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Come i passaporti vaccinali potrebbero rendere obsoleto il rifiuto svizzero dell’eID

Ian Richards

L'economista dell'ONU Ian Richards sostiene che i timori degli elettori svizzeri nei confronti dell'identità elettronica potrebbero essere spazzati via dal fatto che sempre più Paesi vedono i benefici della digitalizzazione dei documenti, compresi i passaporti vaccinali.

Il 7 marzo il popolo svizzero ha votato chiaramente contro un progetto di identità elettronica che avrebbe attribuito a ogni cittadino e residente in Svizzera un login e una password ufficiali per aprire conti bancari, votare e acquistare biglietti del treno e skipass online.

Il login sarebbe stato certificato, il che significa che l’identità del titolare sarebbe stata prima verificata. In seguito, qualsiasi sito Internet avrebbe potuto accettare tale login.

Tra i vantaggi della cosiddetta eID c’è il fatto che i residenti svizzeri non avrebbero più bisogno di inviare documenti sensibili per posta (due anni fa sono stati sollevati interrogativi sull’affidabilità del voto per corrispondenza), di ricordare più password o di fare affidamento su gestori di password come Google o Facebook. La creazione di un’eID certificata dallo Stato regolamenterebbe giuridicamente le identità online, affrontando le preoccupazioni di lunga data concernenti la privacy e la sicurezza.

L’idea di un modello di identità elettronica non è nuova. L’eID è comunemente utilizzata nei Paesi scandinavi e in Estonia.

“Tra i vantaggi della cosiddetta eID c’è il fatto che i residenti svizzeri non avrebbero più bisogno di inviare documenti sensibili per posta o di fare affidamento su gestori di password come Google o Facebook.”

Per il suo sistema, Berna aveva deciso che il login non sarebbe stato rilasciato dal governo, ma da aziende private autorizzate che avrebbero potuto accedere alla banca dati centrale della polizia per effettuare i controlli.

La ministra della giustizia svizzera Karin Keller-Sutter aveva giustificato il coinvolgimento del settore privato, dicendo che il governo non aveva la tecnologia né i mezzi per implementare tale modello.

Questo aveva provocato la reazione dei difensori della privacy, che l’anno scorso avevano lanciato un referendum e raccolto 65’000 firme.

Il loro argomento principale era che il rilascio di documenti d’identità dovrebbe essere affidato solamente allo Stato, anche se Keller-Sutter si era adoperata nel sottolineare che l’eID non era destinata a sostituire carte d’identità o passaporti. La preoccupazione era anche legata al fatto che le aziende potessero trarre profitto dall’uso dei dati privati dei cittadini. L’identità degli elettori rischiava di essere gestita dalla catena di supermercati Migros, da fantomatiche ONG, da società di commercio di materie prime quali Glencore o peggio ancora da Facebook. Un timore condiviso da molti partiti politici.

Keller-Sutter inizialmente aveva detto che non c’era un piano alternativo al coinvolgimento del settore privato. Tuttavia, all’indomani del voto, ha accettato di farsi carico delle preoccupazioni espresse dagli oppositori alla legge.

Altri sviluppi

Affidare la gestione dell’eID al governo comporta molte possibilità che non erano state considerate nella campagna referendaria, tra cui le carte d’identità digitali e i passaporti, inizialmente esclusi.

In Estonia, per esempio, il sistema d’identità elettronica è collegato alla carta d’identità nazionale, che può essere usata insieme a un lettore di cart, al posto di un login, per effettuare transazioni bancarie, avviare società, ottenere prescrizioni mediche o dimostrare di essere il detentore di altri documenti quali la patente di guida. Più del 98% della popolazione agisce in questo modoCollegamento esterno.

Ma questo è solo l’inizio.

