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Perché non c’è una Sanna Marin svizzera?

due uomini si stringono la mano e una donna saluta un altro uomo
Il consigliere federale socialista Alain Berset si congratula con la collega di partito Elisabeth Baume-Schneider, appena eletta in Consiglio federale, 7 dicembre 2022. © Keystone / Pool/ Alessandro Della Valle

Nessuna madre con figli piccoli è mai stata eletta nel Governo svizzero. La ragione è legata non solo ai modelli di ruolo tradizionali, ma anche alla tanto decantata cultura politica. 

Nel novembre 2022, i media svizzeri erano in fibrillazione. Alcuni desideravano segretamente una Sanna Marin svizzera nel Consiglio federale. La prima ministra finlandese è giovane e rappresenta un modello per il Partito socialista svizzero. Il co-presidente del PS la definisce “una delle politiche più stimolanti del nostro tempoCollegamento esterno“. Marin è anche madre di una figlia piccola.

Nei media elvetici, la ricerca di una candidata da parte del PS si è limitata quasi esclusivamente a questa caratteristica. I giornali del gruppo editoriale Tamedia hanno titolato: “Una consigliera federale con bambini piccoli: è davvero possibile in Svizzera?” Anche i quotidiani di CHMedia hanno posto l’accento sul medesimo aspetto e criteri quali, ad esempio, l’età del nuovo membro dell’Esecutivo nazionale, non erano così importanti. In un editoriale, il caporedattore di CHMedia ha sollevato un interrogativo su un’altra questione: “Cosa succede se la migliore [candidata] ha dei figli piccoli?”

La democrazia sta vivendo la più grossa crisi dalla Seconda guerra mondiale e dalla Guerra fredda.

Sul lungo periodo, a causa della tendenza all’autoritarismo e all’autocrazia che perdura da circa 15 anni.

Sul breve periodo, a causa della pandemia di COVID-19 e della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.

La resilienza è un elemento chiave nelle discussioni volte a risolvere la crisi dalle mille sfaccettature: le democrazie devono rafforzare la loro resistenza e solidità “dall’interno verso l’esterno” per respingere meglio le minacce.

Nella nostra serie puntiamo l’attenzione su un principio della democrazia che finora è stato toccato solo marginalmente nel dibattito intorno alla resilienza: l’inclusione.

Vi presentiamo persone che si impegnano per la “deep inclusion”, ossia un’inclusione globale di tutte le principali minoranze. Anche chi è contrario questa idea, che gode del sostegno della maggioranza politica, verrà sentito.

Per inciso, anche gli svizzeri e le svizzere all’estero sono stati esclusi per molto tempo: possono infatti usufruire dei diritti politici solo dal 1992.

Questo e altri articoli simili sono giunti alla conclusione, non certo sorprendente, che sarebbe stato possibile avere una consigliera federale con figli piccoli. Tuttavia, mentre nella vicina Italia il centro-destra portava una “giovane madre”, Giorgia Meloni, alla presidenza del Consiglio, a Berna nessuna delle candidate più giovani con figli è riuscita a entrare nel ticket elettorale.

Evi Allemann a palazzo federale
Evi Allemann, membro del Governo del Canton Berna, è stata solo una spettatrice durante l’elezione del Consiglio federale nel dicembre 2022. © Keystone / Alessandro Della Valle

La consigliera di Stato del Cantone di Berna Evi Allemann è stata l’unica giovane mamma a essere stata proposta come candidata durante le “primarie” del PS. Allemann ha 44 anni ed è madre di due bambini in età scolastica. Alla fine, però, è stata esclusa dalla corsa finale al Governo.

SWI Swissinfo.ch avrebbe voluto chiedere alla politica bernese che cosa ne pensasse del dibattito in corso in vista delle elezioni del Consiglio federale. Tuttavia, Allemman non ha voluto reagire e un suo collaboratore di alto rango ci ha detto che la questione di come “i media affrontano la conciliabilità tra famiglia e lavoro nell’ambito di candidature a cariche politiche merita di essere discussa. Tuttavia, sono soprattutto i media a dover trovare una risposta.”

“Le norme di genere tradizionali giocano ancora un ruolo importante in Svizzera, più che in altri Paesi europei.”

