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“Con il reddito di base incondizionato prepariamo il futuro”

Redazione Swissinfo

Il reddito di base incondizionato (RBI) è la soluzione ai problemi derivanti dalla deindustrializzazione e dalla digitalizzazione del lavoro, dice Oswald Sigg, uno dei principali promotori dell'iniziativa. Secondo l'ex vicecancelliere della Confederazione, il corollario dell'RBI sarebbe il suo finanziamento tramite una microtassa sul traffico dei pagamenti.

Con un sì all’iniziativa popolare “Per un reddito di base incondizionato”, prepariamo il futuro della nostra società lavorativa. Consideriamo per una volta non solo la Svizzera, ma tutta l’Europa: il lavoro retribuito diminuisce ovunque. Ufficialmente, nello spazio economico europeo ci sono più di 30 milioni di disoccupati. La tendenza è al rialzo.

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Nell’economia, compreso il settore dei servizi, la lotta dei salariati per il posto di lavoro e la costante spirale dell’aumento dell’efficienza nelle imprese e nelle amministrazioni hanno conseguenze drammatiche: ovunque le incapacità di lavoro per malattia crescono. Nella sola Germania, secondo un’indagine del 2010, si calcolano 225 miliardi di euro all’anno di costi per perdita di valore aggiunto. La tendenza è al rialzo.

Un fenomeno che non risparmia la Svizzera

Anche in Svizzera il duo deindustrializzazione-digitalizzazione avanza. Ciò nonostante, qui si lavora molto, anche senza paga: il 50% delle ore di lavoro prestate dalla società non è retribuito. Ciò vale per il lavoro per la famiglia e le faccende domestiche, ma anche nel campo delle cure e dell’assistenza.

Migliaia di ore di lavoro non pagate sono inoltre effettuate nell’ambito di associazioni senza scopo di lucro, di fondazioni e nella politica a livello comunale e cantonale. Così come non viene rimunerata la creatività di tanti, troppi, artisti. Vicino alla soglia di povertà vivono poi molti working-poor, che con lo stipendio che ricevono per il loro lavoro non possono condurre una vita normale.

Ma la Confederazione non è solo una società lavorativa, è anche una comunità sociale. Tutti quegli abitanti che si trovano in una situazione di emergenza, in una situazione precaria, hanno diritto a un reddito di base incondizionato. “Ogni persona nel bisogno ha diritto a un alloggio, ai mezzi necessari per un’esistenza conforme alle esigenze della dignità umana e alle cure mediche di base”, sancisce ad esempio, la Costituzione del Cantone di Berna. Ma ciò che è promesso qui, nella realtà è ben diverso.

Oswald Sigg, 72 anni, è membro del comitato dell’iniziativa “Per un reddito di base incondizionato”. Prima di andare in pensione, è stato vicecancelliere della Confederazione e portavoce del governo federale dal 2005 al 2009. Alle sue spalle, dopo gli studi di sociologia, economia politica e aziendali nelle università di San Gallo, Parigi e Berna, conclusi con una tesi dottorato sul funzionamento dell’iniziativa popolare, aveva già una lunga carriera nei campi dell’informazione e della comunicazione. Keystone

Tra costoro, la proporzione di chi non beneficia dell’aiuto sociale, a livello nazionale, dovrebbe aggirarsi sul 50%. Coloro che non se la cavano più finanziariamente, che hanno uno stipendio troppo basso, che devono vivere sotto il minimo vitale, evitano di andare al servizio sociale del loro comune chiedere il loro diritto all’aiuto. Perché? Perché sono trattati con diffidenza, perché la politica li considera come potenziali truffatori, perché sono disprezzati, emarginati e come beneficiari dell’assistenza sociale sono assimilati – perfino nella legge – ai criminali. Come se il rapporto con l’aiuto sociale dovesse essere regolato dal codice penale.

Un finanziamento solidale

Questa Confederazione è uno Stato sociale sviluppato? È una garante di sicurezza sociale, giustizia, equità? Proprio no. Anche se il preambolo della Costituzione federale proclama la certezza “che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”.

Se un reddito di base incondizionato – che costerebbe più di 200 miliardi di franchi all’anno – diventasse la futura opera sociale, nella tradizione dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), il suo finanziamento avrebbe un ruolo chiave. Si tratta di un nuovo tipo d’imposta, grazie alla quale se ne potrebbero forse abrogare altre.

Secondo l’idea del finanziere zurighese Felix Bolliger, solo il traffico dei pagamenti totale dovrebbe servire come substrato d’imposta. Questo si stima che negli ultimi anni si aggiri a molto più di 100’000 miliardi di franchi. Ben oltre il 90% dei flussi di denaro è concentrato nel settore finanziario: il casinò finanziario. Una microtassa automatica sul traffico dei pagamenti di appena il 2 per mille su ogni transazione, che affluirebbe in un fondo per il reddito di base. Tutti saremmo tassati in piccola misura sui nostri pagamenti quotidiani. Ma coloro che possono giocare quotidianamente con milioni e miliardi, sopporterebbero l’onere principale.

Solo con un reddito di base incondizionato finanziato in modo solidale la Svizzera diventerà un Stato sociale.

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.

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