Le nostre banche, Roger Federer e la pulizia
Greta Thunberg mette pressione sul Credit Suisse. Roger Federer, sponsorizzato dal Credit Suisse, promette di parlare alla sua banca del clima. Cosa si deve pensare? Ada Marra, consigliera nazionale socialista, scrive la sua opinione in merito.
Tre dei nostri miti sono saliti alla ribalta dell’attualità nelle ultime settimane, dopo che gli attivisti e le attiviste del clima sono stati assolti/e dal tribunale per aver occupato il Credit Suisse, sponsor del tennista Roger Federer, e aver scimmiottato una partita di tennis all’interno dei suoi locali.
I fatti sono semplici: nel solo 2017, le banche svizzere investendo in società attive nei combustibili fossili hanno finanziato 93 milioni di tonnellate di emissioni equivalenti di CO2, secondo Greenpeace. Il doppio di ciò che la Svizzera emette in un anno. La domanda che si pone è: perché le banche dovrebbero essere esentate dal fare la loro parte per salvare il pianeta, mentre a ciascuno e ciascuna di noi vien chiesto di farlo, in particolare tramite delle tasse sull’uso dei mezzi di trasporto inquinanti? Ciò che viene loro chiesto in questa fase non è di rinunciare al modello economico capitalista, ma di investire nelle energie pulite.
Il nostro miglior tennista e ambasciatore svizzero all’estero ha il dovere di responsabilità conferitogli. È prima di tutto un uomo del suo tempo, immerso nell’ambiente della nostra società. La sua elegante reazione (la promessa fatta agli attivisti e alle attiviste di dialogare con i suoi sponsor circa la loro responsabilità climatica) deve essere intransigente.
In passato, le banche svizzere hanno dovuto sviluppare una politica di piazza finanziaria pulita. Non si sono indebolite, poiché le “nostre banche” gestiscono ancora la maggior parte dei patrimoni privati del mondo. È ora che questa strategia di pulizia sia fatta anche a livello dei loro investimenti.
Solo allora i nostri tre miti svizzeri potrebbero essere un vero esempio per il mondo.
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Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi
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