Sposare la riforma fiscale delle imprese con l’AVS è una buona idea?
Ad eccezione della destra conservatrice, tutti i principali partiti nazionali sostengono la riforma, ma senza entusiasmo.
Keystone
Giovedì la Camera dei Cantoni ha deciso di inserire nel nuovo grande progetto di riforma fiscale sia l’imposizione delle imprese che il finanziamento delle pensioni. Quasi tutti i partiti hanno sostenuto questo compromesso, pur senza entusiasmo. Solo la destra conservatrice considera la scommessa troppo rischiosa.
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Corrispondente a Palazzo federale per SWI swissinfo.ch, decodifico la politica federale per le svizzere e gli svizzeri all’estero.
Dopo gli studi presso l’Accademia di giornalismo e dei media dell’Università di Neuchâtel, il mio percorso professionale mi ha dapprima portato nei media regionali, nelle redazioni del Journal du Jura, di Canal 3 e di Radio Jura bernois. Dal 2015, lavoro nella redazione multilingue di SWI swissinfo.ch, dove continuo a svolgere il mio mestiere con passione.
I senatori hanno deciso di collegare, almeno in parte, la sorte di due importanti dossier bocciati nel 2017 dal popolo, vale a dire la Riforma III dell’imposizione delle imprese (RIE III) e la riforma delle pensioni Previdenza per la vecchiaia 2020 (PV 2020).
Il Consiglio degli Stati (Camera dei Cantoni) ha accettato giovedì, con 34 voti contro 5, il Progetto fiscale 17 (PF 17) proposto dalla sua Commissione dell’economia e dei tributi. Si tratta di una nuova soluzione che dovrebbe in primo luogo consentire alla Svizzera di rispettare i nuovi standard internazionali sulla tassazione delle imprese, dopo il rifiuto della RIE III. Il progetto prevede l’abolizione dei privilegi fiscali concessi a holding e altre società straniere, come richiesto dall’Unione europea e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
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La riforma prevede, tra l’altro, diversi alleggerimenti fiscali per le imprese, volti a mantenere la competitività della Svizzera rispetto alle altre piazze internazionali. Quale misura di compensazione sociale di questi sgravi, per ogni franco di riduzione degli introiti provenienti dalle aziende verrà versato un franco all’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS). Ciò comporterà un aumento di 2 miliardi di franchi all’anno per l’AVS, che dovrebbero permettere di garantire il suo finanziamento anche in un prossimo futuro.
Compromesso equilibrato o scommessa rischiosa?
Quasi tutti i principali partiti nazionali hanno riconosciuto l’importanza e l’urgenza della riforma, poiché, senza un adeguamento della legislazione sulla tassazione delle imprese, la Svizzera potrebbe essere inserita, dall’anno prossimo, nella lista nera dei paradisi fiscali dell’Unione europea.
Solo l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) si è scagliata contro il compromesso che lega la fiscalità delle aziende e il sistema pensionistico. “Voglio una soluzione e la Svizzera ha bisogno di una soluzione, ma non a qualsiasi prezzo”, ha dichiarato il senatore dell’UDC Peter Föhn. A suo avviso, un tale pacchetto non ha alcuna possibilità di superare un voto popolare, in caso di referendum, perché riunisce due temi completamente diversi: “Non stiamo facendo nient’altro che legare due oggetti falliti. Sposare due malati, sia nel mondo degli affari che in quello politico, non ha mai avuto successo”.
Caso limite
Il senatore e presidente del Partito socialista (PS) Christian Levrat ha ricordato le conclusioni dell’Ufficio federale di giustizia, secondo cui il trattamento parallelo della riforma fiscale e del finanziamento dell’AVS è un “caso limite”, ma accettabile. Pur considerando la soluzione piuttosto “originale”, Christian Levrat ritiene che il ruolo del Parlamento sia di “creare collegamenti per trovare soluzioni e superare gli ostacoli”.
Agli occhi della sinistra non si tratta di una soluzione entusiasmante, ma di un compromesso accettabile. “In termini sociali, abbiamo una riforma fiscale che va a beneficio delle classi abbienti e una riforma dell’AVS che va chiaramente a beneficio della popolazione meno favorita e della classe media”, ha rilevato il presidente del PS.
Da parte sua, il ministro delle finanze Ueli Maurer ha sottolineato che il progetto non esime la Confederazione dalla riforma dell’AVS. Per assicurare il suo finanziamento, ha sottolineato il consigliere federale, sono necessari circa 5 miliardi di franchi, mentre il PF 17 fornisce un contributo di soli 2 miliardi. “Sono convinto che questa soluzione non farà scuola in campo fiscale. Ma è una piccola opera d’arte di compromesso politico”, ha affermato Ueli Maurer. Il governo presenterà una nuova versione della riforma delle pensioni prima dell’estate.
Dopo il Consiglio degli Stati, il Consiglio nazionale (Camera del popolo) dovrebbe esaminare il PF17 durante la sessione autunnale. Il Parlamento dovrebbe quindi riuscire a varare la riforma già nel corso della prossima sessione. In caso di referendum, la votazione potrebbe aver luogo nel febbraio o nel maggio 2019.
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Traduzione di Armando Mombelli
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