La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo sta lavorando con i governi di Iraq e Benin per consentire di salvare su un telefono cellulare le versioni digitali di documenti governativi e di autenticarli tramite la tecnologia blockchain. Questo consentirebbe di presentarli alla polizia o ad altri dipartimenti governativi senza che siano necessari ulteriori controlli. La Columbia Britannica prevede già un sistema simileCollegamento esterno per le imprese della provincia.

Se il governo svizzero decidesse di andare oltre l’eID e di consentire la memorizzazione sul cellulare di passaporti digitali, carte d’identità, patenti di guida, permessi di lavoro o di residenza, o di qualsiasi altro documento, rendendoli accessibili attraverso una scansione del volto, semplificherebbe notevolmente la vita nel Paese.

“Tra sei mesi la critica principale nei confronti dell’eID potrebbe essere non che si spinge troppo oltre, ma che non va abbastanza lontano.”

Per entrare in Svizzera si scansionerebbe un codice QR invece di fare la fila al controllo passaporti. Per ottenere un permesso di parcheggio per residenti si caricherebbe la propria carta d’identità e la targa dell’auto sul sito Internet del comune, e si pagherebbe con la carta di credito. Non essendo necessario un controllo umano, il permesso potrebbe essere rilasciato automaticamente in pochi secondi. Niente più code agli uffici governativi. Allo stesso modo si potrebbero rinnovare permessi di lavoro e creare aziende. Non sarebbe richiesto nemmeno un login di identità elettronica.

Accelerare le procedure governative e liberare i funzionari dal compito monotono di controllare documenti tutto il giorno, comporta anche dei vantaggi economici.

Il McKinsey Global Institute ha recentemente indicatoCollegamento esterno che “permettere la crescente digitalizzazione di interazioni sensibili che richiedono alti livelli di fiducia” potrebbe far crescere il PIL dal 3 al 13%.

Ciò è confermato dall’esperienza delle Nazioni Unite, nel quadro dell’aiuto allo sviluppo per favorire l’implementazione di sistemi di governo digitaliCollegamento esterno per i registri delle imprese. In tutti i casi, questi sistemi hanno portato a un aumento delle nuove aziende, delle entrate fiscali e della sicurezza sociale. Le donne e i giovani imprenditori sono stati i principali beneficiari.

Il governo potrebbe aver pensato che le carte d’identità digitali e i passaporti fossero troppo tecnologici o distopici rispetto al più semplice login di un’eID. Ma questo potrebbe cambiare.

Nei prossimi mesi gli svizzeri inizieranno a pianificare le loro vacanze estive.

La Grecia, così come altre località balneari predilette dagli svizzeri, come la Spagna e il Portogallo, hanno ventilato l’idea di condizionare l’entrata nel Paese ai passaporti vaccinali digitali. Allo stato attuale, queste versioni del 2021 dei certificati cartacei di colore giallo rilasciati dal governo saranno molto probabilmente gestiti dalla IATACollegamento esterno, un’associazione privata di compagnie aeree, e memorizzati su un telefono cellulare

Sì, i passaporti vaccinali rimangono controversi. L’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che “ci sono ancora grosse incognite per quanto riguarda l’efficacia della vaccinazione nel ridurre la trasmissioneCollegamento esterno” e si è discusso poco su come queste soluzioni saranno regolamentate.

Ma se si tratta di scegliere tra un’altra estate in costosi resort di montagna o del pesce appena grigliato in una taverna sulla spiaggia, molti probabilmente opteranno per il costume da bagno, scaricheranno il loro passaporto vaccinale digitale e viaggeranno all’estero.

I vacanzieri di altri Paesi faranno lo stesso e ci sarà probabilmente una corsa da parte dei governi per fare per i passaporti e altri documenti ciò che la IATA ha fatto per i certificati vaccinali e ciò che Iraq, Benin e Columbia Britannica stanno facendo a loro volta.

Tra sei mesi la critica principale nei confronti dell’eID potrebbe essere non che si spinge troppo oltre, ma che non va abbastanza lontano.

Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle degli autori e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.

Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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