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Il voto anti-burqa punta sull’islamofobia e sulle femministe

Donna con il burqa a una fermata del bus a San Gallo.
Il numero di donne in Svizzera che indossano un burqa o un niqab in pubblico è stimato a 30, ma i sostenitori dell'iniziativa sostengono che è necessaria una legge a livello nazionale. Gian Ehrenzeller/Keystone

A più di dieci anni dalla votazione sul divieto dei minareti, gli svizzeri sono chiamati alle urne per vietare la dissimulazione del viso in pubblico.

Spesso chiamata “legge anti-burqa”, l’iniziativa dei gruppi di destra include anche il divieto di indossare il niqab e di nascondere il viso anche per motivi non religiosi

Il voto è previsto per il 7 marzo.

La campagna si svolge mentre le mascherine igieniche sono obbligatorie nei luoghi pubblici a causa dell’attuale pandemia. Ciò aggiunge una nota ironica a un dibattito che tocca la libertà religiosa, l’uguaglianza femminile e la paura del terrorismo.

Cosa c’è in gioco?

La proposta mira a bandire l’uso di coperture per il viso in pubblico, in particolare nelle strade, nei trasporti pubblici e negli uffici, ristoranti, negozi e stadi di calcio. Non sono ammesse eccezioni per i turisti.

Tuttavia, regole speciali si applicano per i siti religiosi, motivi di salute o condizioni meteorologiche particolari.

Nel tentativo di contrastare l’iniziativa, il Parlamento ha approvato una riforma legislativa che vieta la copertura del viso al solo scopo di identificare un individuo, in particolare negli uffici pubblici o nei trasporti pubblici.

La proposta alternativa prevede misure per promuovere la parità dei diritti e l’integrazione delle donne musulmane. La modifica di legge entrerà in vigore se l’iniziativa sarà respinta dal voto popolare.

Quali sono i principali argomenti pro e contro?

I sostenitori dell’iniziativa sostengono che il divieto di dissimulare il viso aiuta a prevenire attacchi terroristici e altre forme di violenza.

Allo stesso tempo, il divieto è visto come un modo per promuovere l’uguaglianza tra donne e uomini musulmani, liberando le donne da una società patriarcale discriminatoria.

I membri del comitato a favore dell’iniziativa hanno avvertito che l’Islam si sta diffondendo in Europa, minacciando la cultura cristiana. Ma il comitato respinge le accuse che la proposta minerebbe la libertà religiosa. Invece, dicono, il divieto vuole rafforzare i valori fondamentali del mondo occidentale.

Inoltre, i sostenitori sottolineano che restrizioni simili sono già in vigore in altri Paesi e che i divieti del burqa introdotti in diversi cantoni svizzeri cinque anni fa sono efficaci.

Tuttavia, gli oppositori affermano che il divieto di dissimulare il viso in tutta la Svizzera è inutile, dannoso per il turismo e non in linea con la divisione dei poteri tra le autorità nazionali e cantonali.

Affermano poi che non c’è motivo di modificare la Costituzione per un gruppo così ristretto di persone: è stato stimato che sono circa 30 le donne in Svizzera che indossano il niqab o il burqa di loro spontanea volontà.

Gli oppositori dell’iniziativa popolare aggiungono che un divieto non sarebbe in grado di promuovere la parità dei diritti per le donne musulmane e migliorare la loro integrazione nella società svizzera. Inoltre, continuano, la modifica legislativa, approvata dal Parlamento lo scorso anno, è più adatta.

Gli oppositori avvertono anche che i turisti dei ricchi stati arabi del Golfo potrebbero essere scoraggiati dal venire in Svizzera in vacanze se l’iniziativa dovesse passare.

Perché il popolo ha voce in capitolo?

Un comitato di politici di destra e attivisti conservatori ha presentato il numero necessario di firme per chiedere il divieto di dissimulare il viso in pubblico a livello nazionale.

L’iniziativa popolare ha raccolto più di 105’500 firme tra marzo 2016 e settembre 2017.

Secondo il sistema svizzero di democrazia diretta, un cambiamento della Costituzione necessita del sostegno di almeno 100’000 cittadini elvetici. Poi al voto, della maggioranza di cittadini e cantoni.

Chi sono gli oppositori e i sostenitori?

I principali sostenitori dell’iniziativa sono l’Unione democratica di centro (partito populista di destra), così come altri gruppi conservatori e diversi politici dei partiti di centro-destra e centristi.

Anche un gruppo di femministe e musulmane liberali si è espresso a favore del divieto di indossare burqa e niqab in pubblico.

I sostenitori affrontano un’ampia alleanza di oppositori, composta dagli altri principali partiti politici dalla sinistra al centro, dal governo e da una chiara maggioranza del Parlamento svizzero.

Gruppi per i diritti umani e per le donne, comitati ecclesiastici, così come il settore del turismo svizzero e i sindacati hanno raccomandato di respingere l’iniziativa.

Com’è la Svizzera rispetto agli altri Paesi?

Circa 15 paesi in Europa hanno introdotto divieti generali di dissimulare il viso nell’ultimo decennio.

La Francia ha fatto da apripista nel 2011, ma anche altri tre paesi confinanti con la Svizzera – Germania, Italia e Austria – hanno introdotto delle restrizioni; sia divieti generali, sia misure specifiche e regionali.

Divieti di indossare burqa e niqab di qualche tipo sono in vigore in numerosi paesi in Europa, Asia, Africa e Nord America.

In Svizzera, due dei 26 cantoni hanno imposto il divieto del burqa dal 2016. Altri 15 cantoni hanno vietato la copertura del viso per manifestazioni ed eventi sportivi.

Cos’ha in comune il voto sul burqa con il divieto dei minareti?

Il comitato che sostiene l’iniziativa anti-burqa è lo stesso che ha lanciato l’iniziativa per vietare la costruzione di nuovi minareti in Svizzera.

Nella votazione popolare del 2009, inaspettatamente, il 57,5% dei votanti e 22 dei 26 cantoni si sono espressi a favore del divieto di costruire nuovi minareti.

A differenza di 12 anni fa, i sondaggi suggeriscono che i sostenitori anti-burqa godono di un solido sostegno iniziale. Ma gli esperti affermano che un altro sconvolgimento politico sembra meno probabile, dato che il sentimento anti-islamico non è più un tabù.

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