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Passo “storico” verso il matrimonio per le coppie omosessuali in Svizzera

Zwei Frauen stehen zusammen bei einem Kind auf einer Schaukel.
In futuro, anche le coppie lesbiche potrebbero adottare congiuntamente un figlio o avere accesso alla riproduzione medicalmente assistita in Svizzera. © Keystone / Gaetan Bally

Anche le coppie dello stesso sesso devono avere diritto ad una vera e propria unione matrimoniale. È quanto deciso dalla Camera del popolo, che ha approvato giovedì il progetto di legge per un “matrimonio civile per tutti”, accettando anche il ricorso alla procreazione medicalmente assistita per le coppie lesbiche. Il progetto non ha però ancora superato tutti gli ostacoli.

La Svizzera potrebbe raggiungere una trentina di paesi europei che hanno già adottato nella loro legislazione il matrimonio per le coppie omosessuali. Tra i precursori vi sono i Paesi Bassi (2001), Belgio (2003) e Spagna (2005). Anche tre degli Stati limitrofi della Svizzera offrono già questo diritto, da tempi più recenti: Francia (2013), Germania (2017) e Austria (2019).

In Svizzera, pur essendovi una società molto liberale, riforme politiche sui diritti civili di genere avanzano piuttosto lentamente, come costatato anche dalla deputata dei Verdi liberali Kathrin Bertschy, all’origine della proposta approvata oggi dalla Camera del popolo. Nel 2013 aveva depositato un’iniziativa parlamentare in cui chiedeva l’introduzione del matrimonio civile per tutti.

“La lista dei paesi che hanno ancora leggi diverse per le persone eterosessuali e omosessuali è sempre più corta. Oltre alla Svizzera, in Europa occidentale, vi figura ormai quasi solo l’Italia. Per quanto vantaggioso possa essere il sistema svizzero di democrazia – che protegge da decisioni troppo affrettate – evidenzia però anche difficoltà con i cambiamenti sociali, con l’uguaglianza di genere e con la sua integrazione rapida nella legislazione”, ha rilevato Kathrin Bertschy, durante il dibattito.

Qual è la situazione attuale?

Dal 2007 le coppie omosessuali possono ottenere il riconoscimento giuridico della loro relazione attraverso l’unione domestica registrata, introdotta anche in altri paesi europei. Questa comunione di vita, che viene registrata presso l’Ufficio dello stato civile, comporta doveri e diritti simili a quelli che derivano dal matrimonio. Vi sono tuttavia alcune differenze importanti.

Ad esempio, in caso di unione con una persona straniera, quest’ultima non ha diritto alla naturalizzazione agevolata per ottenere la cittadinanza svizzera, come nel caso di coppie sposate. I partner non possono inoltre adottare congiuntamente un figlio. Dal 2018 vi è però la possibilità di adottare il figlio di uno dei due partner.

Le coppie lesbiche non hanno il diritto di far ricorso alla procreazione medicalmente assistita per avere un figlio. Sono pure svantaggiate, rispetto alle mogli, per quanto riguarda le condizioni di ottenimento della rendita per vedove dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) e della previdenza professionale.

Perché la Camera del popolo vuole il matrimonio per tutti?

Secondo la maggioranza dei deputati, la discriminazione attuale nei confronti delle coppie omosessuali non è conforme ai valori liberali della nostra società e ai principi di uguaglianza dello Stato moderno. In tal senso, l’unione domestica registrata viene vista un po’ come un “matrimonio al ribasso”.

Per i partner registrati, inoltre, rendere noto il proprio stato civile può risultare stigmatizzante, poiché significa rivelare anche il proprio orientamento sessuale. Oltre ad essere visto come una violazione della sfera intima individuale, questo aspetto può rivelarsi problematico, ad esempio in Paesi in cui l’omosessualità è punibile.

Se nel 2007, quando il parlamento ha approvato l’unione domestica registrata, il matrimonio civile per tutti non sembrava ancora godere di un sufficiente sostegno popolare, oggi i tempi appaiono maturi anche in Svizzera. È quanto emerso anche dalla procedura di consultazione a cui hanno preso parte oltre un centinaio di partiti, organizzazioni e cantoni.

“Si tratta di molto più di quanto si possa pensare, molto più del matrimonio. Si tratta di sapere se i diritti fondamentali della Costituzione, i diritti umani, sono validi e si applicano a tutti. Nella Costituzione figura: ‘Il diritto al matrimonio e alla famiglia è garantito’. E c’è anche scritto: ‘Tutte le persone sono uguali davanti alla legge’ – e non, alcuni sono un po’ più disuguali. Oggi questi diritti fondamentali non sono rispettati”, ha dichiarato Kathrin Bertschy.

Il servizio del TG:

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Cosa prevede il progetto approvato dalla maggioranza dei deputati?

Per ridurre i rischi di un referendum e di un ‘no’ alle urne, il governo e la commissione preparatoria della Camera del popolo proponevano di approvare il diritto al matrimonio civile per tutti e di lasciare da parte, per il momento, le questioni sulle quali appare meno facile ottenere un consenso generale, come l’adozione e il ricorso alla procreazione medicalmente assistita.

Con una chiara maggioranza di voti, i deputati si sono invece spinti molto più lontano, accettando anche il combattuto diritto per le coppie lesbiche alla procreazione medicalmente assistita, tramite il seme di un donatore. Oggi molte coppie omosessuali devono recarsi all’estero per avere un figlio in questo modo. “Il diritto al matrimonio non può essere dissociato da quello di fondare una famiglia”, ha sottolineato la deputata socialista Rielle Fehlmann.

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Vi sarà un referendum?

Il progetto deve ancora passare nelle mani della Camera dei Cantoni, dove non è certo che venga approvato nella forma attuale. Un referendum appare in ogni caso probabile, vista la ferma opposizione della destra conservatrice, per la quale il matrimonio deve rimanere riservato alle coppie eterosessuali.

“A nostro avviso, l’attuale concetto costituzionale di matrimonio non è aperto alle coppie dello stesso sesso. Siamo chiaramente dell’opinione che l’attuale concetto si riferisca al matrimonio tra un uomo e una donna”, ha affermato Pirmin Schwander, deputato dell’Unione democratica di centro, per il quale occorre dapprima definire che cosa s’intende per matrimonio nella Costituzione federale.

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