Isabelle Stadelmann-Steffen, professoressa di politica comparata

Per Isabelle Stadelmann-Steffen, professoressa di politica comparata all’Università di Berna, è sbagliato chiedersi se una “giovane madre” possa diventare consigliera federale. Sono molti i fattori che determinano se un politico o una politica debbano far parte del Governo svizzero: luogo di residenza, partito, età. “Non c’è motivo di ritenere che le giovani mamme soddisfino questi criteri meno delle donne senza figli piccoli o degli uomini”, afferma. La domanda, sostiene, va posta in modo diverso. “Perché nel caso di giovani donne i bambini svolgono un ruolo nei media, mentre per i giovani uomini no? Oppure: la carica di consigliere/a federale è in generale compatibile con una famiglia, indipendentemente dal sesso?”.

Nel caso degli uomini, le responsabilità di prendersi cura dei figli non sembra essere un tema rilevante. Il fatto che il consigliere federale Alain Berset avesse tre figli piccoli quando è stato eletto dieci anni fa non ha suscitato alcuna discussione. Né sulle sue qualità di padre, né sulla sua idoneità alla carica.

Norme di genere tradizionali

“È sicuramente vero che le norme di genere tradizionali giocano ancora un ruolo importante in Svizzera, più che in altri Paesi europei”, afferma Isabelle Stadelmann-Steffen riferendosi all’esempio della Finlandia, dove governa Sanna Marin. Si tratta di norme che “sostengono la tradizionale divisione del lavoro tra uomini e donne e la enfatizzano come ‘la buona norma’”, dice. Tale modello non esiste praticamente più nella sua forma originale, ma continua a plasmare l’idea di ciò che la società considera “normale”. “E ciò che non è “normale” viene prontamente messo in evidenza in situazioni quali l’elezione del Consiglio federale”. Stadelmann-Steffen rammenta che in Svizzera le donne sono ancora poche anche “in altre posizioni di leadership comparabili”.

Isabelle Stadelmann-Steffen
Isabelle Stadelmann-Steffen è professoressa di politica comparata presso l’Istituto di scienze politiche dell’Università di Berna. René Ruis

Ciò è dovuto anche alla “posizione ancora arretrata rispetto ad altri Paesi europei” in vari ambiti, tra cui la custodia dei bambini e il congedo parentale, secondo la professoressa. Rispetto ad altri sistemi politici, quello svizzero pone alle donne ostacoli probabilmente maggiori, dice.

Stadelmann-Steffen non vede alcun motivo per cui una giovane donna, con o senza figli, non possa accedere al Governo. L’esperta fa riferimento all’elezione di Giorgia Meloni in Italia, che “non corrisponde molto alle nostre aspettative”: “L’Italia non è uno di quei Paesi che descriveremmo come particolarmente progressisti in termini di divisione egualitaria dei ruoli, e la coalizione di Governo della Meloni lo è ancora meno”.

Un ulteriore fattore da considerare è il numero di membri del Governo svizzero, piuttosto piccolo nel raffronto internazionale, osserva Stadelmann-Steffen. Nella maggior parte dei Paesi, il gabinetto è a due cifre, e Meloni ha nominato quasi 30 ministri e ministre. In Svizzera, invece, l’Esecutivo è composto da sette persone dal 1848. E ciò indipendentemente dal fatto che le sfide siano più globali e sempre più complesse. “Questo significa che i compiti sono distribuiti su un numero relativamente ridotto di persone”, spiega. I compiti di un dipartimento federale sono molteplici; ad esempio, la stessa persona è responsabile dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e dei media. Secondo Stadelmann-Steffen, lavorare su così tanti dossier richiede molto tempo e un notevole sforzo mentale.

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Il consigliere federale con dieci bambini

È il sistema politico svizzero a far sì che un incarico ministeriale sia particolarmente impegnativo. Altrove, un partito o una coalizione si accorda su un programma da attuare. Nella Confederazione, invece, esiste una “coalizione sovradimensionata” che non persegue un “programma di Governo in senso proprio”. Per i ministri e le ministre, questa cultura della democrazia del consenso è molto dispendiosa, afferma Stadelmann-Steffen. Anche lo sforzo di coordinamento e negoziazione è particolarmente elevato. “Nel caso ideale, questo porta a decisioni ben condivise, ma richiede molto tempo”.

foto si famiglia in bianco e nero
La famiglia del consigliere federale Philipp Etter. Keystone / Str

Il consigliere federale conservatore cattolico Philipp Etter governò per quasi una generazione: dal 1934 al 1959. Etter ebbe dieci figli. Della loro educazione si occupò la moglie. Era lei “il vero Governo”. Nel 1959, Etter era contrario al suffragio femminile. In Svizzera le donne possono votare ed essere elette solo dal 1971. Finora, nessuna delle donne elette nel Consiglio federale ha avuto figli piccoli mentre era in carica.

Articolo a cura di David Eugster

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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