all’orientamento sessuale: una persona sceglie il suo orientamento sessuale e poi se ne assume le responsabilità. Se sono cristiano, assumo la responsabilità di essere cristiano. Se sono un pittore, assumo la responsabilità di essere un pittore.
Tra i grandi temi dell’agenda politica dei prossimi anni c’è il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il suo partito si opporrà anche in questo caso?
Il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna e la tappa successiva è quella di avere dei figli. Ciò è stato definito dal Creatore, non è una cosa inventata dall’uomo. L’UDF si impegnerà a difendere questa visione.
Vogliono “mantenere il diritto di insultare gli omosessuali”
Il lancio del referendum dell’UDF ha già suscitato reazioni. Intervistato dalla Tribune de Genève, Mathias Reynard, il deputato socialista all’origine della nuova norma, ritiene che non sia sorprendente che alcuni si oppongono a “un passo avanti considerevole per la Svizzera”.
“Tuttavia, simbolicamente, faccio fatica a capire come si possa dedicare così tanto tempo, mezzi ed energie per tentare di mantenere il diritto di insultare degli omosessuali”, commenta.
Sulle reti sociali, anche l’intervistaCollegamento esterno di Sylvie Guignard-Ruffieux, vicepresidente della sezione ginevrina dell’UDF, ha suscitato molto scalpore. La donna ha espresso il timore di non poter più parlare delle persone “uscite dall’omosessualità”, ritenendo che questo orientamento sessuale fosse legato a delle circostanze, all’educazione, all’ambiente.
“È sconfortante… sentire ancora (purtroppo) questo tipo di affermazioni nel 2019 e in Svizzera”, ha commentato ad esempio un internauta. Anche le associazioni LGBTIQ hanno condannato le dichiarazioni della rappresentante dell’UDF. “Sono un mucchio di idiozie e di cattiverie”, ha reagito Pascal Messerli, presidente di Dialogai, sul quotidiano gratuito 20 Minuti.
Traduzione dal francese di Luigi Jorio
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