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La tassa sui biglietti aerei frenata in Parlamento

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Nel 2016, il traffico aereo internazionale ha causato circa il 10% delle emissioni di gas a effetto serra della Svizzera. Keystone

L'introduzione in Svizzera di una tassa climatica sui biglietti aerei non ha convinto il Consiglio nazionale. La camera bassa del Parlamento ha rifiutato di aggiungere questa misura alla legge sul CO2. Nella votazione finale ha respinto il progetto di legge nel suo insieme.

La Svizzera potrebbe rimanere uno degli unici paesi dell’Europa centrale senza una tassa sui biglietti aerei. Il Consiglio nazionale (camera del popolo) ha rifiutato lunedì di introdurre questa misura con 93 voti contro 88 e 8 astensioni.

“Volare è diventato estremamente economico, questo sfida il buon senso” Lisa Mazzone, Verdi

La sinistra e parte del centro (verdi liberali e popolari democratici) volevano utilizzare la revisione della legge sul CO2 per aggiungere questa tassa, allo scopo di incoraggiare i cittadini a prendere coscienza delle loro emissioni di gas a effetto serra e quindi limitare i loro spostamenti in aereo. “Volare è diventato estremamente economico, questo sfida il buon senso”, ha detto la deputata verde Lisa Mazzone.

Un numero crescente di svizzeri viaggia in aereo. Secondo l’ultimo rapportoCollegamento esterno federale sulla mobilità, il numero di passeggeri è aumentato del 60% tra il 2000 e il 2017. Con conseguenze significative per il clima: secondo i dati dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAMCollegamento esterno), il trasporto aereo internazionale è responsabile del 10% delle emissioni totali di gas serra della Svizzera. Mentre nell’Unione europea (UE) tale quota ammonta solo al 3%. Undici paesi europeiCollegamento esterno, tra cui Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna, applicano già una tassa sui biglietti aerei. Il suo importo può variare da 3 a 160 euro a seconda del paese e della destinazione.

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Aviazione favorita

“Attualmente sovvenzioniamo il traffico aereo, risparmiamo questo settore”, ha denunciato Eric Nussbaumer, consigliere nazionale socialista. In Svizzera, i voli verso l’estero sono esenti dall’imposta sul carburante, dall’IVA e dall’imposta sul CO2.

La situazione cambierà in quanto il Parlamento ha deciso di collegare il suo sistema per lo scambio di quote di emissioneCollegamento esterno con quello dell’UE. Le compagnie aeree non dovranno superare una determinata soglia di inquinamento e dovranno compensare le loro emissioni. Una misura che avrà conseguenze per le compagnie ma poco per i viaggiatori. Il prezzo del biglietto dovrebbe aumentare solo di poche decine di centesimi.

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Questo primo passo ha spinto la maggioranza di destra del Parlamento a schierarsi contro una tassa sui biglietti. “Non dobbiamo imporre un doppio onere finanziario all’aviazione”, ha affermato Christian Imark, vicepresidente dell’Unione democratica di centro (UDC). “Questo non porterebbe nulla e indebolirebbe la posizione della Svizzera”. Anche l’aspetto incentivante della tassa è stato messo in discussione: “Con il calo dei prezzi del petrolio, le compagnie saranno senza dubbio in grado di mantenere i prezzi molto bassi”, ha osservato Benoît Genecand, deputato liberale radicale.

“Non dobbiamo imporre un doppio onere finanziario all’aviazione” Christian Imark, UDC

Lo stesso Consiglio federale (governo) era contrario all’introduzione di una tassa sui biglietti aerei. “I prezzi bassi non sono legati ad esenzioni fiscali, ma piuttosto ad un’eccessiva concorrenza tra le compagnie aeree”, ha dichiarato la ministra dei trasporti Doris Leuthard. Temeva che i viaggiatori sarebbero stati pesantemente penalizzati e che si sarebbero orientati verso gli aeroporti al di là del confine.

Doris Leuthard ritiene inoltre che l’incentivo a volare meno sarebbe molto limitato: “Per i voli a lungo raggio non ci sono alternative. È un’illusione pensare che qualcuno rinuncerà al viaggio o che le compagnie aeree cancelleranno i voli.”

Voti contraddittori

Una revisione della legge sul CO2 è necessaria per conformarsi all’Accordo di Parigi sul clima, ratificato dalla Svizzera nell’ottobre 2017 e da oltre 180 Stati. Questo accordo prevede, a lungo termine, di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali e di continuare gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5°C. La revisione della legge proposta dal Consiglio federale mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 rispetto al 1990.

Altri sviluppi

Il Consiglio nazionale ha preso decisioni contraddittorie durante il dibattito sulla revisione. Ad esempio, ha deciso di essere più ambizioso del Consiglio federale per quanto riguarda l’obiettivo generale: il limite dell’aumento del riscaldamento globale è passato da 2°C a 1,5°C. Ma ha rifiutato di fissare la quota delle riduzioni da realizzare a livello nazionale.

Il Consiglio federale voleva ridurre le emissioni di gas a effetto serra al 60% in Svizzera e al 40% all’estero, quote che il Parlamento ha cancellato perché “il clima non ha confini”, ha dichiarato Christian Wasserfallen. Il Consiglio nazionale ha anche ridotto le misure restrittive per i proprietari di edifici e ha fissato un tetto di 8 centesimi al litro per l’aumento del prezzo della benzina nei distributori.

Alla fine, il risultato non ha convinto la sinistra, che ritiene che le proposte dell’UDCP e del PLR abbiano svuotato di senso un progetto poco ambizioso fin dall’inizio. Parlamentari socialisti e ambientalisti avevano già fatto sapere di voler approvare il testo.

Anche i partiti di centro (popolari democratici, borghesi democratici e verdi liberali)) hanno espresso le loro riserve. L’UDC aveva già combattuto l’entrata in materia. Dopo quattro giorni di dibattito, la maggioranza del Consiglio nazionale ha respinto la revisione totale del testo con 92 voti contro 60  e 43 astensioni. La revisione della legge sul CO2 deve ancora essere esaminata dal Consiglio degli Stati (Senato) nel 2019.


Le organizzazioni ambientaliste ritengono che l’introduzione di una tassa sui biglietti aerei sia un passo necessario per conformarsi all’accordo di Parigi. Lunedì hanno dimostratoCollegamento esterno davanti al Palazzo federale di Berna per cercare di sensibilizzare il Parlamento sull’importante impatto dell’aviazione sulle emissioni di gas a effetto serra. Se non si farà nulla, il trasporto aereo sarà il settore che peserà di più nel bilancio climatico della Svizzera nel 2030, avvertono le ONG.

La popolazione sembra piuttosto aperta all’introduzione di una tassa sui biglietti aerei. In un sondaggio condotto quest’estate da gfs.zurich per conto della Fondazione svizzera dell’energiaCollegamento esterno, il 60% degli intervistati ritiene che l’attuale sovvenzione al traffico aereo sia superata. Il 37% sarebbe addirittura disposto a pagare 50 franchi per porre rimedio a questa situazione.

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