DPI: «La libertà di scelta di fronte a una grande sofferenza»
Un anno dopo aver accettato l’articolo costituzionale che permette la diagnosi preimpianto (DPI), si torna alle urne per votare la legge di applicazione. Per l’ex senatore dei Verdi Luc Recordon è necessario accettare la nuova normativa affinché i genitori abbiano la possibilità di scegliere.
Il 14 giugno 2014, la base della DPI è stata fissata nell’articolo 119, capoverso 2, della Costituzione federale. La modifica è stata accettata dal 61,9 per cento dei votanti e da 20 cantoni e semicantoni su 26. Un anno più tardi si torna alle urne; si deve votare la legge di applicazione, approvata dal parlamento e contro cui è stato lanciato il referendum facoltativo. Questa volta basta la maggioranza del popolo per convalidare il progetto di legge. È importante ribadire il nostro sostegno all’oggetto in votazione.
Una scelta intima
La libertà di scelta di fronte a una grande sofferenza è stata approvata e fa da base. Le coppie portatrici di una malattia ereditaria grave e quelle che non possono avere figli in modo naturale devono avere l’opportunità di ricorrere all’analisi genetica dell’embrione ottenuto mediante l’inseminazione artificiale prima dell’impianto nell’utero della madre. L’obiettivo è di permettere ai genitori di selezionare un embrione che non sia portatore di una grave malformazione genetica. È una pratica che dà loro la possibilità di decidere subito se intendono interrompere o continuare una gravidanza, evitando così un’attesa che può durare mesi.
Quella di avere un figlio con un grave handicap o di rinunciarvi è una scelta intima che nessuno può prendere al posto dei genitori. Al giorno d’oggi non è ammissibile fare a meno di una diagnosi in una fase iniziale dello sviluppo e lasciare alla futura madre la sola scelta di abortire in uno stadio di sviluppo più avanzato.
Se la legge non viene accettata il 5 giugno 2015, questi principi fondamentali rimarranno lettera morta. Ricordiamoci che su alcuni punti, la Costituzione federale non è stata applicata per decenni; è stato il caso, per esempio, dell’assicurazione maternità.
Nessun rischio di eugenetica
Anche se prevede un margine d’azione maggiore rispetto al progetto iniziale proposto dal Consiglio federale, la legge è comunque prudente. Vieta e punisce la scelta di embrioni in funzione del loro sesso o di altre caratteristiche fisiche secondarie, quali la grandezza, il colore degli occhi o dei capelli. Potranno far capo alla DPI soltanto le coppie portatrici di una malattia ereditaria grave o quelle che non possono avere figli in modo naturale e che dopo l’impianto dell’embrione potrebbero andare incontro a gravi complicazioni durante la gravidanza, con conseguente aborto spontaneo. È vietata anche la selezione di embrioni allo scopo di curare un fratello o una sorella da una grave malattia; stiamo parlando dei cosiddetti bambini salvatori. Infine si potranno sviluppare al massimo dodici embrioni per ciclo di trattamento.
Rispetto alla procreazione assistita attualmente praticata, oltre a evitare gravidanze problematiche, impedirà il concepimento di gemelli o di gemelli nati da un parto trigemino che è molto rischioso per la salute sia della madre sia dei figli.
Punti di vista
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La critica principale dei promotori del referendum si concentra sul rischio di marginalizzazione delle persone con un handicap se il loro numero diminuirà in maniera drastica. È importante ricordare che non si tratta di obbligare le coppie a rinunciare a un bambino disabile, bensì di permettere loro di decidere con cognizione di causa. I votanti l’hanno capito nel 2015, visto che questa tesi era già in cima al catalogo delle argomentazioni del comitato contrario alla modifica dell’articolo costituzionale.
La legge rafforza il diritto di ognuno di vivere la sua vita in maniera dignitosa e di contare sulla solidarietà della società. La normativa favorisce la consulenza professionale alle coppie sulla frequenza e sulla gravità di una malattia, sulla probabilità che si manifesti, sulle misure per combatterla, su che tipo di vita potrà condurre il bambino affetto e, non da ultimo, sulle associazioni di genitori di bambini con handicap, sui gruppi di mutuo aiuto e sui servizi di informazione e di consulenza.
In parlamento ho votato a favore di questo testo di legge equilibrato, che eviterà sicuramente delle sofferenze, che ho vissuto personalmente, e che non obbligherà più le coppie a rischio a sottoporsi a una DPI all’estero, se possono finanziariamente permettersi questa analisi genetica. Io mi auguro che i concittadini approvino questa legge.
Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.
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Traduzione di Luca Beti
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